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Imbecillità elettorale

di Marco Della Luna - 13/11/2017

Imbecillità elettorale

Fonte: Marco Della Luna

 

Fedele alle sue tradizioni, la partitocrazia, mentre ancora difende gli autori delle frodi bancarie, ha prodotto una legge elettorale che non può dar luogo a una maggioranza uscita dalle urne e che quindi negherà agli elettori la possibilità di scegliersi il governo e persino la maggioranza, per lasciare invece man salva ai gestori dei partiti politici per lottizzare, consociarsi e inciuciare le intese più o meno larghe che fan comodo a loro e ai loro padrini banchieri nazionali ed esteri.

 

Per evitare queste situazioni, senza dar luogo a un regime autoritario come voleva la riforma Renzi-Bischi, bastava e basterebbe riformare il bicameralismo nel senso di una camera eletta con doppio turno maggioritario che vota la fiducia al governo e le leggi “normali”, e un senato eletto con sistema proporzionale che vota le leggi costituzionali, elettorali, sulla cittadinanza, oltre ad eleggere il capo dello Stato e gli altri organi di garanzia e controllo.

Sempre come al solito, i leaders dei partiti politici chiedono di essere votati, affermando ciascuno di avere la capacità – se vincerà le elezioni – di risolvere i guai del Paese e di rilanciarlo.

Ovviamente, siffatte affermazioni sono vuote millanterie, perché i guai del Paese derivano, in sostanza, da fattori completamente al di fuori della capacità di azione di qualsiasi forza politica (perlomeno nazionale):

-la composizione del paese Italia, fatta di aree funzionalmente troppo diverse per ragioni storiche per legare tra loro, e che infatti non hanno legato se non nelle prassi più disfunzionali, ormai diffusesi a tutte le aree attraverso la burocrazia, la politica e l’emigrazione interna (dopo 150 di unità anni vi sono regioni che funzionano meglio di altre con 1/9 del personale e della spesa);

la storicamente sempre ribadita sottomissione gerarchica dell’Italia a potenze straniere, che ne abbattono la concorrenzialità e ne prelevano le risorse, e, per far ciò, le impongono indirizzi economici, finanziari, politici e persino colpi di Stato (come quello Napolimonti);

le dinamiche planetarie produttrici di crescenti diseguaglianze, miserie e oppressioni (processi di concentrazione oligarchica-apolide-irresponsabile di reddito-ricchezza-potere; di globalizzazione distruttiva del rapporto territori-cittadini-potere e parallela sostituzione etnica; privatizzazione delle funzioni e dei poteri statuali nelle mani di organismi sovrannazionali insindacabili, detentori di strumenti tecnologici di tracciamento-condizionamento delle persone al disopra di ogni controbilanciamento giudiziario e democratico):

Draghi con il ministro Padoan

.Su questi fattori, cioè sulle cose che contano, sull’essenziale, politica e mass media fanno silenzio, salvo insorgere per bollare di marxismo, populismo o razzismo chiunque ardisca menzionarli. Ciò assicura l’innocuità, ossia l’imbecillità, del dibattito elettorale.