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L'analisi di questa fase storica e del trumpismo può essere svolta solo fuori dal dualismo destra/sinistra: una prospettiva inevitabilmente per pochi

di Riccardo Paccosi - 05/02/2025

L'analisi di questa fase storica e del trumpismo può essere svolta solo fuori dal dualismo destra/sinistra: una prospettiva inevitabilmente per pochi

Fonte: Riccardo Paccosi

Pare che la foto da me e da tante testate mainstream riportata ieri e raffigurante Trump, Musk e Netanyahu assieme, fosse per davvero "AI generated" come immediatamente alcuni contatti avevano suggerito.
Quindi io avevo torto, gli altri avevano ragione e amici come prima?
Beh no, non direi proprio.
La foto, infatti, era a corredo della notizia che Trump sta sostenendo le politiche espansioniste - e dunque belliciste - di Netanyahu, la deportazione di milioni di palestinesi e insomma tutta la follia escatologica che i suprematisti-sionisti stanno esprimendo da oltre un anno.
E qui si arriva al punto politico che, a differenza di una foto, non è liquidabile chiamando in causa l'Intelligenza Artificiale.
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Secondo i sostenitori della tesi che Trump sarebbe latore d'una prospettiva politica a tutti gli effetti rivoluzionaria, nulla è come appare e il presidente americano starebbe, in realtà, facendo finta di sostenere i progetti del Likud con l'ascosa intenzione di farli più avanti deragliare.
Una tesi del genere, però, presuppone un atto di fede non comprovabile verso quelle che, secondo alcuni, sarebbero le "vere" intenzioni dell'attuale amministrazione americana.
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Ho a suo tempo scritto che di fronte al cambio di fase in corso, il tifo pro o contro Trump è qualcosa che pertiene ai cascami delle moribonde ma ancora fattivamente menzognere polarità di destra e sinistra.
Non a caso, il trumpismo stesso sta contribuendo a tenere in piedi tale falsa polarizzazione invocando continuamente la minaccia "comunista" in maniera esattamente speculare a quelo che stanno facendo i woke-liberal quando ragliano di "fascismo".
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Con lo smantellamento dell'USAID, con le dichiarazioni di Kennedy, della Gabbard e dello stesso Musk, stiamo assistendo al disvelamento in pubblico di quanto noi anti-sistema andavamo sostenendo da oltre un decennio: il Covid generato in laboratorio dagli Stati Uniti, la guerra russo-ucraina provocata dall'intelligence americana grazie alla pianificazione a tavolino dell'insurrezione di Piazza Maidan, la correlazione tra finanziamento dell'agenda transgenderista e politiche di imperialismo militare e così via.
C'è anche però il fatto che il succitato smantellamento dell'USAID e la correlata delegittimazione della CIA, stanno comportando la sostituzione del famigerato "deep state" non già con una nuova struttura pubblica bensì con un'attività di intelligence nazionale completamente appaltata ai privati, ovvero a X (con un conflito d'interessi incarnato nella persona di Elon Musk che Berlusconi scànsate) e in particolar modo alla stella nascente Palantir.
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In tutto questo, ebbene, qual è il problema?
Il problema è che TUTTO ciò che noi dissidenti abbiamo contestato della fase globalista, non è stato altro che il frutto d'una visione di società totalmente sottomessa al mercato.
L'ordoliberismo finanziario dell'Unione Europea che scavalcava il potere decisionale degli organismi elettivi, il progetto dell'Agenda 2030 definito da una cabala di multimiliardari a Davos, l'esperimento d'ingegneria totalitaria dell'emergenza pandemica realizzato grazie al controllo dell'oligopolio Big Pharma sull'OMS: insomma, non c'è un solo fenomeno storico fra quelli da noi "area del dissenso" contestati in questi anni, che non sia stato espressione della visione del mondo neoliberista.
Se poi sinistrati da una parte e destroterminali dall'altra, vogliono assolvere tale dottrina e straparlare invece di "fascismo" o di "comunismo",  ebbene, sappiano che questi riferimenti agli spettri del XX secolo sono la migliore garanzia per chi vuole lasciare le cose esattamente come stanno.
Abbiamo insomma combattuto contro un mondo privatizzato, che ora Trump vuole smantellare con una prospettiva di privatizzazione ancora più radicale e pervasiva.
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In conclusione, dunque, vale quello che ho già scritto ma che - vista la preponderanza dell'approccio tifoso sia pro che contro - è destinato a rimanere minoritario: abbiamo di fronte il passaggio di potere da un'oligarchia recante una visione di assolutismo globalista a un'altra oligarchia esprimente una visione di nazionalismo anarco-liberista; dunque, le cose vanno osservate dal punto di vista autonomo dell'interesse popolare.
Questo significa comprendere che la Presidenza Trump facilita il passaggio a un mondo multipolare e, per l'Europa, alimenta la possibilità della dissoluzione dell'Unione Europea: due precondizioni, queste ultime, imprescindibili ai fini della rigenerazione della sovranità popolare nel nostro paese e nel nostro continente.
Questo implica però il dovere di cogliere l'opportunità storica racchiusa in questa fase come soggettività politica autonoma, NON il fare affidamento aprioristico sulla nuova oligarchia privata che ha sostituito la precedente.