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Italia in declino, i giovani se ne vanno

di Federico Dal Cortivo - 27/04/2025

Italia in declino, i giovani se ne vanno

Fonte: Federico Dal Cortivo

L'Italia è in recessione da anni  ed anche con il governo di centro destra le cose non sono cambiate.
 Il colpo di grazia  è stata  la scelta scellerata di appoggiare supinamente  le sanzioni contro la Russia andando così contro gli elementari interessi nazionali, l'energia è aumentata, si compera gas liquefatto dagli Stati Uniti ad un costo maggiore del gas russo che arrivava abbondante e a buon mercato.
E così spariscono le imprese, cala la produzione, diminuiscono le opportunità di lavoro per tanti giovani qualificati che alla fine cercano la loro strada trasferendosi all’estero, dopo aver compiuto studi a spese di uno Stato che non sa e non vuole poi valorizzarli al suo interno. I dati forniti dall’ISTAT sono sconfortanti: “Nel decennio 2013-2022 sono costantemente aumentati i giovani italiani che hanno trasferito all'estero la residenza; molto meno numerosi sono stati invece i rientri in patria.
In questo periodo, di oltre un milione di cittadini espatriati, un terzo (352mila) aveva un'età compresa tra i 25 e i 34 anni e, tra questi, oltre 132mila (37,7%) erano in possesso della laurea al momento della partenza".
A ciò dobbiamo aggiungere tutte le politiche antisociali portate avanti a spron battuto dai vari governi sia di centro sinistra ,Legge Treu del 1997, per proseguire con la Legge Biagi -Maroni del 2003 centro destra,  per arrivare al Jobs Act del centro sinistra, completata quest’ultima tra il 2014/2016, che hanno di fatto precarizzato sempre di più il rapporto di lavoro  e depotenziato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Il tutto con il tacito assenso delle confederazioni sindacali  ridotte oramai a cinghia di trasmissione del padronato.
Va evidenziato che se anche negli ultimi tempi vi è stata una crescita dei contratti di lavoro a tempo indeterminato, vero volano per una Nazione che guarda al futuro , di contro l’Italia ha tra le retribuzioni più basse in Europa. Risultato ? I giovani con titoli di studio e qualifiche se possono vanno altrove, dove i contratti sono stabili e i salari più alti, qui non hanno prospettive a meno che non si adattino ad essere sottopagati che fa rima con sfruttati e magari anche precarizzati , senza contare la deregolamentazione degli orari di lavoro come nel commercio, che vede sempre più persone lavorare anche  nei giorni festivi , con tutte le ricadute negative in campo familiare e sociale.
Analizzando poi la situazione della “politica economica “ dei vari governi da oltre un trentennio a questa parte, si nota che non solo vi è stato un attacco costante contro il mondo del lavoro, ma si sono svenduti i principali asset strategici al capitale straniero e questo in particolar a partire dal 2 giugno1992 dopo che sul panfilo reale Britannia, presenti Mario Draghi allora direttore generale del Tesoro, rappresentanti della BZW ditta di brocheraggio della Barclay’s, Baring &Co., Warburg, per l’IRI Riccardo Gallo, Giovanni Bazoli per Ambroveneta,Antonio Pedone della Crediop e funzionari di Società Autostrade, Generali, Comit( fonte Executive Intelligence Review), si mise a punto il piano della progressiva distruzione della nostra ricchezza nazionale e della sua privatizzazione.
Sono cambiati i governi a guida centro sinistra, tecnica, centro destra, ma l’opera di smantellamento dei settori fondamentali di sovranità nazionale non è mai cessata , si dice per fare cassa, ma sarebbe come se il buon padre di famiglia decidesse di svendere la propria casa frutto di sacrifici per poi andare in affitto pagando di più il servizio e rischiando anche di essere un giorno sfrattato. Tim ha ceduto la totalità della rete fissa e della fibra agli statunitensi di KKR, la Fiat dopo aver succhiato per decenni soldi allo Stato, scaricando le perdite su tutti noi e privatizzando gli utili, è finita in mano ai francesi di Stellantis, e così di fatto l’Italia non ha più un industria automobilistica. Le nostre telefonate con i cellulari viaggiano oramai in prevalenza con operatori stranieri i più importanti Wind Tre-Iliad-Wodafone-Fastweb.
 Intanto ci balocchiamo con il Vinitaly appena terminato tra squilli di tromba, sfilate  di politicanti inutili e la paura dei dazi statunitensi.  Con l'agroalimentare e il turismo ci stiamo dirigendo verso un economia  da terzo mondo, servizi sole mare vino e buon cibo da soli non bastano per far grande e prospera una Nazione di quasi sessanta milioni di abitanti.  
Invece servirebbe un industria pesante da completare con le piccole e medie imprese che da sole non possono reggere il confronto con le grandi realtà del mondo, poi tecnologia, informatica, ricerca, telecomunicazioni, armamenti per la difesa, trasporti aerei e ferroviari moderni e riappropriarsi delle banca un tempo dello Stato, leggasi Iri e Bnl. Tutti settori ad alto valore aggiunto.
E non da ultimo maggiori investimenti nell’istruzione pubblica , scuole e università sono la fucina che crea la classe dirigente del futuro.
Anche lo sport nazionalpopolare per eccellenza il calcio, non è sfuggito agli investitori stranieri, in serie A su 20 squadre, ben 11 sono a capitale straniero, segno anche qui di un declino costante mentre le partite vengono trasmesse da  reti estere Dazn e Sky, relegando la Rai a voce dei partiti che sperperano i soldi del canone con programmi  e informazione spazzatura.
E intanto ci stiamo riempiendo di sbandati che arrivano da ogni dove  senza arte e ne parte, che se non finiscono nella criminalità vanno ad ingrossare le fila dei sottopagati in lavori  di scarso valore, in una guerra al ribasso con gli italiani meno qualificati.
Se questa tendenza non verrà invertita nel prossimo futuro ci attende un declino ineluttabile terra di multinazionali, paradiso per i turisti, inferno per gli autoctoni.