L’euro-golpe su Orbàn e la guerra alla Russia
di Raniero La Valle - 19/07/2024
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Non erano mancate le critiche, anche le più severe, rivolte all’Unione Europea persino dagli europeisti più convinti, a cominciare dal Papa che l’aveva interpellata dicendole: “Che cosa ti è successo, Europa umanistica, che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni?”, una domanda retorica che era quasi un’invettiva all’“Europa decaduta”. Ma mai si era visto un Parlamento europeo golpista: ed ecco che quel Parlamento che appassionatamente avevamo voluto come presidio della democrazia non solo per l’Europa, ma per il mondo, si rivela come un’istituzione non solo militarista e guerrafondaia, ma anche eversiva.
La precedente legislatura ci aveva lasciato con un Parlamento che in una risoluzione del 29 febbraio 2024 aveva proclamato suo “obiettivo principale che l’Ucraina vinca la guerra contro la Russia” e aveva aperto contro di lei le ostilità a tutto campo; ma addirittura in una precedente risoluzione del 6 ottobre 2022 aveva invitato la Commissione e gli Stati membri a “rapportarsi con la Russia in futuro” patrocinando di fatto un colpo di Stato per una sua “transizione da un regime autoritario a un Paese democratico che rinunci a politiche revisioniste e imperialistiche”. E adesso abbiamo la prima risoluzione della nuova legislatura che in sostanza destituisce la Presidenza dell’Unione, oggi detenuta dall’Ungheria, deliberando che essa “non rappresenta l’Ue” e viola “i trattati e la politica estera comune”, per il semplice fatto che l’Ungheria, col suo presidente Orban, aveva compiuto un disperato tentativo di riportare la pace in Europa e di far finire la guerra tra la Russia e l’Ucraina, recandosi a Kiev e a Mosca. Nel lessico politico e giuridico la destituzione di una Presidenza legittimamente in carica è un colpo di Stato; e se pure Ursula von der Leyen e i vari Charles Michel e Josep Borrel avevano rinunziato a una destituzione formale, avevano però deciso di boicottare la presidenza ungherese e di disertare le riunioni informali del Consiglio dell’Unione mandandovi dei semplici funzionari.
Buttare già la presidenza dell’Unione vuol dire distruggere l’Europa, regalarla alla cupola militare e ai suoi nuovi missili nucleari che ci impone.
È una tragedia: è questa la vecchia Europa che non può stare senza guerra, per questo non può perdonare l’Ungheria, di destra o di sinistra che essa sia. La sua colpa è quella di essersi permessa di rompere l’unanimità violenta dei Paesi europei. Noi amiamo l’Ungheria, non perché l’ama la signora Meloni, e nemmeno Salvini. Amiamo invece l’Ungheria perché era quello l’obiettivo da distruggere assegnato all’Italia, per mezzo dei missili nucleari installati a Comiso, nel caso fosse scoppiata la guerra atomica. Pur non sapendo che l’obiettivo fosse l’Ungheria, un imponente movimento popolare insorse in Italia contro i missili di Comiso. Infine quei missili non furono sparati, l’Ungheria fu salva e anche noi.
Fu quella l’ultima volta in cui l’Europa e il mondo rischiarono una guerra mondiale e un’ecatombe nucleare. E ora ci siamo un’altra volta, a causa della insensata decisione europea di tornare a ballare col Nemico e di non voler fare finire la guerra tra la Russia e l’Ucraina, forse per sdebitarsi con gli Stati Uniti che le danno la copertura militare e che hanno tutto l’interesse che la guerra continui. E che a volerlo sia un presidente come Biden, aggiunge tragedia a tragedia. Perché come ha scritto l’analista americano Patrick Lawrence sul sito Scheer Post è giunto il momento di guardare oltre il ridicolo delle gaffes di Biden che prende lucciole per lanterne e Zelensky lo chiama “il presidente Putin”; bisogna guardare invece a quanto sia pericoloso, come ha dimostrato nella sua allocuzione inaugurale al vertice Nato, dove ha detto : “L’Ucraina può fermare Putin e lo farà”, “Non commettere errori, la Russia sta fallendo in questa guerra”, “Putin non vuole niente di meno che la totale sottomissione dell’Ucraina. E sappiamo che Putin non si fermerà all’Ucraina”. La verità è che né l’Europa né gli Stati Uniti credono a quello che dicono, l’Ucraina la danno per perduta, dopo che le hanno fatto credere a una vittoria sul terreno, e quello che ne resta lo annetteranno nella Nato.
Così l’Europa è entrata in crisi, e già al primo voto del suo Parlamento il Partito democratico che ne sostiene le scelte di armi e di guerra si è perso i due pacifisti che avrebbero dovuto dargli un’aria di pace. Così va in rovina l’Europa, come tutti i giganti armati che hanno i piedi d’argilla; lo sanno bene gli Stati Uniti dal Vietnam all’Afghanistan, lo sa Netanyahu a cui viene meno, sul più bello del “suo lavoro” per la soppressione dei palestinesi, il sostegno dell’esercito, ed ora lo sa l’Europa che per un sassolino lanciato dalla piccola Ungheria entra nel panico, non sa più che fare, e sconfessa la presidenza stessa dell’Unione.