Il ricatto della sicurezza ebraica
di Marshall Yeats - 14/04/2024
Fonte: Come Don Chisciotte
“Insegui il denaro e la sicurezza, e il tuo cuore non si scioglierà mai”.
Tao Te Ching
“L’Unione delle Congregazioni Ebraiche Ortodosse d’America (Orthodox Union), la più grande organizzazione poli-istituzionale ebraica ortodossa della nazione, ha applaudito l’ambiziosa proposta del senatore Chuck Schumer di stanziare un miliardo di dollari per la sicurezza delle comunità ebraiche attraverso il Nonprofit Security Grant Program (NSGP)”.
Centro di Difesa dell’Unione Ortodossa, 6 novembre 2023
L’attivismo ebraico in tutto l’Occidente segue schemi generali molto simili, tra cui una notevole sovrarappresentazione nei movimenti a favore dell’immigrazione e della diversità e in aree che possono essere classificate come demograficamente e culturalmente aggressive e dannose per gli interessi della popolazione autoctona. Un modello secondario a questo attivismo è uno stridente atteggiamento di difesa che rasenta la paranoia e che porta gli Ebrei ad assumere ruoli di primo piano nella limitazione della libertà di parola, nell’introduzione di leggi “sull’odio” e, infine, nella stridente e insaziabile richiesta che la popolazione ospite, oggetto stesso dell’aggressione ebraica, fornisca fondi per la sicurezza fisica degli Ebrei.
Il ricatto della sicurezza nel contesto storico
La richiesta di protezione speciale da parte degli Ebrei è testimoniata da tutta la storia del loro insediamento in Europa. Nel Medioevo, le élite europee erano consapevoli dell’ostilità suscitata dallo sfruttamento dei contadini da parte degli Ebrei, ma, poiché anche loro beneficiavano di questo sfruttamento attraverso tasse speciali sugli Ebrei, erano state adottate numerose misure per aumentare la sicurezza degli usurai ebrei e delle loro famiglie. Il tanto famigerato “distintivo”, normalmente una stella gialla, risale al XIII secolo, quando era stato introdotto per facilitare il riconoscimento degli Ebrei da parte delle loro guardie del corpo ufficiali.[1] Nel volume Gli Ebrei, del 1922, Hilaire Belloc aveva sottolineato che, dopo l’Illuminismo e il declino delle monarchie assolute, gli Ebrei si erano appropriati della “cittadinanza” come sostituto della sicurezza e della protezione offerte dall’ormai superfluo rapporto simbiotico con le vecchie e indebolite élite del passato. L'”uguaglianza sotto la legge”, o piuttosto l’applicazione ineguale di questo principio, era diventata la strada per la sicurezza e il trattamento speciale che, come sosteneva Belloc, “l’Ebreo” sente “come suo diritto”. Belloc aveva scritto:
Senza di essa [l’Ebreo] si sente handicappato. A suo parere, egli si salva dallo svantaggio di un’ostilità latente solo quando è protetto in questo modo, ed è quindi convinto che il mondo gli debba questo singolare privilegio, quello di avere piena cittadinanza in qualsiasi comunità in cui si trovi momentaneamente, pur mantenendo la piena cittadinanza della propria nazione. … Ciò che l’Ebreo vuole non è l’orgoglioso privilegio di essere chiamato inglese, francese, italiano o olandese. A questo è del tutto indifferente. Quello che l’Ebreo vuole non è la sensazione di essere come gli altri – questo sarebbe odioso per lui – quello che vuole è la sicurezza. (Gli Ebrei, p. 26).
Andrew Joyce, recensendo l’opera di Belloc, commenta:
Belloc solleva un punto interessante: l’incessante ricerca di sicurezza da parte degli Ebrei rimane una realtà cruda ma spesso trascurata nel presente. L’ascesa dei nazionalsocialisti e l’ondata di esasperazione repressa in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale avevano rivelato agli Ebrei lo scarso potere della cittadinanza, di per sé, nel mantenere la finzione dell’uguaglianza e nell’offrire il profondo livello di sicurezza da loro desiderato. Di fronte ad un’espressione generalizzata dell’etnocentrismo europeo, l’Ebreo non era in grado di trovare una maschera adeguata. Non una religiosa, perché la veste di “cristiano” non offriva più protezione e possibilità di mimetismo criptico. Lo Stato comprendeva ora una cittadinanza di fratelli razziali piuttosto che di “concittadini” degli Ebrei. Per la prima volta nel lungo gioco delle sedie musicali che avevano giocato fin dal loro arrivo in Europa, la musica aveva smesso di suonare – e gli Ebrei erano rimasti senza sedia. Dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale doveva nascere un nuovo mondo. Per gli Ebrei la cittadinanza non era più sufficiente, ora la sicurezza degli Ebrei doveva essere ricercata regolamentando i non Ebrei e imponendo limiti all’esercizio della loro cittadinanza. Dalla Seconda Guerra Mondiale, questo ha assunto le forme più diverse, dall’ingegneria del profilo demografico delle nazioni occidentali alle leggi sull'”odio” e alle lobby per il controllo delle armi.
Un nuovo racket della protezione
Amministrato dalla Federal Emergency Management Agency (FEMA), il Nonprofit Security Grant Program (NSGP) è attualmente negli Stati Uniti uno dei metodi legali più significativi per il trasferimento di ricchezza e risorse dai non Ebrei agli Ebrei. Originariamente proposto dalla Jewish Federations of North America (JFNA) nel dicembre 2001, l’NSGP ha dato oltre 1,1 miliardi di dollari di denaro dei contribuenti a gruppi ebraici, con l’obiettivo dichiarato di proteggere sinagoghe e scuole.
La destinazione quasi esclusivamente ebraica dei fondi del NSGP è solo leggermente mascherata. La FEMA dichiara che “il Nonprofit Security Grant Program (NSGP) fornisce sostegno finanziario per il rafforzamento degli obiettivi e altri miglioramenti della sicurezza fisica e delle attività alle organizzazioni non profit che sono ad alto rischio di attacco terroristico. L’intento è quello di integrare le attività di preparazione delle organizzazioni non profit con i più ampi sforzi di preparazione a livello statale e locale. L’obiettivo è anche quello di promuovere il coordinamento e la collaborazione nelle attività di preparazione alle emergenze tra i rappresentanti delle comunità pubbliche e private e le agenzie governative statali e locali. [grassetto aggiunto]”. Le informazioni finanziarie disponibili pubblicamente mostrano che la quota ebraica dei fondi distribuiti è così grande da richiedere sicuramente una menzione speciale. Nel 2009, i gruppi ebraici avevano ricevuto il 60% dei fondi, nel 2007 il 73%, nel 2011 la percentuale era salita all’81%, al 97% nel 2012, al 90% nel 2013 e gli Ebrei avevano ricevuto 11 milioni di dollari dei 13,8 milioni distribuiti nel 2014. Il NSGP è un programma ideato da Ebrei per favorire gli Ebrei.
Nel 2020, rendendosi conto di aver trovato una ricca fonte di fondi, i gruppi ebraici avevano iniziato a coinvolgere altri gruppi religiosi minoritari, in particolare i Musulmani, insieme ad alcune comunità religiose, nel tentativo di ottenere un aumento dei fondi sotto un ombrello superficialmente più diversificato. Ma il coinvolgimento di altri gruppi era puramente tattico. Secondo Jewish Currents,
Il programma di sovvenzioni per la sicurezza non era mai stato pensato tenendo conto delle particolari esigenze delle comunità musulmane. Il programma era stato creato nel 2005, in gran parte a seguito delle pressioni esercitate dai gruppi ebraici, tra cui le Federazioni ebraiche del Nord America (JFNA) – allora note come Comunità ebraiche unite – e l’Unione ortodossa. Grazie al costante lavoro della lobby ebraica e ad una solida infrastruttura ebraica che “addestra” queste organizzazioni a richiedere sovvenzioni, la maggior parte dei fondi è sempre stata destinata alle sinagoghe e alle organizzazioni della comunità ebraica.
Una voce di Wikipedia sul NSGP contiene l’avvertimento che “il programma è diventato un argomento popolare tra i blogger antisemiti e complottisti, che puntano sulle informazioni relative all’entità dei premi per sostenere che gli interessi ebraici hanno un effetto indebito sul governo americano“. Questa precisazione sembra superflua, dato che gli stessi Ebrei hanno celebrato il NSGP come un prodotto del loro potere e della loro enorme influenza in America. Nel 2010, Forward aveva pubblicato un editoriale specificamente su come “il programma di sovvenzioni aiuta a capire il potere organizzativo e politico degli Ebrei. È questo potere che ha permesso ad una piccola comunità di creare e mantenere un programma governativo fatto su misura per le sue esigenze e rivolto quasi esclusivamente ai suoi membri“. In un momento in cui il numero di vittime bianche del multiculturalismo sta aumentando vertiginosamente, Forward scrive:
La Akiba-Schechter Jewish Day School, a Chicago, ha installato nuove luci intorno all’edificio e nel parcheggio e ora dispone di un sistema di videosorveglianza all’avanguardia con 12 telecamere. La Congregazione Brith Shalom di Bellaire, in Texas, ha ora porte e finestre a prova di esplosione. A Baltimora, la scuola Bais Hamedrash & Mesivta ha installato un nuovo cancello per il parcheggio e ha piazzato telecamere in tutto l’edificio. All’inizio di questo mese, la Congregazione B’nai Israel di Staten Island ha installato nuove finestre antisfondamento nel suo edificio vecchio di 40 anni. Tutto questo grazie ai contribuenti statunitensi.
L’analisi dei beneficiari dei fondi ha rivelato che quanto più forte è l’identificazione ebraica, tanto maggiore è la richiesta di denaro. Ad esempio, “gli Ebrei Lubavitch hanno ricevuto più sovvenzioni dell’intero movimento Reform, la più grande denominazione del Paese. Nel complesso, le istituzioni ortodosse erano drammaticamente sovrarappresentate, avendo ricevuto dal 2007 al 2010 circa il 45% delle sovvenzioni destinate a tutte le istituzioni ebraiche…. Una sovvenzione è stata assegnata anche all’American Israel Education Fund, che è un’emanazione dell’America Israel Public Affairs Committee e ha un patrimonio netto, secondo i suoi ultimi documenti fiscali, di 38 milioni di dollari“.
La formula magica
Forward sottolinea che il beneficio sproporzionato dato agli Ebrei “non è un caso” e che i gruppi ebraici sono stati coinvolti nella progettazione della formula per i premi – una formula che inevitabilmente li avvantaggerà sempre rispetto ad altri gruppi:
La legislazione e le regole che definiscono l’ammissibilità [ai finanziamenti] non menzionano la preferenza per le istituzioni ebraiche, ma, in pratica, il programma potrebbe essere facilmente considerato come una caratteristica distintiva ebraica. In primo luogo, le istituzioni religiose sono preferite ad altre organizzazioni non profit. Questa politica è contenuta nelle regole ufficiali del DHS per la valutazione delle richieste di sovvenzione. Ogni organizzazione che fa domanda riceve un punteggio in base ai meriti della sua richiesta. Il punteggio di una “organizzazione no-profit con affiliazione religiosa” viene moltiplicato per tre, cosa che le dà un vantaggio significativo rispetto agli altri richiedenti. In secondo luogo, alle aree metropolitane ad alto rischio viene data la massima priorità nel processo di assegnazione delle sovvenzioni e le città di “livello 1” – New York, Washington, Houston, Chicago e Los Angeles – hanno una forte concentrazione di Ebrei. Una seconda fascia è costituita da città che presentano un rischio minore di attacchi terroristici, tra cui Miami, Boston e Dallas. Filadelfia faceva parte di questo secondo gruppo, ma, nel 2010, era stata spostata nella fascia 1. I lobbisti stanno ora lavorando per l’inclusione della Contea di Rockland, N.Y., perché ospita una densa popolazione ultraortodossa. In terzo luogo, una definizione ambigua di ciò che costituisce una minaccia terroristica ha permesso a molte istituzioni ebraiche di presentare argomentazioni più convincenti rispetto alle controparti non ebraiche. I criteri stabiliti dal Congresso e dal DHS prevedono che le organizzazioni no profit dimostrino di essere state oggetto di precedenti minacce o di attacchi da parte di una rete terroristica, “o di organizzazioni strettamente collegate (all’interno o all’esterno degli Stati Uniti)”. Tenere conto degli incidenti avvenuti all’estero permette ai gruppi ebraici di mantenere alto il livello di minaccia, indipendentemente da ciò che accade realmente nelle loro comunità. Diverse sinagoghe Chabad contattate da Forward avevano citato l’attacco del novembre 2008 contro la casa Chabad di Mumbai, in India, come prova della loro vulnerabilità. Altri richiedenti avevano indicato gli attacchi terroristici contro obiettivi ebraici in Israele come giustificazione per il finanziamento governativo. … Dall’11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno sventato quasi tre dozzine di complotti terroristici credibili e più di 170 sospetti terroristi sono stati arrestati. La comunità ebraica è stata presa di mira direttamente solo in un piccolo numero di questi attentati. … I gruppi ebraici, tuttavia, tengono un conteggio diverso. Tra questi, la sparatoria del luglio 2006 all’edificio della Federazione ebraica di Seattle, che aveva causato un morto, e l’attacco del luglio 2010 al Museo commemorativo dell’Olocausto di Washington, che aveva causato la morte di una guardia di sicurezza. Entrambi gli incidenti erano stati descritti dalle autorità di polizia come crimini d’odio, non come attacchi terroristici. Gli autori – uno musulmano, l’altro cristiano bianco – non erano affiliati a nessuna rete terroristica e i loro attacchi non facevano parte di un programma più ampio. … Eppure, la Congregazione Beth Jacob, a Beverly Hills, aveva citato l’incidente di Seattle come giustificazione per la richiesta di fondi federali destinati alla sicurezza.
Avete letto bene. Un attacco agli Ebrei in qualsiasi parte del mondo, come in India o in Israele (!), farà sì che essi ricevano più fondi negli Stati Uniti. E questi fondi verranno utilizzati semplicemente per rendere la vita degli ebrei più confortevole, come isolarli dalla criminalità multiculturale o migliorare le loro proprietà. L’articolo di Forward spiega:
Conversando con i leader di decine di sinagoghe e altre organizzazioni ebraiche in tutto il Paese, Forward ha scoperto che la lotta al crimine, e non la prevenzione del terrorismo, è la motivazione principale per la richiesta di fondi federali. “Era da molto tempo che pensavamo di migliorare la nostra sicurezza, non per un problema particolare”, ha detto il rabbino Adam Zeff del Germantown Jewish Centre, a Filadelfia. “Abbiamo avuto alcuni incidenti che non eravamo in grado di affrontare: persone che entravano nell’edificio, atti di vandalismo nel nostro parco giochi. La sovvenzione per la sicurezza interna è stata importante per noi perché ha ampliato la nostra visione di ciò che potevamo fare”. Un parere simile è stato espresso da Hanna Belsky, amministratrice della scuola superiore Hanna Sacks Bais Yaakov di Chicago. “C’erano stati incidenti come la rottura di una finestra, l’ingresso di estranei nella scuola”, ha detto. “Il nostro parcheggio era aperto alla strada e ora, con questi soldi, è diventato un parcheggio privato. … Questo era il nostro sogno”.
Nel 2021 la spinta ad aggiungere una diversità superficiale al profilo del programma di sovvenzioni era riuscita a spingere i legislatori creduloni a raddoppiare il finanziamento annuale del programma. Nel 2023 il finanziamento era salito a 305 milioni di dollari (all’apertura del programma, il budget annuale era di 15 milioni di dollari). A marzo di quest’anno, tuttavia, i gruppi ebraici sono stati presi dal panico quando l’amministrazione Biden ha ridotto il finanziamento del 10%, portandolo a 274,5 milioni di dollari. Sebbene l’importo finale sia ancora da sogno, i gruppi ebraici sono probabilmente turbati dal fatto che ci sia stata una riduzione. L’ambizione è chiaramente quella di continuare ad espandere questa lucrosa miniera d’oro, con Chuck Schumer che chiede di portare il finanziamento a 1 miliardo di dollari all’anno. Dopo tutto, un mondo in cui i parcheggi ebraici sono aperti alla strada sarebbe semplicemente intollerabile.
A quanto pare, i gruppi ebraici non sono confortati dal fatto che il bilancio di Biden per l’anno fiscale 2025, reso noto l’11 marzo, proponga una cifra record di 385 milioni di dollari per il NSGP. Anche un calo temporaneo è inaccettabile. In una dichiarazione congiunta, l’Anti-Defamation League, l’American Jewish Committee, la Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane, le Federazioni ebraiche del Nord America e l’Unione ortodossa hanno affermato che “questi fondi non sono solo sovvenzioni, sono arterie vitali che hanno fortificato istituzioni indispensabili contro l’odio e la violenza. Le misure di sicurezza che questi fondi hanno attuato nelle strutture ebraiche di tutto il Paese hanno salvato vite e impedito tragedie. Insieme, chiediamo al Congresso di dare priorità ad ulteriori finanziamenti per rendere completo il programma NSGP. Qualsiasi supplemento per la sicurezza nazionale deve includere i fondi per l’NSGP e deve essere aumentato il finanziamento per l’NSGP nella legge di stanziamento per l’anno fiscale 2025″. Jonathan Greenblatt ha tenuto a ribadire che l’NSGP non è un programma solo ebraico, affermando che “queste sovvenzioni sono fondamentali per la sicurezza non solo della comunità ebraica, ma anche delle organizzazioni non profit e delle istituzioni religiose di tutto il Paese“.
Il ricatto della sicurezza diventa internazionale
L’enorme successo della truffa del NSGP ha permesso di replicarla altrove. In Gran Bretagna non si preoccupano nemmeno di fingere che si tratti di una sovvenzione generalizzata per organizzazioni non profit. Solo pochi mesi fa, il governo britannico ha annunciato che il Jewish Community Security Trust avrebbe ricevuto “più di 70 milioni di sterline nei prossimi 4 anni, come parte del Jewish Community Protective Security Grant”. Mentre la criminalità è aumentata del 15% nelle scuole multiculturali britanniche, le scuole ebraiche beneficeranno di un maggior numero di guardie di sicurezza, di un miglioramento delle recinzioni e di altre misure volte a far sentire gli Ebrei più protetti e a loro agio. In Francia, l’80% delle esigenze di “sicurezza” della comunità ebraica sono finanziate dai contribuenti attraverso la Délégation aux Coopérations de Sécurité. L’anno scorso, il governo tedesco ha aumentato del 70% i finanziamenti per il più grande organismo nazionale ebraico, il Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, in modo da includere “la creazione di un programma di formazione a livello nazionale per il personale di sicurezza delle istituzioni ebraiche”.
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Il quadro generale, quindi, è che gli Ebrei continueranno a fare pressione in modo sproporzionato per l’emarginazione demografica dei bianchi, ottenendo al contempo dai governi di queste stesse nazioni fondi che renderanno la loro vita più facile, più sicura e li proteggeranno dai peggiori effetti del multiculturalismo. Gli Ebrei possono anche essere a favore delle migrazioni di massa, sapendo che, anche nelle grandi città, sono in grado di vivere, studiare e praticare il culto dietro recinzioni elettriche, decine di telecamere e guardie di sicurezza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza alcun costo per loro. Possono parcheggiare le loro auto in parcheggi privati e ricevere ogni anno più soldi per farlo, perché qualcuno potrebbe urtare un ebreo a Mumbai o un palestinese potrebbe lanciare una pietra contro un soldato dell’IDF. Non c’è sicuramente un indicatore maggiore che gli Ebrei sono un’élite del fatto che, proprio come nel Medioevo, un’aggressione a un Ebreo è vista come qualcosa di simbolico, qualcosa di più della somma delle sue parti. Nel Medioevo, compromettere la sicurezza di un Ebreo significava attaccare la monarchia stessa. Oggi, compromettere la sicurezza degli Ebrei significa attaccare la democrazia, abusare dei diritti umani o qualche altra utile astrazione. Nella citazione dal Tao Te Ching che apre questo articolo, Lao Tse commenta la totale mancanza di pace che si trova nell’anima di chi insegue il denaro. In altre traduzioni, la frase è espressa come “Chi accumula oro e giada non troverà mai la pace“. L’influenza ebraica smisurata porta con sé un’abbondanza di insicurezza, ma siete voi a pagare il conto.
Note
[1] “The Jews of England in the Thirteenth Century”, Jewish Quarterly Review, 15:1 (1902), 5-22 (p.14).
Fonte: theoccidentalobserver.net
Link: https://www.theoccidentalobserver.net/2024/04/08/the-jewish-security-shakedown/
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org