L'arresto di Georgescu indica che non esiste altra priorità che la lotta internazionale dei Popoli d'Europa per abbattere l'Unione Europea
di Riccardo Paccosi - 27/02/2025
Fonte: Riccardo Paccosi
La prima cosa che è necessario far comprendere all'opinione pubblica, è come la vicenda dell'arresto di Georgescu non sia un fatto avvenuto "laggiù in Romania", bensì riguardi tutti i cittadini europei in modo diretto.
Noi italiani, infatti, viviamo sotto lo stesso regime totalitario in cui vivono i rumeni, ovvero all'interno dell'Unione Europea. Dunque, se questo atto compiuto dalle autorità rumene su pressione dei poteri eurofederali dovesse passare impunemente, si determenirebbe un precedente volto a sancire in modo irreversibile l'azzeramento della volontà popolare.
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Va altresì chiarito che il fatto che la democrazia occidentale sia sottoposta a erosione da diversi decenni, non può assolutamente giustificare eventuali considerazioni minimizzanti del tipo "era così anche prima".
Chi affermasse questo, dimostrerebbe soltanto la sua ignoranza delle dinamiche di formalizzazione progressiva con cui sempre e ovunque, nel corso della storia, si sono attuati i passaggi da democrazia a dittatura.
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Chi invece indulgesse a interpretare anche questa vicenda alla luce delle categorie di "destra" e di "sinistra", non credo meriterebbe un impegno di tempo maggiore di quello necessario a qualificarlo come totale deficiente.
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I cambiamenti in atto nella politica americana, quindi, non cambiano i termini della lotta che i popoli sono chiamati a condurre: la lotta per distruggere l'Unione Europea e scongiurare così il futuro di guerra, miseria di massa e dittatura verso cui questa marcia istituzione vuole condurci.
L'Europa delle nazioni - e dunque plurale e internazionalista - deve risorgere per abbattere il mostro eurofederalista.