L'Unione Europea come è sempre stata
di Febe Polluce - 20/03/2025
Fonte: Febe Polluce
Stamattina ho ascoltato Paolo Mieli a Radio 24 su quanto successo ieri in Parlamento (devo dire che l'ho trovato un pó più sottotono del solito, ma potrebbe essere una mia impressione).
Mieli si è prodotto in uno spiegone sul contesto storico in cui il Manifesto di Ventotene fu scritto e sulla matrice culturale dei suoi padri. Ha precisato che nel '41 due forze soverchianti si imponevano in Europa: l'Unione Sovietica di Stalin a oriente e i regimi nazisti e fascisti a occidente, questi ultimi - ha ribadito più volte - arrivati al potere anche attraverso i meccanismi delle elezioni democratiche. La situazione di allora e la constatazione che, lasciata la scelta al popolo, il verdetto delle urne poteva comportare esiti nefasti, a detta di Mieli, era alla base dei proclami letti ieri del PdC e diffusi, per la prima volta, al pubblico vasto di chi ha assistito alla bagarre che ne è seguita. Mieli ha tenuto a precisare che i redattori del Manifesto erano antifascisti e anticomunisti, ostili tanto a Hitler, quanto a Stalin.
Quello che Mieli e i piagnoni che si stracciano le vesti da ieri non riescono a sopportare è che la lettura - testuale - dei desiderata dei "padri fondatori" dell'Europa Unita, spaventa e atterrisce in quanto rispecchia l'essenza vera e comprovata della UE.
Al di là di stanchi richiami e allarmi al fascismo o al comunismo della UE, la UE non è nè l'una, nè l'altra cosa. É un carrozzone burocratico, utile solo a imporre norme, castrare slanci nazionali, affossare alcune economie a vantaggio di altre, negare aiuto a terremotati, poveri e deboli, condannare a morte persino i bambini.
In quelle parole, come "dittatura", lette ieri coram populo dalla Meloni, chiunque può riconoscere i meccanismi autoritari e impositivi di Bruxelles su pressoché qualunque ambito della vita degli Europei e, in particolare di quelli dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo.
In quell'auspicio del contenimento, o meglio dell'annullamento, del meccanismo democratico, a vantaggio delle sagge scelte di un pugno di illuminati, si riflette perfettamente l'agire di organi che non sono rappresentativi se non degli interessi dei singoli soggetti che rivestono ruoli strategici, pur in assenza di mandato elettorale.
Non c'è alcuna necessità di contestualizzare: anzi, quelle parole sono la previsione plastica e profetica di quanto successo nelle scorse settimane in Romania.
Ma anche di quanto viene fatto più subdolamente ai danni di qualunque governo che tenti anche timidamente di sganciarsi dai meccanismi imposti sotto l'egida blu-stellata, in materia economica; culturale e di tutela dei propri confini.
Quello che sta facendo impazzire una parte minoritaria del Paese è che tutto ciò che la maggioranza imputa alla UE (non da oggi, con gli assurdi proclami bellici della Tedesca VdL, ma da anni) trova plastica descrizione in un documento venerato come un vangelo di pace e prosperità, ma che letto ad alta voce disvela ciò chel'Unione Europea è sempre stata.
E che è nata per essere: imposizione, dittatura, odio verso il popolo visto come massa incolta e pericolosa, strumento di una elite che si professa illuminata, mentre si arricchisce sulla pelle dei cittadini che la mantengono.