L'avvocato liquidatore degli italiani
di Marco Della Luna - 17/04/2020
Fonte: Marco Della Luna
La nomina da parte di Conte, su evidente mandato celeste, della Commissione Colao, o Comitato d’affari dei 17, a dirigere la “Fase Due”, rivela direttamente i piani dell’EuroMESsianesimo per l’Italia, di cui non si può non parlare il venerdì 17, Venerdì Santo (ortodosso) di un anno bisestile con cometa in arrivo per il 29. Piani eseguibili in sicurezza, dato che il sistema di vita, grazie alla pandemia, è oramai cambiato per sempre: distanziamento sociale, tracciamento cellulare dei contatti tra le persone, divieto di riunione, sorveglianza via droni, proteste di piazza rese impossibili, notizie serie, disinfettate da tutto il fake complottista.
La Commissione Colao illuminerà l’Avvocato degli Italiani sulle attività che avranno diritto a una ripresa lavorativa – e su quelle che dovranno passar di mano. La carriera di Colao si è svolta in rapporto con alcune tra le più benefiche corporations del globo, dei cui interessi egli è apprezzato paladino: la banca d’affari Morgan Stanley, la McKinsey, Vodafone, Unilever (la multinazionale che ha sussunto nel proprio grembo i nostri Algida, Eldorado, Toseroni, Motta, Bertolli, Calvé, Gradina, Foglia d’oro, Flora, Knorr, Findus, Milkana, i detersivi Omo, Coccolino, Svelto, Rexona, Dove, Profumi Cerruti 1881, la Cosmesi Fissan).
Colao è amico di George Soros, l’immigrazionista genderista autore dei liberalissimi ed espiatori attacchi monetari alla Sterlina e alla Lira, costati assai cari ai peccatori di questi due paesi fuori dalla grazia di Bruxelles.
Il comitato dei 17 esperti in realtà è il comitato di affari delle multinazionali che si preparano a spartirsi l’Italia sempre più indebitata e indebitanda, con rappresentanza di Trilateral e Bilderberg. Tra i 17, anche Peter Sutherland,vertice della Goldman Sachs. La Goldman Sachs è la banca che nel 2011 usava lo spread contro l’Italia e ne chiedeva il default, e che rovinò la Grecia, facendole prestiti predatori, inducendola a truccare i bilanci, e mandandole infine un suo Uomo, Papademos, come primo ministro per gestire la sua redenzione attraverso il Mes-sia, l’auriga della Troika.
Ciò premesso, vi lascio a delibare il nostro Massimiliano Bonavoglia.
L’UNIONE EUROPEA UCCIDE PIU’ DEL COVID 19
Prof. Massimiliano Bonavoglia – Bergamo
L’indice S&P, che era precipitato da 3390 a 2190, sembra segnare una parziale ripresa del tonfo dovuto al COVID-19. Questa risalita viene tuttavia definita una Bull trap, ossia una falsa ripartenza da un interessante articolo ( Chris Vermeulen)https://finance.yahoo.com/news/suckers-stock-market-rally-122402728.html che, comparando l’attuale pattern grafico (schema di andamento) con quelli degli ultimi 150 anni, conclude che l’attuale ripresa sia solo apparente, una bull trap, ossia una trappola che ingabbierà il toro (che in finanza rappresenta il valore in salita). Come mostra il grafico in apertura, prima del ritorno alla sensatezza di un mercato impazzito, sarà molto probabile un nuovo minimo su S&P500.
Se questa funesta previsione fosse vera, saremmo legittimati a pensare che il peggio per i mercati internazionali deve ancora arrivare. Gli ultimi interventi delle banche centrali (FED BCE e non solo) hanno adottato il Quantitative Easing, ossia l’allentamento quantitativo volto ad agevolare innanzitutto gli Stati nazionali entrati già nel 2019 in recessione, riduzione dei tassi di interesse, acquisto di titoli di Stato, di titoli finanziari, di corporate bonds (ossia titoli di grandi aziende mediante gli ETF) eccetera. Tutto questo prima del blocco forzato che oggi si estende a circa quattro miliardi di persone nel mondo, che ha fermato le produzioni globali e rallentato di due terzi i consumi. Per un sistema economico fondato essenzialmente su consumi, produzione di beni e obsolescenza programmata, questa situazione è indubbiamente preoccupante per la sopravvivenza del sistema stesso, oltre che degli esseri umani. Basta guardare gli indici del petrolio, che hanno segnato un nuovo minimo nonostante gli sforzi dell’OPEC di limitare le produzioni, per compensare il calo vertiginoso della domanda. Ultima considerazione sulla visione di insieme: i Democratici negli States chiedono di attuare una misura straordinaria con cui si diano 2000 dollari al mese ad ogni americano che fattura meno di 130.000 dollari annui per i prossimi sei mesi, finché l’emergenza sanitaria non sia superata (https://www.businessinsider.com/americans-would-receive-2000-a-month-under-house-democrats-plan-2020-4?IR=T). Questa misura viene anche chiamata helicopter money, ed è già stata parzialmente attuata da quelle parti con i primi bonifici sui conti correnti dei cittadini, dopo uno stanziamento straordinario della FED di 2.000 miliardi di dollari.
Chi scrive, sospetta che queste misure portino prima o poi ad inflazione, che si spera non diventi stagflazione, ossia inflazione in recessione o depressione economica, che sarebbe indubbiamente terribile. Non lo guardiamo mai, ma a volte sarebbe il caso di chiedersi come accidenti sta girando questo pianeta dal punto di vista monetario e finanziario. Quanto è il debito pubblico del mondo intero? E quanto è il PIL, ossia il prodotto interno lordo complessivo? 253.000 miliardi di dollari è il debito mondiale, ossia il 322% del PIL del mondo, calcolati nell’ultimo trimestre del 2019 (quindi prima del cataclisma sanitario che stiamo vivendo) https://www.ilsole24ore.com/art/debito-e-record-mondo-253mila-miliardi-passivo-322percento-pil-ACdAfgBB. Un tantino sbilanciato il rapporto tra la produzione degli Stati e il loro debito, a totale svantaggio dei primi. Ora, se i nuovi tagli dei tassi, le misure di Q.E., l’adozione del reddito universale, alla lunga dovessero svalutare le valute nazionali, probabilmente risulterebbero rivalutati altri cespiti, come i metalli preziosi, per esempio l’oro, che da 1.100 dollari all’oncia ha già toccato i 1.800 dollari in pochi mesi, e potrebbe essere solo l’inizio. Alla lunga, certo, ma intanto che si muore di COVID 19 non si può che stampare, poi si affronterà l’inflazione, almeno da vivi o sopravvissuti. Del resto in quel caso l’Italia sarebbe messa meglio degli altri Paesi membri, perché ha maggiori riserve auree.
Quindi, gli Stati che contano in UE, vorrebbero farci adottare il MES, con un braccio di ferro che sta allungando i tempi di stanziamenti di aiuti, e accorciando quelli di decesso di persone fisiche e attività produttive. Per inciso, se ci fosse ancora stato il governo gialloverde, si sarebbe detto che siamo ultimi in UE e non otteniamo niente, perché i populisti anti-euro questo si meritano, ma dal momento che ci sono gli europeisti al timone, ci si lamenta che l’opposizione fa troppo l’opposizione, e ciò indebolisce i rapporti con l’Europa. Insomma, è sempre colpa degli euroscettici. Una colpa grave, perché fondata sulla mancanza di fede unionista, e le colpe vanno espiate.
Nello scontro sul MES, il governo afferma che il Meccanismo Europeo di Stabilità non è accettabile da parte dell’Italia, perché fu pensato per altre condizioni che riguardano il panorama economico post-2008. Questa è la versione dichiarata in consesso internazionale. A porte chiuse si ammette che dopo il massacro della Grecia, ora che tocca a noi, si vorrebbe evitare di passare per le forche caudine della ristrutturazione del debito, cosa molto probabile dopo un prestito da parte del MES, visto che già oggi lo spread tra BTP e BUND tedeschi è a 235.5 punti, e il rapporto debito pubblico/PIL è al 131%. Ora, ripetiamolo, l’Italia, la Spagna, ed altri Paesi esposti non vogliono fare la fine della Grecia. Già, ma che fine ha fatto la Grecia? Lo facciamo dire ad un iper-europeista, il giornalista Fubini che in una intervista ammette, non senza un certo imbarazzo, di aver dovuto nascondere la notizia che per le misure della troika in Grecia, almeno 700 bambini sono morti direttamente in conseguenza di esse. È emblematica questa dichiarazione perché Federico Fubini faceva (fa ancora?) parte del gruppo di esperti (oggi vanno di moda le task forces) di 39 membri che compongono la Commissione UE per il contrasto delle fake news (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2018/01/13/gruppo-alto-livello-per-lotta-fake-news_0a5afeda-ba72-4e70-97e9-6ba01a105ee1.html). La giustificazione per aver negato di dare questa voce a bimbi, vittime delle misure che tanto piacciono ai rigoristi nordeuropei è stata: “Il dibattito in Italia è avvelenato, sarei stato strumentalizzato da chi è contro l’Europa e ostracizzato dagli altri” ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/03/grecia-fubini-non-ho-voluto-scrivere-che-dopo-la-crisi-sono-morti-700-bambini-in-piu-sarebbe-clava-per-gli-antieuropei/5150921/). Gli va riconosciuto (e gliene siamo molto grati) di averla detta alla fine la verità, segno di una coscienza ancora pulita. Se tutti facessero come lui saremmo assai contenti. Ma si tratta di una commissione che incarna il ministero europeo della verità, che in realtà fa propaganda pro-UE ed è disposta anche ad imbavagliare i vagiti di chi non può protestare e negarne le cause di morte, complimenti davvero! Quante e quali altre bugie ci sono state rifilate finora dal ministero della verità? Interessante anche la paura dell’ostracismo… quindi l’UE è una fede, e le istituzioni europee il suo clero. Paura dell’ostracismo di altri vuol dire che l’UE si comporta come l’inquisizione con i suoi fanti, presentati a noi come scientificamente obiettivi. Se è così, serve una nuova rivoluzione copernicana nel vecchio continente.
Oggi però, quella che il sottoscritto definisce da tempo il poliziotto buono, ossia il presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, ha chiesto a nome di tutta l’Unione scusa all’Italia. Scusateci, non eravamo pronti e non siamo stati disponibili quando ne avevate bisogno, ha detto questa volta in inglese. L’altra volta, addirittura in italiano, si espresse dicendo che in quel momento, tutta l’Unione era italiana e tutti gli europei erano italiani. A parti invertite avrebbero detto, che è il solito volemose bene all’italiana per non fare nulla di concreto. Qui si dà da settimane, anzi da mesi, aria alla bocca in assenza totale di fatti. In Olanda tutti: imprenditori, partite iva e lavoratori, hanno già ricevuto bonifici a fondo perduto per compensare la mancanza di produzione. In Germania pure, naturalmente. Da noi, a parte i 600 euro finalmente pervenuti (siamo al 17 Aprile) a chi è stato fermato da più di un mese e mezzo, si invita a ricorrere ad un prestito in banca in attesa che a Bruxelles si decida. Aziende e lavoratori fermi, che devono aggiungere nuove rate di prestiti (più interessi) sul proprio gobbone, senza prospettive per ripagarli. Eppure i 120 miliardi già utilizzati dalla Germania non sono stati stampati in un sottoscala di Francoforte. Sillogismo facile facile:
Produrre denaro non costa nulla, e in questo momento salva vite umane e intere economie nazionali.
Dunque non farlo, le uccide.
Quindi è un crimine.
Decidere di traccheggiare, vedere se dopo quindici giorni i sudditi hanno ancora quella forza, e poi rinviare di altri quindici, è disumano, perverso, persino sadico, se si aggiungono qua e là dei sorrisetti chiedendo scusa.
Il prossimo appuntamento è il 23 aprile, dopo altri due rinvii a partire da inizio marzo. Questo perché se la BCE facesse quello che fa la FED, l’Italia non andrebbe ad aumentare quel 130% Debito/Pil, che la renderebbe presto ancora più vulnerabile e “spolpabile”. Proprio ora che gli stabilimenti balneari italiani (tra i più belli d’Europa) che si sviluppano su 7.456 km di coste sono al collasso, perché rischiano di perdere tutta la stagione estiva, se li si lascia agonizzare un altro po’, è sperabile che ammainino bandiera bianca e vengano via a poco. Così i ristoranti, così gli alberghi eccetera, che complessivamente fanno circa il 35% del PIL nazionale. In una partita così sporca, giocata sulla pelle di milioni di lavoratori e delle loro famiglie, l’Italia dovrebbe disertare i prossimi appuntamenti e mandarci un rappresentante a comunicare il disconoscimento dei trattati europei, tutti, e la richiesta unilaterale della immediata restituzione di tutti i soldi mandati al MES, a partire dalla sua infausta fondazione. Troppo belligerante come gesto? Ma vah, basta fare come loro, mandiamo anche noi una attempata signora a dirlo tanto educatamente e chiedendo accoratamente scusa: “Ci dispiace, oggi ogni italiano è virtualmente uno di Voi, soprattutto si riconosce nel MES, ma ce ne andiamo, anche se ci dispiace tanto, sapete? Noi siamo sempre con Voi tutti”. Belli e brutti. Mandiamoci la Fornero per esempio, lei sa piangere a comando, una volta tanto lo faccia a difesa dei suoi cittadini, e poi ha quell’aplomb giusto giusto per l’aristocrazia unionista. Tra loro si fanno un bel piagnisteo comune e noi ci facciamo i fatti nostri.
Invece, anche da queste parti si temporeggia, qualcuno cambia idea dicendo che il MES verrà riproposto senza condizionalità per la spesa sanitaria. Diversi politici italiani, non solo dei partiti di governo, vorrebbero convincerci ad accettare il beverone, dal momento che è troppo urgente la situazione (così diceva ieri Silvio Berlusconi al TG5), le imprese stanno morendo e i soldi vanno accettati e usati subito. Le due cose, però non stanno insieme. Fosse anche vero che quei 36 miliardi si possono spendere senza condizionalità solo per la spesa sanitaria, o diventiamo tutti dottori e infermieri in Italia, o le imprese non si salvano lo stesso. A meno che poi non vengano utilizzati anche per tamponare i fallimenti più importanti. Ma è esattamente quello che aspettano i nostri “alleati”.
E poi, con quella cifra, a due mesi dall’inizio della moria, selezionare le imprese da aiutare e quelle da lasciar morire, non è tanto diverso dal selezionare i pazienti ai quali dare l’ossigeno, come è successo Italia. Per non dire che con queste operazioni, si infrange il patto, e si cade nelle piene condizionalità. Così finiamo con il dover ristrutturare il debito, e accettare le ingerenze dei mercati nella nostra amministrazione interna. Poi altro che: “Abbiamo imparato una bella lezione” “Niente sarà più come prima” “La sanità non è un’impresa dalla quale estrarre profitto” di cui si riempiono la bocca oggi le istituzioni nostrane. Saranno i mercati a dirci dove tagliare, tanto poi ci pensa la commissione di esperti a negare l’esistenza di altri suicidi, morti per tagli alla sanità eccetera. Funziona così: Tu prendi i 36 miliardi del MES, investi in sanità, poi siccome tutto il resto muore, cerchi di fermare le emorragie delle imprese, lassù se ne accorgono, arriva la troika, si riprendono anche quelli della sanità.
Lo hanno fatto in Grecia, comunicandolo solo anni dopo, mediante una commissione UE (un’altra!) sui diritti umani, che per bocca del suo membro Mijatović riporta: “I servizi sanitari relativi a maternità e neonati sono stati tagliati del 73% dal 2009 al 2012, mentre quelli a favore della salute mentale sono stati dimezzati tra il 2011 e il 2012. Ovviamente a scendere sono stati anche gli stipendi di un settore sanitario ormai al collasso. I suicidi sono aumentati del 40% tra il 2010 e il 2015, mentre circa 3.000 pazienti sono già morti per infezioni nosocomiali derivanti dalle cattive condizioni sanitarie degli ospedali; per non parlare poi dei picchi registrati nei tassi di HIV e di tubercolosi tra i consumatori di droghe” (https://www.money.it/Grecia-crisi-sanita-morti-suicidi-Le-Iene).
In questo grazioso quadretto, il commissario UE Pierre Moscovici ha avuto lo stomaco di dichiarare: “Alla fine dei tre programmi di salvataggio la Grecia è di nuovo un Paese normale dell’Eurozona”. Che dire, ricorda Mario Monti quando nel 2012 diceva che i suicidi in Grecia e il suo crollo, allora solo all’inizio, era il miglior successo dell’euro, perché solo grazie alle crisi (ovvero milioni di morti e sofferenti) gli Stati nazionali accettano di cedere pezzi di propria sovranità: https://www.youtube.com/watch?v=hHqM1-hhCvA.
E il processo di desertificazione delle economie degli Stati, sterminio progressivo delle loro proprietà pubbliche, svendita delle loro ricchezze e cessione dei loro poteri sovrani, nonché di quelli di autodeterminazione dei popoli, ora ha puntato il mirino su di noi, per poi passare agli altri, uno alla volta e dissolvere quello che proprio in Grecia era nato e si era diffuso i tutta Europa, come la cultura del diritto ateniese. I Greci votarono per rimanere nell’eurozona, credendo a quelle civette mediatiche che pronosticavano un inferno se ne fossero usciti, non dimentichiamolo. Inferno che è arrivato propriamente con gli “aiuti” europei. A noi non è mai stata data la possibilità di scegliere, ma siamo opinione pubblica, e, per quanto inadatti, i nostri rappresentanti politici devono sapere che non hanno il mandato a tradirci.