L'ecologia del profondo in sintesi
di Guido Dalla Casa - 14/01/2017
Fonte: Arianna editrice
L’Ecologia di superficie e l’Ecologia Profonda
Nella vita di tutti i giorni si parla molto di ecologia, ma di solito senza alcun riferimento o inquadramento concettuale, e spesso come se si trattasse di “un contorno” di qualcosa di più importante (di solito, la crescita economica). E’ invece la percezione del modo di vivere della Terra da qualche miliardo di anni.
Anche se le schematizzazioni sono sempre riduttive, al solo scopo di intendersi più facilmente, adotteremo la distinzione di Arne Naess, dividendo il pensiero ecologista in due categorie:
- l’ecologia di superficie, che ha per scopo la diminuzione degli inquinamenti e la salvezza di alcuni ambienti naturali senza intaccare la visione del mondo della cultura occidentale. L’ecologia di superficie raccomanda di salvare isole di mondo naturale, ma “per l’uomo” o “per i nostri figli”;
- l’ecologia profonda, in cui vengono modificate radicalmente le concezioni filosofiche dominanti in Occidente: in questa forma di pensiero si dà un’importanza metafisica alla Natura, superando il concetto restrittivo di “ambiente dell’uomo”. L’Ecologia Profonda, nata convenzionalmente in Occidente con l’articolo “The Shallow and the Deep” (1972) del filosofo norvegese Arne Naess, si può ricondurre nell’ambito delle idee di Gregory Bateson e Fritjof Capra, il noto autore de “Il Tao della Fisica” (1982).
Le istanze ecologiste più diffuse, pur utilissime, restano di solito entro i confini dell’ecologia di superficie: tutte le azioni attuali vengono intraprese “per l’uomo”, visto ancora come l’unico riferimento.
L’Ecologia Profonda propone invece una visione del mondo NON antropocentrica, ma ecocentrica: il primo valore è la buona salute dell’Ecosfera (o della Terra). Tutte le entità naturali hanno un valore IN SE’ e non in funzione umana.
Dobbiamo renderci conto che siamo inseriti in un Organismo come cellule e che la Terra non è “la nostra casa” (come nell’Ecologia di superficie). Il concetto di ambiente è fuorviante. Infatti si usa chiamare “ambiente” un complesso di:
- venti-trenta milioni di specie di esseri senzienti,
- innumerevoli ecosistemi che si possono considerare pure esseri senzienti,
- sostanze in continuo scambio e movimento,
- relazioni fra tutti gli elementi interni al complesso.
I fondamenti dell’Ecologia Profonda sono:
- Il valore “in sé” assegnato a tutte le entità naturali, non in funzione umana;
- La posizione dell’uomo in Natura come specie animale, parte di un Tutto, che è più della somma delle parti;
- Il diritto ad una vita degna e all’autorealizzazione di tutti gli esseri senzienti (animali – piante - esseri collettivi – ecosistemi - Gaia);
- Una visione sistemica-olistica della Terra e di tutti i suoi sottosistemi.
Chiunque fosse interessato a ulteriori notizie può leggere il “Manifesto per la Terra” redatto nel 2004 dagli studiosi canadesi Mosquin e Rowe e facilmente reperibile sul sito www.ecospherics.net.
Secondo l’Ecologia Profonda, la causa principale della grave situazione in cui ci troviamo è l’idea errata che l’uomo sia al di fuori e al di sopra della Natura, vista come un complesso di “risorse” a nostra disposizione.
Come vive la Terra
Vale la pena richiamare qualche nozione sul modo di “vivere” del nostro Pianeta:
- La Terra è un sistema altamente complesso, con numerosissimi effetti di retroazione. Anche tutti gli esseri viventi sono sistemi complessi, come pure gli ecosistemi e alcuni sistemi non-viventi.
- L’Ecosfera è un sistema in grado di correggere le variazioni negative non troppo grandi (come fanno i viventi), entro una certa fascia di variabilità, tenendo conto della scala dei tempi.
- Il ciclo energetico interno dell’Ecosistema (o della Terra) si esplica soprattutto attraverso il ciclo vitale di respirazione e fotosintesi. Come scambio esterno, quasi tutta l’energia che fluisce attraverso l’Ecosistema è energia solare. Quindi anche l’unica energia “utilizzabile” in condizioni quasi-stazionarie è l’energia solare.
- La Vita (o il funzionamento) della Terra è basata sulla biovarietà, senza la quale il Pianeta non è in grado di mantenere la situazione quasi-stazionaria. Come esempio, un campo coltivato a monocoltura si mantiene solo con pesanti apporti esterni: l’aumento di produttività è illusorio, perché il bilancio complessivo è negativo;
- L’uomo è un animale, anche facilmente classificabile. La differenza con uno scimpanzé bonobo è dell’ordine dell’1%. Tutti gli esseri viventi sono anche senzienti (Konrad Lorenz, Jane Goodall, Irene Pepperberg, Frans de Waal, Rupert Sheldrake, Roberto Marchesini).
La posizione dell’uomo in Natura
Come ben noto, dopo due secoli da quando Lamarck ha formulato per la prima volta in termini scientifici occidentali la teoria dell’evoluzione biologica, sappiamo di essere animali anche facilmente classificabili: Classe Mammiferi, Ordine Primati.
Delle cinquemila culture umane comparse sulla Terra soprattutto quelle di derivazione medio-orientale e poi europea (religioni abramitiche) vedono l’uomo come qualcosa di totalmente diverso e staccato dalla Natura.
La percezione della completa appartenenza della nostra specie alla Natura doveva essere fonte di grande serenità, ci ha liberato da un peso opprimente. Ma così non è stato, almeno per ora. Nel linguaggio corrente, nell’etica, nelle leggi, l’idea di umanità è ancora contrapposta a quella di animalità.
Nella cultura occidentale, e perciò oggi in quasi tutto il mondo, la nostra specie è vista ancora non come una parte della Biosfera, ma come un elemento esterno, cui viene riferito ogni valore. I cosiddetti “ambientalisti” dicono di “tenere pulita la nostra casa”, conservare la Terra per le future generazioni, e così via. L’uomo è sempre il riferimento ovvio. Invece oggi sappiamo che l’uomo non è nella situazione di abitante di una casa, ma è come un tipo di cellule in un Organismo, da cui dipende totalmente: questa situazione non è stata ancora recepita dalla filosofia occidentale. Anche la scienza “ufficiale”, quella che viene divulgata, mantiene di fatto una posizione antropocentrica e cartesiana-newtoniana, in contrasto con le sue stesse conoscenze.
Dopo queste premesse, è evidente che, secondo l’Ecologia Profonda, l’Etica deve comprendere tutte le entità naturali (Etica della Terra).