L'alleanza tra i diversi sovranismi si materializza in Francia, malgrado tutto
di Riccardo Paccosi - 06/12/2024
Fonte: Riccardo Paccosi
In Francia, la caduta del primo ministro Barnier in seguito al voto di sfiducia congiunto da parte di Noveau Front Populaire e Rassemblement National riattualizza la tesi che è stata ripetutamente esposta su questa pagina, ovvero la necessità che nei diversi paesi europei si dissolva l'attuale polarizzazione tra destra e sinistra e che essa venga sostituita da quella fra globalisti e sovranisti.
Dal punto di vista delle culture e dei paradigmi d'interpretazione della realtà che sono oggi riscontrabili nelle figure ai vertici dei partiti politici, questa risulta al momento come un'ipotesi fantapolitica.
Dal punto di vista delle urgenze imposte dalla crisi internazionale e sul piano della nuova composizione sociale che la crisi economica sta generando, invece, si tratta di un processo già in atto e già visibile.
Si può infatti dire che questo secondo aspetto tutti l'abbiano compreso, tranne le forze politiche interessate - ovvero quelle sovraniste provenienti da destra e le loro omologhe provenienti da sinistra - con la componente "di sinistra" esprimente una recalcitranza maggiore.
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Lo stesso, però, non può dirsi della cabala globalista: quest'ultima sembra aver meglio compreso la posta in gioco.
E' interessante, infatti, quanto affermato ieri da Emmanuel Macron riguardo alla caduta di Barnier: "estrema destra ed estrema sinistra - ha tuonato il presidente-banchiere - si sono unite in un fronte anti-repubblicano".
Mi piacerebbe poter dire che Macron afferma il vero ma, purtroppo, non è così o almeno non ancora. La convergenza tra Melenchon e la Le Pen, purtroppo, è stata per ora solo un automatismo generato dal sommarsi di crisi internazionale e crisi interna di legittimazione democratica: una combinazione facente sì che forze recanti istanze sovraniste finiscano per agire congiuntamente anche se le loro matrici, a livello di destra-sinistra, risultano opposte. Il contesto per un'alleanza politica vera e propria tra forze di questo tipo - in Francia come altrove - può sorgere solo grazie a un terremoto sociale e istituzionale di ancor più ampia portata.
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Alcuni commentatori, su questa pagina, hanno obiettato al mio auspicio di "fronte sovranista" affermando che le forze sovraniste di destra come RN in Francia e ancor più come AfD in Germania, sono di matrice liberale e, pertanto, non in grado di poter condurre politiche anti-globaliste e anti-austeritarie.
Questo è in parte vero, ma ambo questi partiti di destra malgrado la matrice liberale sono comunque favorevoli all'aumento della spesa pubblica. Tanto per fare un esempio, in un recente articolo intitolato "Rendere la Francia di nuovo governabile", alcuni manager della multinazionale Robabank hanno scritto che Marine Le Pen rappresenta una minaccia in quanto non solo vuole difendere le pensioni, ma addirittura aumentarle. Dunque, di cosa stiamo parlando?
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Possiamo essere certi che, a breve, uscirà nei lanci d'agenzia una dichiarazione di Melenchon in cui questi si dichiara incompatibile col partito della Le Pen. Ma il teatro delle ombre, non può occultare per sempre l'incalzare della tempesta.
L'urgenza di contrastare la decisione delle èlite di far precipitare l'Europa nelle guerra, l'urgenza di fermare il declino del sistema produttivo e il crollo del potere d'acquisto della maggioranza della popolazione, innescheranno dinamiche di sconvolgimento delle categorie politiche e, se l'intelligenza di Jean-Luc Melenchon o di Sarah Wagenknecht non risulta oggi all'altezza di coglierle, qualcun altro dovrà per forza assumersi tale onere.