L'abominio della mercificazione del corpo della donna
di Antonio Catalano - 21/03/2023
Fonte: Antonio Catalano
Tra quelli alla perenne ricerca della sinistra che non c’è è tutto un fremere di fiducia per il nuovo corso che la Schlein sembra imprimere al Pd, vuoi vedere che si torna a sinistra? Un posizionarsi a “sinistra” che tra l’altro permetterebbe di recuperare (dai 5 stelle) quei voti che prima erano del Pd. Con questo spirito la neo segretaria liberal obamiana partecipa in piazza a Milano alla manifestazione indetta per rivendicare il “diritto” delle coppie arcobaleno a registrare all’anagrafe come propri figli i bambini nati con il ricorso all’ignobile e inumana pratica dell’utero in affitto, pratica che riduce la donna a puro contenitore. E non possiamo che dare ragione a Marco Rizzo quando dice che l’utero in affitto è una pratica degna di Mengele (il medico nazista che faceva esperimenti di eugenetica sui corpi umani). Questi bambini non possono essere registrati come figli, per il semplice fatto che la loro mamma biologica è altrove, pagata (e scaricata) come si può pagare un qualsiasi servizio. A questi sinistri urge ricordare che:
- la vita nasce dall’incontro dello spermatozoo maschile con l’ovulo femminile, si mettano l’anima in pace, non si può ingannare la natura;
- si ha diritto all’assistenza, al lavoro, alla previdenza, allo studio, ai trasporti… non a un figlio.
Le innocenti creature nate dalle aberranti pratiche di manipolazione sono il frutto dell’egoismo di gente viziata dalla disponibilità di denaro e da un’ideologia (alimentata dal mercato della “gestazione per altri”) post umana. In Italia la legge, giustamente, lo vieta. Intanto, nella speranza che questo diventi reato universale, che si impedisca all’infima minoranza del mondo ricco e debosciato di affittare uteri di donne povere, rimane il fatto di come considerare allo stato civile questi bambini (poverelli!). La proposta di Marina Ferragni (storica esponente del femminismo italiano), mi sembra la migliore sulla piazza: l’adozione.