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L’Elite globalista di fronte alle nuove sfide all’ordine globale

di Luciano Lago - 06/11/2016

L’Elite globalista di fronte alle nuove sfide all’ordine globale

Fonte: controinformazione

 

L’elite globalista che detiene il potere, mai come oggi, si trova di fronte ad un drammatico bivio: l’Impero anglo USA che doveva garantire il nuovo ordine globale e schiacciare tutte le resistenze verso l’assetto del ordinamento globale (il NWO) sta iniziando fatalmente a dare segnali di sgretolamento. Le forze nazionaliste ed identitarie si sono sollevate per sfidare il totalitarismo universalista predicato dai tecnocrati finanziari che vivono a Washington, a Londra ed a Bruxelles.

I signori del grande capitale e del dominio finanziario  sanno che non esisterebbe alcun futuro per loro, qualora nel mondo dovesse accadere che il dollaro si trovi a perdere la sua supremazia (signoraggio) ed ove Wall Street ed i suoi bonus e derivati non fossero spalleggiati da tutto il peso dell”‘Impero indiscutibile”.

 

Alla testa di questa sollevazione contro l’Impero USA si è posta la Nuova Russia di Vladimir Putin, che, pur non avendo risorse economiche paragonabili a quelle dell’impero anglo USA, sfida il dominio militare del colosso nordamericano e si contrappone a quello come leader ideologico di questa resistenza contro il totalitarismo occidentale.

L’elite finanziaria capitalista si trova in un momento di panico e di tensione, lo si percepisce dai numerosi vertici e riunioni nei palazzi del potere globale dove i fiduciari della grande finanza si incontrano per analizzare e discutere i nuovi sviluppi della situazione: il Brexit, le farsa delle elezioni negli USA, il Medio Oriente in ebollizione e la Cina che si sfila dall’ordinamento geofinanziario diretto da Washington e si salda in alleanza militare e strategica con la Federazione Russa.
L’impero si trova sfidato nelle sue aree di dominio strategico, dal Medio Oriente all’Ucraina ed all’Asia e non riesce a contenere i nuovi focolai di resistenza politica, militare ed economica che si stanno sviluppando nel sud e nell’est del mondo.

La guerra è l’unica carta che possono giocarsi i signori del grande Capitale per non perdere la loro supremazia.
Persino la loro candidata e fiduciaria destinata alla presidenza degli Sati Uniti, Hillary Clinton, inizia a trovarsi in difficoltà di fronte alla valanga di rivelazioni sulle sue attività criminali ed sui suoi sponsor e finanziatori arabi della Fratellanza Mussulmana. Barack Hussein Obama, il presidente uscente è sceso in campo per sostenerla ma anche lui è coinvolto nella rivelazione dei loschi collegamenti della sua ex segretaria di Stato.

Proteste contro l'elite economica negli USAProteste contro l’elite economica negli USA

Gli Stati Uniti, perno dell’Impero globale, stanno attraversando una crisi profonda. Il paese leader dell’ordinamento occidentale dove sono presenti le principali centrali ideologiche che dettano la linea in tutto l’Occidente, continuano  a promuovere la loro  visione ideologica di base calvinista/mondialista e massonica che predica l’abolizione delle frontiere, il superamento degli Stati nazionali per favorire l’ascesa di un ordine globale dominato da organismi transnazionali, parallelamente alla diffusione di una ideologia che esalta l’individualismo al di sopra del bene comune, la supremazia della morale relativista con le sue devianze sessuali ed i diritti individuali sostitutivi di quelli socali e comunitari.

Dietro questa promozione ideologica si trovano le  stesse centrali di potere che promuovono l’assoluto predominio della visione neoliberista sul piano economico con supremazia del libero mercato e delle grandi corporations e istituzioni finanziarie sugli stati e sulle comunità.
Qualsiasi nazione, popolo o entità politica e religiosa,  che si frapponga ad ostacolare questi obiettivi, viene considerato dal suo inizio come un nemico da dover distruggere.

Questo risulta evidente se si osserva l’indirizzo della propaganda neo liberale diffusa attraverso i mega media occidentali. Fa testo ad esempio l’attacco aperto che ha lanciato ultimamante il New York Times contro la Chiesa Ortodossa russa che è stata identificata come un acerrimo nemico della professata ideologia del totalitarismo neo liberale.

In particolare viene contestato alla Chiesa russa la sua ferma opposizione ai totem dell’ideologia neo liberale quali le nozze gay, la diffusione della visione gender, l’aborto e il transessualismo. La principale accusa lanciata contro la Chiesa Ortodossa non è quella di essere corrotta o ipocrita ma piuttosto quella di volersi opporre al progetto neoliberale di fomentare la diffusione mondiale della devianza sessuale.

Questo tipo di resistenza che si rifiuta di farsi coinvolgere dalle patologie occidentali risulta semplicemente inaccettabile per la classe delle elite di Washington.
Queste elite considerano a ragione la Chiesa russa, per la sua estensione e per la sua influenza (e la stessa Russia) , come un ostacolo al loro programma di omologazione ideologica e pertanto questa come nemico da schiacciare.

Questo il vero motivo che spiega l’incredibile aggressività raggiunta dalla politica statunitense verso la Russia. Questa è la causa  dell’avanzata inarrestabile della NATO verso le frontiere russe, le dichiarazioni bellicose dei funzionari del Pentagono e della NATO  ed i ripetuti tentativi di sobillazione interna  attuati dagli USA e Gran Bretagna  all’interno della Russia, mediante le ONG finanziate dalla CIA e da George Soros, il miliardario al servizio dell’Impero.

Questa forma di  fanatismo ideologico, alimentata dal gruppo dei neocons,  è quella che annulla qualsiasi tentativo di avvicinamento fra gli USA e la Russia tanto che un processo di distensione non risulta realisticamente possibile, malgrado le speranze di alcuni settori moderati delle opinioni pubbliche europee che esitano a farsi trascinare in un conflitto con la Russia.

Ancora più problematica risulta la situazione sul piano geopolitico: l’Impero non riesce a contenere la resistenza di popoli che si oppongono al dominio USA occidentale: il perno della resistenza viene costituito in Medio Oriente dall’asse formato da Siria-Iran-Iraq, con l’appoggio determinante della Russia e con nuovi paesi che manifestano l’intenzione di unirsi a questo asse dall’Egitto alla Cina.

La strategia USA di utilizzare i gruppi jihadisti come mercenari dell’impero e della NATO come una leva per destabilizzare i paesi e rovesciare i governi, ha avuto un esito distruttivo, ha creato morte e destabilizzazione, esodo di massa  dai paesi destabilizzati ma non è riuscita ad avere il sopravvento sulla resistenza della popolazione e dell’Esercito siriano ed Hezbollah, ai quali si è unito anche l’Iran con le sue forze, antagonista sciita della principale potenza alleata degli USA: l’Arabia Saudita.

Nel nuovo corso della Storia, la Russia ha preso nelle sue mani la fiaccola della resistenza all’Impero e lo stesso Putin e il suo staff di governo iniziano ad esserne consapevoli anche se non sono stati Putin e la Russia ad averlo voluto ma questo un ruolo che gli è stato assegnato dall’inarrestabile corso della Storia.

L’Impero ha reagito scatenando una guerra di sanzioni economiche e con un basso  livello di aggressione armata contro l’Iran (infiltrazioni all’interno), occupando buona parte del continente africano attraverso la sovversione degli eserciti africani: con una escalation di sovversione in America Latina; con lo spiare tutti gli abitanti della terra con un collegamento digitale. Tutti questi sforzi sono stati fatti per fermare l’orologio della storia che suona il suo inesorabile tictac alla dominazione mondiale, militare politica ed economica  degli USA ed alla loro egemonia unipolare.

Lo scontro ed il conflitto sembrano inevitabili e sarà quello dominante che definirà il XXI secolo ma, a nostro avviso,  non sarà combattuto nello stile dei conflitti del secolo precedente, come molti credono. Sarà uno scontro esistenziale e spirituale tra due visioni ideologiche dell’Umanità totalmente contrapposte, da cui si deciderà chi vince e chi soccombe.