La Chiesa di Bergoglio: l’impossibile coscienza di una crisi
di Luigi Tedeschi - 24/04/2025
Fonte: Italicum
Bergoglio santo subito? La sua santificazione mediatica è già un fatto compiuto. La canonizzazione ecclesiastica non è del resto rilevante, dato che la Chiesa è ormai dedita da decenni alla proclamazione seriale dei santi. Sin dalla sua elezione, qualcuno osservò che questo papa piaceva troppo a coloro a cui non sarebbe mai dovuto piacere. Infatti Bergoglio andò subito ad accreditarsi presso Scalfari, il guru del progressismo liberal italiano di Repubblica. Secondo Scalfari, Papa Francesco «concepisce il Cristo come Gesù di Nazareth, uomo, non Dio incarnato. Una volta incarnato, Gesù cessa di essere un Dio e diventa fino alla sua morte sulla croce un uomo». Infatti Bergoglio raccolse il consenso più dei laici che dei cattolici.
Coerentemente, riteniamo più giusto chiamarlo Bergoglio anziché Papa Francesco, dato che lui stesso ha sempre preferito dichiararsi Vescovo di Roma piuttosto che vicario di Cristo e successore di Pietro. La figura di Bergoglio è assai controversa: da alcuni viene esaltato come apostolo di una rivoluzione modernista della Chiesa, da altri viene considerato un eretico, cui imputare la fase dissolutiva della Chiesa cattolica. Non è stato né l’uno né l’altro. Bergoglio rappresenta la fase terminale di un processo storico di progressiva decadenza di un Cristianesimo ormai secolarizzato ed assorbito dalla società atomistica del turbo capitalismo.
Francesco è stato celebrato come il papa dell’inclusione, quando è stata invece la Chiesa stessa, ormai spogliata delle proprie prerogative spirituali, ad essere inclusa nella società post moderna.
La Chiesa è venuta meno alla sua missione nell’omologarsi al modernismo, anziché rappresentare una istituzione di sostegno spirituale delle moltitudini che non si riconoscono ne materialismo pervasivo e totalizzante della società contemporanea.
L’era della post modernità ha generato l’avvento della globalizzazione. Ma la Chiesa, quale istituzione spirituale custode di una verità trascendente, non era certamente compatibile con un mondo trasformato in villaggio globale ispirato ideologicamente al liberalismo politico, al liberismo economico e al relativismo etico. Pertanto, la Chiesa, nell’intento di inserirsi in un mondo ad essa estraneo, ha finito per omologarsi ad esso, oscurando progressivamente la propria dimensione spirituale. Ha assunto cioè il ruolo di ente assistenziale alla pari delle ONG laiche (per lo più finanziate dalle élites finanziarie e tecnocratiche), rendendosi funzionale ai meccanismi dell’ordine economico globalista dominante.
La Chiesa di Bergoglio è stata investita da un processo di progressivo sradicamento della propria identità. E’ venuto meno l’universalismo, e con esso la centralità della Chiesa di Roma, custode di un messaggio evangelico universale, a vantaggio di un umanitarismo cosmopolita, contrassegnato da una asettica anomia spirituale relativista, secondo cui le religioni, così come le opinioni, sono equivalenti, in quanto prive di contenuto veritativo assoluto.
Si è voluto rendere la dottrina cattolica compatibile con l’ideologia liberale dominante, stravolgendone i principi e il linguaggio pastorale. L’escatologia cristiana si è tramutata in umanitarismo, la umanità del Cristo è stata anteposta alla dimensione divina, la carità cristiana è stata degradata a solidarietà, l’apostolato è divenuto volontariato, la compassione si è diluita in misericordia generica, lo spirito missionario finalizzato alla conversione è scomparso a favore dell’inclusività. Afferma Marcello Veneziani nell’articolo intitolato «Non Santo Padre ma Fratello»: «Papa Bergoglio è stato un papa umano, troppo umano. Ha fatto dell’umanità il senso e l’orizzonte del suo pontificato. Ha umanizzato il divino, ha desacralizzato la fede, ha socializzato la cristianità, ha tradotto la carità in filantropia». Infatti, secondo i precetti cristiani «La carità senza verità non è amore e la verità senza carità non è vera».
L’ecumenismo cristiano è stato sostituito da uno spirito di fratellanza umanitario cosmopolita (assai affine all’ideologismo massonico). Molti cattolici odierni di dichiarano infatti cittadini del mondo e quindi affermano spesso che “la mia patria è il mondo”, ma il mondo globalizzato è composto solo di individui autoreferenti, senza Dio, né Patria, né Famiglia. Esistono però patrie spirituali ed ideali che travalicano i confini territoriali, le nazioni e le etnie di appartenenza. E la patria spirituale del popolo cristiano è la Palestina.
Bergoglio ha rivoluzionato la Chiesa nella misura in cui ha reciso i suoi fondamenti storico – culturali originari. All’oscuramento del senso del peccato nelle coscienze individuali, sostituito con una dottrina della misericordia assai ambigua, fa riscontro la criminalizzazione della storia della Chiesa, interpretata come una interminabile successione di mali, di delitti, di ingiustizie, che ha avuto l’effetto di infondere nei fedeli un senso di colpa collettivo irredimibile. Ci si chiede dunque se questa condanna apodittica dei mali di un passato oscurantista non conduca alla convergenza della nuova dottrina con i paradigmi dell’ideologia illuminista. Certo è che la Chiesa cattolica, con il rinnegamento della propria storia, ne risulta delegittimata nei suoi fondamenti istituzionali. Del resto, la Chiesa si è ben guardata dal rivendicare le origini cristiane dell’Europa in sede UE.
Nella Chiesa bergogliana, che ha assunto una identità compatibile con l’Occidente, è venuto meno sempre più il legame delle proprie origini, con la Terrasanta. I riferimenti a Gerusalemme sono divenuti sempre più labili. Gerusalemme, città santa dell’Ebraismo, del Cristianesimo, dell’Islam, è stata dichiarata unilateralmente da Israele capitale dello Stato ebraico, senza alcuna contestazione da parte della Chiesa cattolica. La Chiesa negli ultimi decenni ha tenuto un atteggiamento pacifista, ma assai ambiguo nei confronti della questione palestinese. Paradossalmente, Bergoglio viene accreditato post mortem come difensore dei palestinesi di Gaza, più per le accuse di antisemitismo rivoltegli dagli integralisti religiosi ebraici, piuttosto che dai cristiani della Palestina, la cui condizione è così descritta da Padre Elias Zalawi: «Nemmeno la recente guerra scatenata a Gaza il 7/10/2023 dalla Resistenza palestinese, alla quale Israele ha risposto con un genocidio ben pianificato e che continuerà fino ad oggi, 26/2/2024, è riuscita a rompere il silenzio tombale di tutta la Chiesa occidentale, guidata dal Vaticano. Tuttavia, l'opinione pubblica occidentale, finora più che anestetizzata da una propaganda magistrale, ha reagito rapidamente. Per mesi la gente si è riversata nelle principali città del mondo, proclamando la propria solidarietà con i palestinesi... Persino la Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha finalmente condannato Israele! Ma continua lo stupefacente silenzio di tutta la Chiesa occidentale, in barba alle più ovvie esigenze del Vangelo... e della semplice moralità umana!».
Bergoglio si è dimostrato un papa adeguato ai nostri tempi, oggi beatificato dal mainstream. E’ stato il papa dell’immagine virtuale, campione di audience per l’eccentricità dei suoi gesti, inusuali per un pontefice, per sue esternazioni estemporanee, cui ha fatto riscontro la banalità e la vacuità delle sue pastorali. Quello di Bergoglio è un Cristianesimo mediatico, non interiorizzato, si identifica con le masse plaudenti dei pellegrinaggi turistico – religiosi del Giubileo. La presenza dei cristiani nella società è impercettibile, il credente è indistinguibile nell’anonimato delle masse, non ha una identità definita: nell’era del relativismo dilagante il sentimento religioso resta confinato nella sfera della vita privata.
Emergono però rilevanti contraddizioni nel suo ministero. Bergoglio è stato celebrato come il papa della misericordia. Ma il suo autoritarismo repressivo si è manifestato con le ricorrenti rimozioni e scomuniche comminate nei confronti degli esponenti della Chiesa tradizionalista. E’ stata infatti vietata la celebrazione della messa in latino secondo il rito preconciliare. Ha inoltre creato un concistoro di cardinali a sua immagine e somiglianza, onde precostituire un conclave che garantisse una successione conforme al suo magistero. Viene infine esaltato come il papa difensore degli ultimi, ma i suoi rapporti intrattenuti con la giunta militare di Videla (resasi responsabile delle stragi dei desaparecidos), sono rimasti oscuri. Inoltre, non si è mai saputo il perché Bergoglio non abbia mai fatto visita all’Argentina, sua terra natale.
Diego Fusaro ha assimilato la figura di Bergoglio a quella di Gorbacëv, identificati nel ruolo di distruttori delle proprie istituzioni di riferimento. In realtà, nell’Occidente neoliberista, certi personaggi vengono tanto più esaltati, quanto più rinnegano le proprie fedi e la loro identità ed adempiano quindi alla funzione di dissolutori di ogni istituzione, sia politica che religiosa, che possa contrapporsi al sistema turbo capitalista.
L’omologazione della Chiesa bergogliana all’Occidente è del resto dimostrata dall’aver pedissequamente aderito e fatte proprie le tematiche delle forze politiche ed economiche dell’area progressista occidentale – atlantica.
Si pensi alla politica della immigrazione incontrollata. Nell’assistenza agli immigrati le organizzazioni cattoliche assumono un ruolo politico rilevante, in contrasto con le posizioni avverse alla Chiesa di Roma dei vescovi africani. Questi ultimi avversano l’immigrazione, quale mercato semi – schiavistico di manodopera a basso costo istaurato dal capitalismo occidentale, che comporta la sottrazione ai paesi africani di risorse umane essenziali per il loro sviluppo.
Nella gestione della pandemia la Chiesa si è omologata ai dogmi della scienza imposti dalle classi dirigenti legate alle Big – Pharma.
In tema di transizione ambientale, la Chiesa ha aderito alla ideologia green promossa dal WEF di Davos, conferendole una immagine cristiana, trasformando cioè San Francesco nel santo fondatore del moderno ecologismo.
L’apertura della Chiesa al mondo LGBT e gli atteggiamenti ambigui riscontrati sulle problematiche del “fine vita”, hanno provocato sconcerto e contestazioni di parte del clero e dei fedeli. In realtà, la Chiesa ha assorbito la cultura woke, salvo rielaborarla in versione cristiana.
Bergoglio lascia in eredità una Chiesa dilaniata da fratture e contraddizioni profonde. L’unità della Chiesa è minata da decenni dal moltiplicarsi di comunità e poteri interni autoreferenti. Ognuno si è creato un suo Cristianesimo autonomo e settario. Non è ormai più possibile accusare alcuno di eresia, data la scomparsa di una ortodossia cattolica definita.
Nella società occidentale contemporanea il Cristianesimo è in via di estinzione. La Chiesa, investita da un processo di modernizzazione / secolarizzazione iniziato con il Concilio Vaticano II, non ha assunto una adeguata coscienza della crisi dissolutiva della civiltà occidentale. Pertanto, questa Chiesa appare destinata alla irrilevanza, in quanto dimostratasi non in grado di assumere un ruolo di guida spirituale nel contesto della crisi della modernità, né tanto meno di opporre i propri valori alle degenerazioni dell’ideologia gender, della cultura woke e delle derive scientifiche transumaniste, quali fenomeni esplicativi del declino di una civiltà. L’era della globalizzazione è ormai al tramonto. La Chiesa attuale si presenta però del tutto impreparata al confronto con il mondo nuovo multipolare degli Stati Civiltà. Nel Sud del mondo riemergono le identità culturali e religiose. La Chiesa postconciliare del rinnovamento modernista (ormai obsoleto, dato che dal concilio sono trascorsi ormai più di 50 anni), è da ritenersi fuori dalla storia.
Nulla c’è da aspettarsi dal prossimo conclave. Peraltro, dalla riforma sinodale promossa da Bergoglio, la figura del papa ne uscirà fortemente ridimensionata nelle sue prerogative. A chiunque salirà al soglio pontificio sarà posta una scelta ineludibile per la sopravvivenza stessa della Chiesa: se schierarsi con un Occidente decedente e scristianizzato, o con gli Stati Civiltà del nuovo mondo multipolare emergente. E’ una scelta di carattere spirituale prima che geopolitica. Afferma efficacemente Matteo Martini nell’articolo «La Chiesa cattolica dovrà scegliere con chi schierarsi»: «In questo contesto la Chiesa romana dovrà capire quale fratello minore dovrà sostenere: Ebrei sionisti o Islam. Altro aspetto non secondario sarà il rapporto con l'Ortodossia, visto che fra le potenze reviosioniste c'è il più grande Stato-civiltà ortodosso: la Russia».
In questa fase di crisi epocale, sopravvive tuttavia quella Chiesa invisibile teorizzata da Guglielmo da Occam, presente nella coscienza degli uomini di buona volontà, da cui non potrà mai essere sradicata. Anzi, costituisce già oggi la fonte di ogni possibile speranza di rigenerazione della fede cristiana, e con essa del prefigurarsi dell’avvento di una umanità nuova, che emergerà dalle macerie della post modernità.