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Intelligenze artificiali

di Pierluigi Fagan - 25/08/2024

Intelligenze artificiali

Fonte: Pierluigi Fagan

Ebreo di ricca famiglia di banchieri ungherese, precoce genio della logica matematica, Janos Lajos Neumann, presto si traferì in America mimetizzandosi prontamente con il nome di John a cui seguiva il titolo nobiliare acquisito di fresco “von” che in America faceva la sua figura.
Convintamente "anti-marxista", era fuggito dall’Ungheria per scappare alla rivolta comunista di Béla Khun in Austria dove il padre fece amicizia stretta col fascista Miklos Horty, poi macchiatosi di enormi crimini nella controrivoluzione che spazzò via Khun ed i comunisti. Ma von Neumann non aveva simpatie fasciste o naziste, tutt’altro era un liberale integrale. Dallo sfarinamento dell’Impero austro-ungarico non solo provenne una intera generazione di fisici ungheresi poi migranti in America, non solo il fratello di Karl Polanyi, Michael (ultraliberale), ma anche l’austriaco Karl Popper e gli altrettanto famosi austriaci von Mises e von Hayek. Tranne i Polanyi ed Hayek erano tutti ebrei.
Per primo dimostra che la meccanica ondulatoria di Schrodinger e la meccanica delle matrici di Heisenberg sono due modi pari di descrivere correttamente lo stesso fenomeno, spingendosi però a postulare che il punto in cui la logica quantistica cede a quella macroscopica è in un punto arbitrariamente profondo dentro il corpo fisico dell’osservatore, nella coscienza umana. Dal che Einstein che passeggiando in quel di Princeton con l’amico Pais gli si rivolge di colpo con “davvero lei è convinto che la Luna esiste solo se la si guarda?”.
Il tutto compreso in un libro “Fondamenti matematici della meccanica quantistica del 1932 ritenuto un capolavoro assoluto in cui l’ungherese si piccava anche di aver dimostrato l’impossibilità esistessero le famose variabili nascoste a cui si appellava Einstein contro l’interpretazione dominante detta di Copenaghen che von Neumann spalleggiava su basi matematiche. Poco dopo una matematica tedesca socialista kantiana, confutava inesorabilmente la dimostrazione di impossibilità (delle variabili nascoste) di vN, come sempre c’era un trucco nei postulati. Nessuno però fece una piega troppo grande il prestigio del matematico ungherese e troppo femmina, socialista e kantiana la sua sfidante, ci vollero ben trenta anni affinché la comunità scientifica accettasse quella confutazione demolendo il teorema di vN.  Alla faccia della falsificazione di Popper.
Von Neumann si trapianta con successo in America, amante dei soldi, buoni vini, buona tavola, bella vita (era nato in un appartamento con diciotto stanze) il suo genio viene presto arruolato nel Progetto Manhattan di cui diventerà una delle colonne portanti. Von Neumann la bomba la voleva con tutte le forse e non si accodò ai fisici che constatato che la Germania nazista si era arresa andarono dal Presidente a dire che loro non erano d’accordo a gettarla in testa ai giapponesi (200.000 morti), nemici sì, ma non della entità e mostruosità dei nazisti. Inutilmente.
Per sviluppare i complessi calcoli connessi alla bomba, JvN svilupperà prima contatti con Alan Turing, poi creò di fatto la base logico-matematica di tutti gli attuali computer detta infatti “architettura di von Neumann”. Ci fu anche una antipatica questione di diritti che suoi colleghi rivendicavano su questi progetti mentre JvN si era non solo intestato l’intero progetto ma anche i benefici riconosciuti dal complesso militare di cui era e rimarrà per tutta la vita il principale scienziato collaboratore, ma soprattutto dall’IBM. L’IBM arriverà così ad avere il 70% di quota mercato di tutti i computer del mondo negli anni Sessanta grazie a quell’esclusiva.
JvN fu tra i pochissimi fisici del Progetto Manhattan per lo più rimasti scioccati e disgustati dall’enormità del massacro di Hiroshima e Nagasaki, che continuò il progetto per la bomba H con E. Teller, suo amico anch’egli fisico ebreo ungherese poi testimone contro Oppenheimer nel famoso processo a porte chiuse per ipotetico tradimento (intelligenza col nemico), in quanto Oppenheimer era contrario. Fu per sviluppare i più complessi calcoli della bomba H che JvN mobilitò intelligenze, mezzi e fondi militari data la sua influenza e rete di amicizie importanti la fine di sviluppare i nuovi calcolatori. La più potente bomba H mai prodotta è 3125 volte più potente di quelle sganciate sul Giappone.
Negli anni ’50 JvN era uno dei capi della pingue fazione di establishment americano che voleva a tutti i costi nuclearizzare l’intera Unione Sovietica presentando diversi piani di bombardamento first strike che riteneva definitivo e necessario per soffocare nella culla il competitor atomico. JvN poi alla fine della sua carriera e vita finirà in una sedia a rotelle e quindi col suo accento teutone e l’acribia orgasmica per il calcolo privo di morale anche se si trattava di calcolare vite umane incenerite dai mezzi di distruzione di massa diventò l’ispirazione del dottor Stranamore di Stanley Kubrik. Il tipo era così, anaffettivo, privo di senso umano, con un grande cervello freddo, logico, matematico.
Ma il nostro era un vulcano inquieto e così arrivò anche ad interessarsi di relazioni umane competitive compendiate nella famosa Teoria dei giochi, sulla quale gli economisti anglosassoni hanno poi passato il tempo a darsi il Nobel l’un con l’altro per vari campi di applicazione, avendo anche contribuito alla profonda fondazione di quel presupposto irrealistico che è la decisione pienamente razionale in situazioni di completa informazione alla base dell’homo oeconomicus. Famoso il “Dilemma del prigioniero” che prevede che tra due competitor la strategia migliore è sempre che l’uno tradisca l’altro senza mettersi d’accordo. In seguito, lo stupito splendore delle strategie relazionali competitive egoiste compendiate da vN venne ridimensionando scoprendo la ben più vasta area dei giochi cooperativi e di quelli cooperativi reiterati (Axelrod). È lì che JvN coniò l’espressione giochi a “somma zero” o vinco io o vinci tu, tertium non datur. Il libro venne scritto con un economista austriaco, Morgenstern, il quale aveva assiduamente frequentato la Scuola degli economisti viennesi (von Mises, von Hayek) traendone questa impressione annotata su i suoi diari: “Ero l’unico puro ariano tra otto… [e di indignava per le] …sgradevoli discussioni di questo circolo di ebrei arroganti”.
JvN è stato anche uno dei principali sponsor ed animatori scientifici del think tank che è dietro tutte le strategie di guerra americane nonché dello sviluppo tecno-scientifico collegato, come la chiamò la Pravda “l’accademia americana della morte e della distruzione”, la RAND Corporation. Da lì manovrando per lo sviluppo ed affermazione dell’equilibrio del terrore. Non diventò mai amico di John Nash che conosciamo tramite il film Beautiful mind, peccato che nel libro si raccontano cose di Nash (un serio squilibrato patologico forse per questo dotato di grande logica matematica) da cui emerge il fatto che il film è basato su una storia per lo più inventata di sana pianta, il personaggio era universalmente conosciuto come molto sgradevole anche per il poco umanista JvN.
E chiudiamo con la nascita e sviluppo delle macchine autoreplicanti, una idea che è in corso di pieno sviluppo con le stampanti 3D in gradi di stampare un’altra stampante 3D in grado di… . Una idea che arriva sino alle futuribili sonde di von Neumann che potrebbero colonizzare lo spazio profondo autocostruendo copie di sé stesse con materiali reperiti nei vari pianeti o satelliti. Ma se realizzate sulla Terra potrebbero portare a Matrix anche se darwinianamente non è escluso possano evolvere in tal senso magari sulla Luna e poi tornare a farci visita.
Ma verso il fine vita, JvN tornò ad interessarsi del suo vecchio amore segreto o ovvero replicare in artificiale e meccanico la mente umana (automi cellulari), realizzare la hard machine in grado di sostituire pienamente la soft machine ben meno logica, efficiente e matematica. Da qui anche il termine “singolarità” da lui stesso inventato.
Prima di morire per paura delle morte che pure aveva contribuito a comminare a piene mani, si converte al cattolicesimo in base alla scommessa di Pascal. Termina sentendo il progressivo disfacimento mentale chiedendo ansioso alla figlia di fargli quiz matematici come sette più quattro, lei va avanti per un po’ poi esce dalla stanza della clinica piangendo.
Il post pone il problema di quali parti periferiche ed atipiche della mente umana usiamo per alimentare il progresso tecnico e scientifico, a volte.
Il libro è bello, bel scritto, molto interessante.