Il vaccino e la collaborazione capitalistica
di Sonia Savioli - 17/09/2020
Fonte: Sonia Savioli
Che peccato! Quei distopisti del Forum Economico Mondiale (FEM) cercano disperatamente di convincere i loro padroni a stringere solide alleanze, sognano un'Internazionale del capitale globale, e quelli, appena c'è una preda da sbranare, si azzuffano.
Distopia: il contrario di utopia, trattasi cioè di un ideale malvagio.
Il FEM è il consorzio, o associazione a scopo di lucro e potere (loro dicono di essere una no profit ma nessuno di noi è così stupido da credergli), che riunisce le mille più grandi e potenti multinazionali e la loro corte di multinazionali meno potenti. Al piano della servitù ci sono anche i politici delle istituzioni sovranazionali (ONU, UE ecc.) e di buona parte dei governi nazionali, più gli "scienziati a scopo di lucro e potere". Questi ultimi vengono allevati intensivamente fin dal loro ingresso come pollastri novelli nelle università, nutriti dal primo giorno col mangime delle regalìe e sovvenzioni delle compagnie multinazionali, fino a creare in loro un'ipertrofia dell'avidità e un'atrofia della coscienza.
Torniamo ai nostri "villains", come dicono gli inglesi, che così suona meno grezzo di "mascalzoni, criminali, delinquenti".
Dunque, i teorici del FEM li esortano da anni a collaborare. "Il futuro dei mercati dipenderà dalla collaborazione...", "Mentre i benefici della collaborazione diventano sempre più chiari, gli effetti del cambiamento da competitori a collaboratori si diffonderanno in ogni aspetto dell'organizzazione...", "... allearsi con i concorrenti storici", "... per preparare i nostri affari alle prossime trasformazioni e opportunità, dobbiamo collaborare" (Why partnership is the business trend to watch – 16/1/2018 WEF doc.). "Solo con la collaborazione potremo affrontare le nostre comuni sfide globali" (The importance of collaboration in a connected world – WEF).
E' solo un piccolo florilegio di titoli di articoli pubblicati sul loro sito e di studi da essi commissionati negli ultimi anni. "Collaborazione tra capitalisti", lo ripetono come un mantra o, per restare più sul nostrano, come l'Ave Maria nel rosario. Ma il miracolo non si avvera.
Questa collaborazione tanto auspicata doveva dispiegarsi in tutto il suo trionfo nella Quarta Rivoluzione Industriale, che essi componenti del FEM hanno deciso di "accelerare" (parole loro), di fronte all'incombere della crisi economica globale, pronta a scoppiare insieme al capitalismo. Lo strumento principale dell'accelerazione doveva essere la psicopandemia da coronavirus. Per questo nel settembre 2019 si sono presi la briga di organizzare Event201, una sorta di esercizio intellettuale o gioco di ruolo in cui prospettavano i futuri scenari della "ristrutturazione del capitalismo a seguito di una pandemia da coronavirus" (!!)
In questi scenari era previsto, oltre a tutto quello che è successo e che sta succedendo (i profeti!), l'uso massiccio dei farmaci antivirali contro la pandemia. Per il vaccino, dicevano, ci vorranno almeno dieci anni.
Perché, a quella parte dei teorici del capitalismo globale che lavorano per il settore "mercato dei farmaci", avendo comunque una laurea in medicina, non sembrava possibile intarlucchire le menti dei medici, oltre che della massa, fino al punto di fargli credere che potesse funzionare un vaccino per un coronavirus (...i coronavirus furono scoperti negli anni sessanta dalle cavità nasali di pazienti con raffreddori comuni...), un tipo di virus che muta da un naso all'altro. Questo perché, essi servi del capitalismo farmaceutico, hanno comunque una mentalità tecnica, e non capiscono la magia.
I globalcapitalisti invece la capiscono e la usano tutti i giorni in quantità ridondante: trasformano i veleni in medicine, i rifiuti tossici in fondi autostradali, le scorie radioattive in aiuti allo sviluppo dell'Africa, i fanghi chimici in concimi naturali e così via.
Poi usano quella magia dei maghi da palcoscenico, che fa credere di vedere ciò che non c'è e impedisce di vedere ciò che davvero c'è. La magia che crea una pandemia da coronavirus mentre la gente muore di cancro, d'infarto, di malattie autoimmuni, di inquinamento, di intossicazione da farmaci. A quest'ultima magia, la magia ipnotica, gli scienziati tecnofarmaceutici al servizio del capitale globale si sono affidati, affidandosi ai servi del capitalismo globale mediatici e politici: i tecnici della menzogna. Si fidano della tecnica e quindi avranno pensato che i tecnici della menzogna e della manipolazione sapessero il fatto loro. Ma per quel che riguarda i farmaci, i tecnici erano loro, e progettavano di curare la "pandemia" con gli antivirali.
"Farmaci antivirali somministrati subito dopo i primi sintomi... e un trattamento profilattico dei contatti può ridurre il loro rischio di infezione" (The Lancet – 19 marzo 2020). Vedete? Volevano addirittura "prevenirla" con gli antivirali.
Ne hanno vagonate di antivirali "sottoutilizzati", e questa era l'occasione buona per trasformarli da bidonata in un affare miliardario.
Ma quei distopisti del FEM, con i loro "ideali", non fanno mai i conti con l'oste. Sono troppo tecnici, non capiscono l'essere umano che, nel bene o nel male, non funziona come una macchina, nemmeno come una macchina cibernetica ( anche per questo stanno cercando di sostituirici, appunto, con delle macchine cibernetiche). Così, come non hanno previsto gli scrupoli di quei medici ancora dotati di cervello e di cuore nell'usare i pericolosi antivirali, non hanno nemmeno previsto la folle avidità dei capitalisti globali: la pandemia è stata come il colpo di pistola nella gare dei cento metri alle olimpiadi. Pam! E tutte le multinazionali farmaceutiche sono scattate per arrivare prima a realizzare l'irrealizzabile vaccino, con un metaforico coltello tra i denti per menare fendenti agli avversari. Astra Zeneca, Pfizer, Moderna, Novavax, Glaxo, Biontech. Più di 200 aziende si sono lanciate, 24 stanno già sperimentandolo: il farmaco più veloce della storia.
"Collaborazione... alleanza... accordi..." Macché! Quello che invece gli riesce bene è l'altrettanto auspicato dal FEM partenariato pubblico privato: certi governi (il pubblico, cioè i soldi pubblici) hanno subito alzato la mano come gli agenti di borsa: a me cento milioni di vaccini! A me centoventi! La corsa alla prenotazione è incominciata.
E in tanto affannarsi per arrivare primi a ramazzare quanta più grana possibile, ognun per sé e la pandemia per tutti, ci dicono che anche un'azienda italiana, la ReiThera, sta tentando di salire sul podio, avanti c'è posto. Non è vero, è sempre la Glaxo. Le multinazionali dei farmaci non hanno nazionalità, sono apolidi ma non perché "nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà" ma perché la loro patria sono i soldi e il potere e sono anche la loro unica legge. E comunque la ReiThera, quando ancora si chiamava Oikoros, è stata acquisita dalla Glaxo fin da 2013; adesso dice di essere una sussidiaria della Merck e comunque è di proprietà di una società anonima svizzera di speculazioni finanziarie con sede a Basilea: Keires. Però se dici che è italiana sembra che i soldi restino in casa, dato che la Regione Lazio le ha dato otto milioni di euri per "aiutarla" a fare il vaccino e a guadagnarne molti di più.
Il coro fragoroso dei mediaservi, squilli di tromba e rulli di tamburo "c'è il vaccino italiano".
Chissà come ci sono rimasti quelli della banda del FEM, ramo "collaborazione capitalistica", nel vedere i loro riottosi allievi che si azzuffano come nei saloon dei film western di una volta. D'altra parte, dovrebbero sapere che quello dei farmaci e dei vaccini è diventato un mercato affollatissimo, e nei mercati presi d'assalto c'è sempre una grande confusione, a volte non si riesce neanche a passare.
Comunque adesso anche l'Italia, l'Italia senza più ambulatori di quartiere e di paese, senza più ospedali nelle piccole città, senza più medicina davvero preventiva cioè quella che studiava i danni delle sostanze chimiche e dei lavori usuranti, ha il "suo" vaccino, fatto da una multinazionale che ha sede sul suo territorio ma che paga le tasse in Svizzera, se le paga, e che partecipa alla gara a tappe forzate per venderlo a vagonate almeno allo stato italiano.
E così ReiThera ha incaricato l'istituto nonché ospedale Spallanzani di fare la sperimentazione del vaccino sugli esseri umani. A pagamento, s'intende, ormai è normale che tutto ciò che riguarda farmaci e malattie vere o presunte sia portato al mercato dove, strillando a più non posso (VACCINI, VACCINI, GUARDATE CHE BEI VACCINI FRESCHI!), si troveranno sicuramente i compratori. Ne è convinta anche Unicredit, che ci ha investito 5 milioni. Lei investe mentre la Regione Lazio regala: gli unici fessi che regalano, ormai, siamo noi contribuenti.
Allora, tutto felice, Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani ha fatto una conferenza stampa col camice. E il bavaglio, naturalmente. Il camice essendo ormai una divisa prestigiosa, che permette di dire qualsiasi fesseria, anche di aver volato da un continente all'altro a cavalcioni di una palla di cannone, ed essere presi sul serio.
Così l'individuo in questione ha detto ai giornalisti ivi presenti, mentre il segretario del PD nonché governatore del Lazio Zingaretti, anch'egli imbavagliato, lo fiancheggiava: "Oggi è stata inoculata la dose all'unico volontario, il primo volontario, la persona volontaria, come sapete abbiamo preso questa decisione di non esporre nessun volontario reale per la praivasi... mercoledì altri due volontari... se tutto va bene ci sarà la seconda e la terza fase, che probabilmente si farà in un paese, perché nonostante tutto quello che si dice in questa fase in Italia non c'è questa catastrofe, non abbiamo tutti questi pazienti, tutti questi malati, andremo in paesi, probabilmente della latinoamerica, dove invece il virus è in fase di crescita".
Ahinoi! A questo punto dello sproloquio un vero medico, di quelli che curano e guariscono o almeno ci provano, e non di quelli che possono essere sostituiti da macchinette distributrici di farmaci (macchinette smart naturalmente, cibernetico digitali intelligenti, e vedrai che ci arriviamo), un medico vero, dicevo avrebbe provato l'impulso, come lo prova talvolta il commissario Montalbano con i cretini in malafede, di buttarlo a terra e pestarlo coi piedi. Si sarebbe trattenuto, però: questa non è un'incitazione alla violenza. Un giornalista vero, invece, avrebbe sbarrato gli occhi domandandosi "E' fesso o ci piglia per fessi?", e domandando all'esimio direttore: "Ma i vaccini non vanno sperimentati su persone sane? Non sono, come dite voi, farmaci di prevenzione e non di cura, e farmaci che in persone ammalate possono essere fatali, oltre che inutili? Tanto che, prima di somministrare un vaccino a una persona, il medico deve accertarsi che sia in buone condizioni di salute? Cosa sta dicendo, dottor Vaia? Qual'è il vero motivo per cui bisognerebbe fare la sperimentazione in un altro continente?"
Ma i giornalisti veri sono ormai estinti. Come l'invisibile ai più leopardo delle nevi, quei pochi rimasti sono celati in qualche anfratto blogghico o in qualche giornale internettico.
I mediaservi hanno fatto finta di niente. Ma noi qualche motivo per sperimentare il vaccino oltrecontinente lo possiamo trovare anche senza di loro.
"Le compagnie farmaceutiche sono sempre più alla ricerca di paesi al di fuori dell'Europa e degli Stati Uniti dove fare le loro sperimentazioni cliniche... La ricerca degli ultimi decenni ha mostrato una quantità di violazioni dei principi etici da parte di tutte le compagnie farmaceutiche... molto comune è la mancanza di un consenso informato, né sul fatto che si tratta di una sperimentazione né sui rischi impliciti... quando i partecipanti vengono danneggiati dal medicinale, non vengono curati né risarciti" . Lo dice WEMOS, una fondazione olandese di lavoratori della sanità che si occupa di terzo mondo. Concludendo: la sperimentazione nei paesi poveri o impoveriti è a buon mercato. Se poi va male, nessuno viene a saperlo. "Le aziende negano il collegamento tra la sperimentazione del medicinale e il danno alla salute", lo dice sempre WEMOS https://www.wemos.nl/wp-content/uploads/2016/06/Dirty_profits4_Clinical_trials_Africa.pdf
"Migliaia di indiani sono morti a causa di immorali sperimentazioni cliniche nell'ultimo decennio... Tra il gennaio 2005 e il novembre 2017 sono morte 4967 persone a causa di sperimentazioni cliniche, secondo i dati governativi... Altre 20.000 persone hanno sofferto danni alla salute... Le compagnie farmaceutiche hanno offerto risarcimenti solo a 187 famiglie" . Lo dice la Indian Society for Clinical Research. https://www.thenational.ae/world/asia/thousands-of-indians-die-in-unethical-clinical-trials-1.770992
Undici bambini morti in Nigeria nel 1996 dopo la sperimentazione di un antibiotico della Pfizer, decine rimasti paralizzati o ciechi. In Uganda, Nepal, Camerun, Thailandia, Perù, Nigeria... Sono solo gli scandali venuti alla luce nei primi anni del duemila. https://www.wemos.nl/wp-content/uploads/2016/07/examples_of_unethical_trials_feb_2008.pdf
Solo quelli venuti alla luce.
Concludendo: questi sono coloro che si atteggiano a nostri "salvatori". Le multinazinali del mercato dei farmaci e di qualsiasi altra cosa che si possa vendere. Il capitalismo saccheggiatore che si preoccupa della nostra salute.
Se ne preoccupa così tanto che, grazie alla "pandemia", è riuscito ad oscurare totalmente il problema ambientale. Mentre gli oceani si riempiono di nuovi rifiuti tossici da "pandemia", tipo disinfettanti velenosi e mascherine sintetiche, ci siamo scordati la vera minaccia mortale che incombe su tutti gli esseri viventi di questo pianeta, noi compresi. Ma il pianeta non se n'è dimenticato. Alluvioni e siccità, malattie autoimmuni e tumori, raccolti distrutti, specie viventi che si estinguono ogni minuto.
Sveglia!