L’Europa dell’Est tra Soros e Nato
di Matteo Carnieletto - 14/10/2016
Fonte: Gli occhi della guerra
Nello scontro tra America e Russia i Balcani e l’Europa orientale hanno un ruolo centrale. I fatti di cronaca degli ultimi anni (la rivolta in Ucraina, per esempio) e la sempre maggior attenzione nei confronti dei Paesi baltici (è di oggi l’annuncio del segretario della Nato Jens Stoltenberg che i soldati italiani si affiancheranno a quelli canadesi in una missione a ridosso dei confini russi) stanno lì a dimostrarlo.
Il motivo di questo scontro è stato enunciato con chiarezza da Zbigniew Brzezinski ne La grande scacchiera . Innanzitutto l’allargamento della Nato e dell’Unione europea e poi un sempre maggior interessamento della Nato nei confronti dei Paesi baltici (pp. 82 – 84). Esattamente quello che è successo nel corso di questi anni. Non a caso, Fulvio Scaglione ha detto che, in seguito alla guerra in Ucraina, si stanno realizzando i piani di Brzezinski. Dell’Ucraina, il politologo scriveva: “Il Paese più importante resta l’Ucraina. E, con la progressiva espansione dell’Unione Europea e della Nato, essa dovrà scegliere infine se entrare a far parte di entrambe queste organizzazioni (…). Ma, anche se ciò richiederà del tempo, è bene che già fin d’ora, l’Occidente – mentre intensifica i suoi rapporti economici e la sua collaborazione con Kiev nel campo della sicurezza – cominci a prefigurare una progressivaintegrazione dell’Ucraina, in tempi ragionevoli, tra il 2005 e il 2015, riducendo così il rischio che essa cominci a nutrire il timore che l’espansione dell’Europa, si arresti alla frontiera con la Polonia”.
Ed è proprio alla luce di questi spunti che le elezioni inMontenegro assumono una nuova luce. Nella Nato sì o nella Nato no? È utile andare a istigare ancora Vladimir Putin? Un osservatore acuto come Sergio Romano ha notato che l’espansione della Nato è stata vista da Mosca “come un atto ostile, una potenziale minaccia. Del resto, aprendo la Nato a questi Paesi, che hanno vissuto con l’Armata Rossa in casa e che di Mosca hanno paura, ci siamo portati in casa la maggiore lobby antirussa. Peraltro, chi entra nella Nato, non entra in una qualsiasi alleanza. Entra in un alleanza fatta per combattere, con basi permanenti, un quartier generale, un comandante in capo, un presunto potenziale nemico. Un’organizzazione che ha minuziosamente predisposto un sistema di assistenza reciproca che gli Stati devono darsi. Difficile leggere questo allargamento in un’ottica che non sia ostile alla Russia”.
I casi della Georgia e dell’Ucraina sono gli esempi più lampanti. Proprio per favorire l’Euromaidan Soros ha cominciato a finanziare un tv antirussa, Hromadske.it. Ma non solo: il magnate di origine ungherese ha finanziato organizzazioni in tutta l’area, Montenegro compreso, tanto che numerosi consigli di Open Society (l’organizzazione del magnate) sono stati recepiti dal ministero dell’Educazione e delle Scienze per la stesura della nuova riforma della scuola. Ma non solo. Soros finanzia anche molte Ong attive nel Paese. Dati interessanti, se si pensa al contributo dato dal magnate a parecchie rivoluzioni in giro per il mondo. Per questo il Montenegro si trova a un bivio: continuare a portare avanti una politica indipendente oppure cedere davanti alle lusinghe della Nato.