La catastrofe della sinistra
di Mario Adinolfi - 21/01/2025
Fonte: Mario Adinolfi
La catastrofe della sinistra è tutta oggi nella sua crisi identitaria. Per decenni nel Novecento la sinistra ha gestito il presente indicando la prospettiva rivoluzionaria, il “sol dell’avvenire”. Tramontato il sogno comunista nel 1989, uccisa ogni idea collettivista, la sinistra si è fatta progressivamente sempre più individualista. Nel XXI secolo ha scelto l’ideologia dei “nuovi diritti” abortisti e lgbt come tratto caratterizzante, il fiancheggiamento di alcune minoranze e in particolare degli immigrati irregolari. Un mix letale che ha allontanato la sinistra dai bisogni reali dei ceti popolari medio-bassi, che ovunque nel mondo si sono trasferiti in massa a votare opzioni opposte, populiste e nazionaliste.
Senza l’appoggio dei ceti popolari la sinistra non ha senso, diventa establishment e difesa dei privilegi, roba per garantiti dalla mangiatoia pubblica più attori, giornalisti, registi e cantanti tutti obbligatoriamente sfilanti sui carri arcobaleno del Pride. Davanti all’evidente vitalità delle destre, la sinistra appare incartapecorita a voler imporre auto elettriche da quarantamila euro e veganesimo come massima idea di futuro. Arriva Trump e cancella la parola “genere” per sostituirla nei documenti pubblici con il caro vecchio “sesso”, la sinistra non sa neanche come replicare. Tutta la paccottiglia degli ultimi vent’anni, i 58 diversi generi d’appartenenza tra cui Facebook ci obbligava a scegliere, diventano improvvisamente persino ridicoli. Le battaglie per i tampax nei cessi maschili si rivelano per quel che sono sempre state: inconsistenza allo stato puro.
Auguro alla sinistra di risvegliarsi dal sonno che ha generato i suoi mostri e di tornare a difendere i veri bisognosi: i ragazzi e le ragazze che hanno come necessità prevalente non quella di cambiare sesso, ma di trovare una casa in affitto a prezzi ragionevoli e un lavoro per cominciare la propria vita; la famiglia, magari monoreddito, con figli a carico che fatica ad arrivare alla fine del mese e si sente minacciata da droghe e microcriminalità spesso collegate al mondo degli immigrati irregolari di cui non si vuole ammettere (e quindi reprimere) la tendenza a delinquere; anziani, disabili e sofferenti cui viene proposto più il “nuovo diritto” a suicidarsi che a essere decentemente curati nelle strutture pubbliche di cui si difendono sprechi indecenti; le donne che vogliono il diritto ad essere madri senza essere soverchiate dalla relativa fatica, altro che aborto; i non garantiti che hanno bisogno di una fiscalità più leggera e costi generali non appesantiti da un ambientalismo di maniera che viene fatto tutto pagare a chi si ritroverà a dover ristrutturare casa, pagare bollette, cambiare modo di mangiare e di muoversi secondo regole green che uccideranno il ceto medio.
Credo che la sinistra sia vecchia, incartapecorita, incatenata in una piattaforma politica individualista che sta sbagliando tutto e non sa indicare un’idea di futuro in cui i più deboli possano pensare di migliorare la loro condizione. I deboli sanno che se la sinistra vince, staranno peggio. Per questo non la votano più. E i deboli ormai sono una moltitudine, la stragrande maggioranza, ma la sinistra si appassiona solo alle minoranze. In Italia nel 2023 si sono celebrati 184.207 matrimoni tradizionali tra uomo e donna, 3.071 unioni civili tra persone dello stesso sesso, il rapporto è 61 a 1. Ma per la sinistra la famiglia costituzionalmente intesa (per l’articolo 29 è “società naturale fondata sul matrimonio”) è un territorio del patriarcato pericolosamente abusante, il nuovo “sol dell’avvenire” è l’unione queer o lgbt: le “famiglie arcobaleno”, cioè contesti gay in cui sono associati minori sempre nati da procedure illegali, sono a star larghi diecimila (gli iscritti alla relativa potente associazione sono cinquemila), gli italiani uniti in matrimonio con figli a carico in nuclei familiari tradizionali sono ventinove milioni. Eppure la sinistra non ha mezza parola per i bisogni della famiglia naturale, si arrapa solo se vede spuntare un utero in affitto o una fecondazione eterologa illegale in una coppia dello stesso sesso. Come si fa a non capire che così si crea uno scollamento totale dalla realtà, dalle necessità reali delle persone vere?
La catastrofe della sinistra, stordita dall’ingresso di Trump alla Casa Bianca in attesa del tracollo della storica Spd tedesca alle elezioni del 23 febbraio 2025, è tutta nell’incapacità di mettersi in connessione con la realtà, nella presunzione ideologica di imporre ancora una volta una visione sovrastrutturale ad un mondo in crisi. Operazione che riuscì dopo le due guerre mondiali e persino dopo il crollo del Muro, così come all’inizio del XXI secolo, ma ora non può funzionare più perché la qualità delle sue leadership è inconsistente: da Kamala Harris a Elly Schlein, da Macron a Scholz, è troppo evidente che gli interessi che vogliono tutelare non sono quelli popolari. Il popolo quindi li punisce sistematicamente. La catastrofe della sinistra può costringerla alla riscrittura dell’agenda programmatica, se invece insisterà solo nell’additare il nemico la sua fine è già scritta.