La campagna vaccinale si sta fermando?
di Massimo Mazzucco - 19/07/2021
Fonte: Massimo Mazzucco
La grande campagna vaccinale nel mondo sembra di colpo essersi arrestata. Partita con gran fanfara nel gennaio di quest’anno, sembrava che in pochi mesi il magico vaccino avrebbe liberato l’umanità dalla maledizione del Covid, e avrebbe riportato tutto alla normalità.
Invece la campagna vaccinale ha subito un primo, duro contraccolpo in primavera, quando i gravi effetti avversi causati da AstraZeneca (e non soltanto) sono diventati di pubblico dominio. Per la prima volta, milioni di persone che riponevano una fiducia cieca della vaccinazione hanno cominciato ad avere dei dubbi. Ma il contraccolpo è stato presto riassorbito, poiché le agenzie del farmaco, ben supportate dai media a voce unificata, sono riuscite a far passare il nuovo slogan “i benefici superano i rischi”. E così la maggior parte della popolazione si è convinta comunque a proseguire. Magari con qualche dubbio in più, ma le vaccinazioni sono riprese a pieno ritmo in tutti i paesi dell’Occidente.
Poi però deve essere successo qualcos’altro, perchè i proclami trionfalistici dei media pro-vax hanno cominciato a scomparire.
Il presidente americano Biden aveva annunciato con orgoglio per il 4 luglio – festa nazionale americana – l’agognato traguardo del 70% della popolazione vaccinata. Ma il 4 luglio è passato, e quel traguardo non solo non è stato raggiunto, ma ormai sembra inarrivabile.
Anche in Italia, inizialmente Figliuolo decantava quotidianamente il “mezzo milione di vaccinati al giorno”, ma da un po’ di tempo questo ritornello non si sente più. E chi va a guardare da vicino le statistiche, scopre che ormai il 90% delle vaccinazioni che vengono effettuate sono in realtà seconde dosi. Di gente che si vaccini adesso con la prima dose ormai se ne trova molto poca.
Quello che è successo, in realtà, è molto semplice: è stato raggiunto, bene o male, il numero massimo delle persone che desiderano vaccinarsi, o perché si sentono più sicure, o perché, più semplicemente, sono convinte di riacquistare in questo modo le proprie libertà. Ma tutti quelli che rimangono, ormai, sono persone che del vaccino non vogliono proprio sentir parlare.
Nonostante il fatto che i media tacciano sull’alto numero di persone colpite da reazioni avverse gravi (morti comprese), c’è infatti una realtà che non si può eliminare: la gente parla. Uomini e donne di tutta Italia parlano quando si incontrano per strada, parlano nei bar, parlano al telefono, parlano sui social, e ormai è diventato molto difficile trovare una persona che non conosca qualcuno che - in modo diretto o indiretto – sia stato colpito da una reazione avversa grave.
È quindi comprensibile che le persone che prendono coscienza di questa realtà decidano categoricamente di non vaccinarsi. E anche nei paesi dove la percentuale di vaccinati è molto alta (es. Israele, Regno Unito), la gente comincia a chiedersi perchè il virus continui a circolare esattamente come prima.
Questo spiega molto chiaramente il nervosismo da parte dei vari governi, che stanno precipitosamente passando dalla carota al bastone. Macron introduce un greenpass talmente restrittivo che lo si può tranquillamente equiparare ad un obbligo vaccinale di fatto. Il governo italiano si accoda, e cerca di approfittare dello squarcio aperto da Macron per irririgidire anche da noi le restrizioni per i non vaccinati. In USA Biden ha addirittura accusato Facebook di essere dei “killer”, perché non avrebbero fatto abbastanza per sopprimere quelle che lui definisce “disinformazione sul Covid”. (Pensate: un presidente democratico che arriva a lamentarsi che non sia stata applicata sufficiente censura nel “paese più democratico del mondo”).
E chiaro che la situazione si sta incattivendo un pò dappertutto, ma il problema di fondo non cambia. Quelli che hanno deciso di non vaccinarsi, ormai molto difficilmente lo faranno. E servirà a poco mettere in atto restrizioni più dure. Anzi, casomai ciò provocherà l’effetto opposto, ovvero quello di scatenare la ribellione di coloro che si sentiranno ingiustamente privati dei loro diritti più fondamentali.
Forse sarebbe ora di prendere atto della realtà, di accettare che i vaccini non rappresentano la soluzione (nella migliore delle ipotesi "funzionicchiano", come dice Massimo Galli), e di capire che l’unico modo per andare avanti senza scatenare una guerra civile, è quello di accettare serenamente la presenza di chi non vuole vaccinarsi all’interno della società.
E forse, sarebbe finalmente ora di cominciare ad utilizzare in maniera sistematica tutte quelle cure che sappiamo benissimo esistere, ma che fino ad oggi ci sono state negate.
Ma, per fare questo, bisognerebbe fare un grosso dispiacere a Big Pharma. E di governanti (e di giornalisti) con le palle per fare una cosa del genere all’orizzonte se be vedono ben pochi.