Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L’Iran non è così debole, ma non vuole la guerra

L’Iran non è così debole, ma non vuole la guerra

di Alessandro Orsini - 03/10/2024

L’Iran non è così debole, ma non vuole la guerra

Fonte: Il Fatto Quotidiano

L’Iran ha lanciato 180 missili contro Israele, quasi tutti intercettati dalla difesa aerea israeliana e americana. Le domande cui rispondere sono numerose.
La prima è se la difesa aerea israeliana sia così potente come viene ritratta dai media italiani. La risposta è no. Gli Stati Uniti intervengono sempre per abbattere i missili iraniani perché “Iron Dome” non riesce ad abbatterli tutti. Circa la metà dei 320 missili e droni lanciati dall’Iran contro Israele il 14 aprile scorso sono stati intercettati dalla contraerea americana. La prima ragione per cui Biden aiuta Netanyahu è che Israele non potrebbe difendersi da solo. Israele ha un’immagine di forza smisurata perché combatte da molti anni contro nemici debolissimi. Il bombardamento con cui Israele ha ucciso Nasrallah a Beirut è stato il più facile del mondo. Israele ha usato gli aerei più avanzati per bombardare una città senza difesa aerea. Per non parlare dello sfoggio di potenza d’Israele a Gaza, una città completamente indifesa. Tutto questo accresce quei pericolosi complessi di superiorità che inducono l’Occidente a sottovalutare i propri nemici, com’è accaduto con la Russia in Ucraina. La seconda domanda è se l’Iran sia militarmente inoffensivo. Molti commentatori, parlando dell’attacco, hanno assicurato che l’Iran è una potenza militarmente ridicola. Sono giudizi avventati per due ragioni.
In primo luogo, l’Iran non ha voluto infliggere danni reali a Israele. Tant’è vero che l’Iran ha anticipato agli Stati Uniti traiettoria e orario di lancio dei missili. Era già accaduto il 14 aprile scorso. In quell’occasione, fu l’Oman a svolgere il ruolo di “messaggero”. A ciò bisogna aggiungere che l’Iran ha bersagliato i siti militari, dove i governi concentrano la contraerea. Nessuno di noi può sapere se l’Iran abbia utilizzato i suoi missili più letali. In secondo luogo, l’Iran non ha lanciato i missili in “stile israeliano”, cioè, a caso contro i civili. L’Iran non ha bombardato Tel Aviv come Israele bombarda Gaza. La terza domanda è la seguente: se l’Iran sparasse senza preavviso contro tutte le città israeliane, quante vittime causerebbe? È possibile che i missili dell’Iran siano davvero inoffensivi. Nessuno può saperlo. Ad ogni modo, il fatto che gli Stati Uniti siano così preoccupati da una guerra totale con l’Iran induce a ritenere che abbiano alcuni timori fondati circa l’arsenale iraniano. In assenza di conoscenza, è meglio tenere a freno i complessi di superiorità tipicamente occidentali.
La quarta domanda è se l’Iran voglia una guerra con Israele e gli Stati Uniti. La risposta è no. Gli analisti afflitti dai complessi di superiorità dell’Occidente pensano che l’Iran stia evitando una grande guerra perché è debolissimo. In realtà, il primo problema dell’Iran è che non può conseguire nessun bene politico con la guerra. La guerra è un mezzo per raggiungere un fine, ma i quattro fini cui ambisce l’Iran sono irraggiungibili. Il primo è il ritiro d’Israele da Gaza; il secondo è il ritiro d’Israele dalla Cisgiordania; il terzo è la nascita di uno Stato palestinese; il quarto è la fine dei bombardamenti israeliani contro la Siria e il Libano. Per raggiungere uno soltanto di questi fini, l’Iran dovrebbe: 1) inviare centinaia di migliaia di truppe in Israele attraversando Paesi ostili; 2) sconfiggere l’esercito israeliano e quello americano; 3) rovesciare il governo Netanyahu e sostituirlo con un governo filo-iraniano. I missili non consentono di sostituire un regime nemico con uno amico, a meno che non carichino testate nucleari. Di contro, Israele è in una posizione di forza rispetto all’Iran perché può conseguire almeno un fine: il bombardamento dei siti nucleari. Israele può ottenere qualcosa con la guerra; l’Iran niente. Ne consegue che l’Iran perderebbe qualunque tipo di guerra prima ancora di combatterla giacché la guerra è un mezzo per raggiungere un fine. Senza fini da raggiungere, la guerra diventa soltanto un costo inutile. L’Iran può soltanto resistere per continuare a esistere.
E Netanyahu? Netanyahu prolungherà la guerra che ha causato la sua resurrezione politica. Se si votasse oggi, i sondaggi dicono che sarebbe il leader più votato con il suo partito, il Likud. Tuttavia, le elezioni sarebbero vinte dall’insieme dei partiti di sinistra. Grazie al bombardamento del Libano, il governo Netanyahu ha ottenuto l’appoggio di quattro nuovi parlamentari guidati da Gideon Saar. La guerra ha portato a Netanyahu voti, armi americane e un ampliamento della maggioranza di governo. Netanyahu avrebbe potuto uccidere Hismail Haniyeh in Qatar, ma ha voluto ucciderlo a Teheran. Netanyahu cerca una guerra con Teheran perché Israele è troppo debole per l’Iran. Biden sarebbe costretto a intervenire. La debolezza è la vera forza d’Israele.