L'Occidente attuale è un sistema economico o una visione del mondo?
di Martino Mora - 12/12/2022
Fonte: Martino Mora
"L'Occidente attuale è un sistema economico o una visione del mondo?" Se lo è chiesto, recentemente, l'amico Mario Iannaccone.
La mia risposta è che entrambe le cose insieme.
Si tratta di un modello di civiltà che Carl Schmitt indicava come "marittimo", e che Thomas Mann e Oswald Spengler (ed altri) come la "zivilisation". E' un modello in cui il denaro, la scienza e la tecnica, la produzione e il consumo di merci, la centralità dell'individuo ai danni di qualsiasi comunità, l'esaltazione del cambiamento come "progresso", il rifiuto esplicito o implicito delle credenze religiose, sono assolutamete rilevanti. Esso infatti coincide con la "modernità" e la "postmodernità" vincenti.
L'uno (il sistema capitalista) e l'altra (l'ideologia soggettivista, individualistico-egualitaria) sono strettamente legati e probabilmente non sopravviverebbero separati. La loro è un' affermazione plurisecolare, strettamente legata al processo di secolarizzazione e scristianizzazione, di cui sono entrembi causa e conseguenza al contempo.
L'esempio più clamoroso è quello dell'intoccabile ideologia dei diritti umani. Essa non solo presuppone un mondo secolarizzato in cui l'appertenenza religiosa, come tutte le altre, sia considerata del tutto secondaria (il fatto che i papi conciliari la predichino da decenni è un clamoroso harakiri, o seppuku, tipico di menti, ad essere buoni, estremamente confuse), ma rimandano chiaramente alla mentalità dell'homo oeconomicus , per il quale tutte le appartenze costitutive (reigiose, culturali, etniche locali, familiari) sono di fatto irrilevanti di fronte all'esigenza del guadagno, della produzione e del consumo di merci. Nessuna qualità costitutiva, solo la quantità. Esiste quindi l'uomo, anzi l'individuo, l'Io e null'altro (tranne appunto, l'avere o non avere quattrini, ma non sta bene dirlo).
E' il moralismo giuridico dei mercanti, e infatti è inseperabile storicamente (su questo Marx aveva fattualmente ragione) dall'affermazione del ceto borghese, detto anche il Terzo stato.
All'inizio gli ideologi dei diritti ancoravano la loro antropologia atomistica a un ipotetico (e del tutto irrealistico) stato di natura in cui gli uomini non erano legati da nulla. Ora che si è affermata, l'ideologia dei diritti dell'uomo, ormai spinta fino a un generale (e sempre più laido) "dirittismo", non ha più bisogno di alcuna finzione teorica come lo stato di natura, per perpetuarsi. Come non ne ha la plutocrazia (il potere dei "mercati finanziari", cioè del denaro ) per svuotare la nostra pseudo-democrazia.
Dal mercatismo inseperabile, l'ideologia dei diritti umani è - come affermavano Louis De Bonald e monsignor Delassus - l'essenza della Rivoluzione, perlomeno di quella occidentalista.
Ed oggi è il grande feticcio che il sistema orgiastico mercantile americanista utilizza, insieme alla sua industria culturale, per dare l'assalto al mondo intero, dall'Ucraina all'Iran, dalla Siria a Taiwan. E per condurlo a trionfale e bellicosa sventura.
P:S: Tra le tante clamorose fregnacce inventare dagli illuministi, Kant compreso, c'è quella che i mercanti non fanno la guerra. La storia ha ampiamente dimostrato che la fanno in grande stile, di solito per motivi "umanitari". Cioè costantemente.