Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'ipotesi Ucraina

L'ipotesi Ucraina

di Pierluigi Fagan - 09/11/2024

L'ipotesi Ucraina

Fonte: Pierluigi Fagan

La stampa fa uscire ipotesi sulle intenzioni di Trump relativamente al conflitto russo-ucraino a seguito dell'avvenuta telefonata triangolare Trump-Zelensky-Musk.
La leva dovrebbe essere quella della doppia minaccia per convincere i due contendenti a convergere ad un tavolo di trattativa con esito positivo: verso Kiev la minaccia di interrompere le forniture militari, verso Mosca l’opposta minaccia di aumentarle in modo decisivo più di Biden.
L’obiettivo è quello che qui suggerimmo sin dall’inizio del conflitto. Questo conflitto non lo può formalmente vincere nessuno dei due confliggenti. Mosca userebbe le atomiche piuttosto che perdere, far perdere Kiev significherebbe un tracollo verticale del ruolo internazionale degli Stati Uniti. Quindi se nessuno può vincere si va di pareggio o meglio di “sospensione”.
Pareggio qui sarebbe congelare il conflitto, ci sono diversi casi di conflitti il cui esito finale non è stato formalmente ratificato, semplicemente sono stati sospesi ma così a lungo da sostanzialmente cessare.
I russi terrebbero i territori presi ma senza ratifica internazionale (quindi di fatto ma non di diritto posizione che comunque crea un “debito” per Mosca), gli ucraini retrocederebbero dietro una linea smilitarizzata controllata (e pagata) dagli europei. Kiev per venti anni non solleverebbe la questione NATO mentre luce verde per la sua entrata nell’UE. Altresì, continuerebbe a ricevere armi per appostarsi su una linea arretrata.
L’ipotesi è di buonsenso realista ma soprattutto è l’unica possibile. Innanzitutto, tutti i contendenti smetterebbero di avere costi, i russi per avanzare gli ucraini per difendersi (più o meno inutilmente), gli americani e gli stessi europei per aiutare gli ucraini a difendersi (inutilmente). Mosca potrebbe vantare nei fatti un certo risultato della sua operazione speciale (tra cui miniere, fabbriche, controllo del Mar d’Azov e quindi anche un po’ di più del Mar Nero). Kiev si consolerebbe con nuove assicurazioni militari di protezione (tra l’altro sono soprattutto i militari ucraini a non vedere un esito bellico della tenzone oltre ad aver finito i soldati) ma soprattutto con l’inizio della ricostruzione, un fiume di denaro in grado di lenire molti dolori e soprattutto dare un ipotetico futuro al governo in carica che prima o poi dovrà andare a ricevere un nuovo mandato elettorale.
Tutto ciò, ovviamente, “a grandi linee”, ci sono poi i particolari e non secondari tra cui parallela trattativa tra Mosca e Washington sulla vera questione fondamentale che ha acceso il conflitto ovvero l’assetto securitario Russia-Europa/NATO.
A margine di questi sviluppi, ci sarebbe da commentare la presenza di Elon Musk nella telefonata Trump-Zelensky. Si possono fare due ipotesi.
La prima: a suo tempo, anche pochi mesi dopo l’inizio del conflitto, Zelensky partecipò a più di una conferenza per ipotizzare il futuro posizionamento economico della nuova Ucraina. La direzione era fare dell’Ucraina un hub di sviluppo di nuove tecnologie (un po’ quello che vorrebbe fare anche l’Arabia Saudita), un mercato libero, molti giovani preparati nella università anglosassoni, gestione elastica di quei limiti giuridici che in occidente stringono la libertà di sperimentare cose (come la robotica ed altri sviluppi AI delicati, ma anche biotecnologie business in cui era implicato anche Hunter Biden) sensibili. Musk allora potrebbe esser stato invitato per allettare Zelensky.
La seconda: sappiamo che Musk fa parte di una connection sudafricana (con Peter Thiel, Roelof Botha e David Sacks, detti “la PayPal mafia”) che ha portato alla cooptazione di Vance (connesso al progetto ultraconservatore Heritage Foundation 2025) come vicepresidente oltre ad aver abbondantemente finanziato la campagna di Trump, Trump che quanto a soldi pare se la passa assai male. La “PayPal mafia” usa Trump, Trump si fa usare, da vedere se i primi saranno più forti e furbi del secondo o viceversa, la questione rimarrà in bilico per parecchio tempo, a Trump passare da Mike Pence e Rudolf Giuliani a J. D. Vance e Elon Musk ha portato grande beneficio d’immagine e di voti.
Sta il fatto che tutta la Silicon Valley si è prudentemente ritirata dall’appoggio alla Harris, incluso Bezos e che dai giorni delle avvenute elezioni la Borsa continua a stappare bottiglie di champagne. Inclusa l’ala anarco-libertariana delle criptovalute. Spazio, nuove armi, AI, Starlink, primato sulle nuove tecnologie (assieme al caro vecchio petrolio e carbone), liberalismo in purezza, sono la direzione strategica dell’economia americana in cerca di futuro. È molto probabile che la PayPal mafia farà da intermediario tra Trump e questo mondo. Per fini ovviamente di profitto, ma non solo.
Dove ci sono soldi c’è potere e dove c’è potere che volontà di potenza.