L’origine della vita? E' una questione filosofica, non scientifica
di Paolo Cioni - 19/01/2021
Fonte: Il Talebano
“Prima si capirà che la scienza NON HA NULLA DA DIRE sull’origine dell’universo e
meglio sarà, sia per la scienza che per la filosofia” scrive Vincent Vega sul sito del biologo
Enzo Pennetta (www.enzopennetta.it) in un commento del 14-2-2016.
In effetti, non ho mai capito come, sulle questioni di fondo che hanno sempre tormentato
l’uomo fino dagli albori, gli “scienziati” e in special modo i più virulenti di loro – alcuni tra i
fisici- pretendano di poter avere delle “spiegazioni” più convincenti di altre da poter offrire.
Se vogliamo, l’antica questione tra atei e credenti sull’origine dell’universo e della vita può
essere semplificata al massimo nelle seguenti posizioni:
1) La materia (preesistente, anche se non si sa come) ha dato origine a materia sempre
più complessa che si è auto-organizzata casualmente in varie forme, fino alle più evolute
forme viventi dotate di coscienza ed auto-coscienza di sé come unità e individualità (Io), e
di capacità di riprodursi. Si è trattato, insomma, di una specie di puzzle auto-riempito in cui
“predisposta una configurazione di partenza, ossia una condizione iniziale, le leggi
determinano ciò che accade nel futuro ” (Hawking, Il grande disegno, 2011).
2) Un Disegno, un Progetto (intelligente, cosciente) disincarnato (Dio?) ha innescato un
processo finalizzato, portato fino alla realizzazione materiale di varie forme, tra cui le più
evolute. Tali forme disparate all’apparenza sono solo manifestazioni diverse di un’unica
Entità sostanziale, situata al di fuori del tempo e dello spazio fenomenologico.
La posizione 1, accettata universalmente dal materialismo contemporaneo, sostenuto
dalla scienza illuministica, sarebbe maggiormente accreditata ed “evoluta” rispetto alla 2),
appannaggio di infantili “creduloni”.
Ma è proprio così, come vuole farci credere il Pensiero Unico imperante?
Il problema, in realtà, lungi dall’essere scientifico, è filosofico, nonostante la dichiarazione
di Hawking sulla morte della filosofia, soppiantata dalla Scienza (ibidem).
Resta in effetti il problema, tutt’altro che banale, del rimando alla “condizione iniziale”
(quale?), che non sembra di facile soluzione per gli “scienziati”.
Che la materia che si trovava lì per caso (come?) si sia auto-organizzata in forme sempre
più evolute (contraddicendo il secondo principio della termodinamica, secondo cui in un
sistema isolato l’entropia -il disordine- può solo aumentare; v., ad es., quanto sostiene in
proposito il genetista Sanford, Genetic Entropy, 2005) sembra più “scientifico”, maturo e
accettabile di un Progetto che abbia innescato la sua concreta realizzazione materiale?
E se il sistema non era isolato ma aperto, e quindi calore, energia e massa potevano fluire
verso e dall’esterno facendo in teoria diminuire l’entropia, tutto ciò appare di facile e
intuitiva spiegazione?
Consideriamo, tanto più, che la “costruzione” di un animale intelligente avviene attraverso
la decifrazione di un codice, e quindi di un progetto (DNA) che impartisce informazioni e
direzioni alle sostanze materiali che, costituendone i mattoni, devono organizzarsi in un
modo molto complesso per dare origine al prodotto finale. Quindi, anche in questo caso, si
può dire che la materia non è primaria, ma si plasma in base ad istruzioni ricevute
(progetto). Come un modellino di un mobile dell’IKEA da montare necessita di un foglio di
istruzioni per poter mettere insieme i pezzi nell’ordine giusto, e la vita, in quanto a
complessità, non è certo paragonabile a un mobile. E poi, mantenendo la metafora, il
modellino per costruire una bicicletta sarebbe diventato nel tempo, con l’evoluzione
spontanea, tale da poter auto-costruire un aereo?
Dobbiamo essere sinceri, anche se può costare assai mettersi contro l’opinione della
maggioranza, e risultarne “squalificati”: all’Imperatore mancano i vestiti.
Il prologo del Vangelo di Giovanni, uno dei testi delle sacre scritture più misteriosi e
profondi di tutti i tempi, soggetto alle interpretazioni più svariate e tenuto in alta
considerazione da molti circoli occultistici, ci dà in proposito uno spunto di significato
sviluppabile sulla base della propria conoscenza, attitudine e predisposizione interiore,
qualora la tanto discussa parola “Logos” venga intesa come Progetto, Disegno
(intelligente).
Seguendo Giuseppe Aiello, storico delle religioni, si ha la seguente versione:
“All’inizio c’era il Progetto-Disegno (Logos),
e il Logos era con il Dio,
e “Dio” era il Progetto.
Esso [il Progetto] era in principio presso il Dio.
Tutto è stato fatto per mezzo di esso [il Progetto]
e senza di esso [il Progetto] niente è stato fatto di
tutto ciò che esiste.
In esso [nel Progetto] era [prevista] la vita
e la vita era la luce degli uomini…”
O, se vogliamo riportarci alle scritture vediche dell’India:
“Il Suono è considerato come la basilare sorgente di energia e movimento esistente
nell’universo. L’esistenza del mondo materiale si dice sia stata originata dall’impulso
cosmico, l’infinita vibrazione di Sabda [l’onnipresente eterna origine del suono]”
(Pandit Shriram Sharma Acharya, Eternity of Sound & the Science of Mantras”, TMD India,
revised edition 2012).
Queste spiegazioni delle nostre origini e della nostra essenza, in sintesi, non sembrano
affatto più ingenue e insoddisfacenti di quelle materialistiche, imposteci dalle consorterie
della Scienza di regime.