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La deriva dell'Occidente

di Gianluigi Chiaserotti - 29/09/2024

La deriva dell'Occidente

Fonte: SoloLibri

Di cosa parliamo quando parliamo di Occidente? Un saggio sulla salvaguardia dei valori tradizionali, sovranazionali e cristiani a cui necessiterebbe tornare per comprendere, ma anche capire che cosa veramente è l’Occidente e cosa invece dall’inizio del secolo XX vogliono far credere che sia.
La deriva dell’Occidente
 (GLF Editori Laterza, 2023) è un saggio di un Autore le tesi del quale vengono molto spesso volontariamente malintese e distorte.
Il saggio prende lo spunto dalla domanda riportata nella quarta di copertina:

Di cosa parliamo quando parliamo di Occidente? Oggi, con la guerra in Ucraina, sembra ritornare in auge un concetto di Occidente tutto geopolitico, ove Europa occidentale e Stati Uniti, difensori di democrazia e libertà, si contrappongono alla “barbarie” orientale, russa e cinese. Ma non è sempre stato così, anzi, e siamo sicuri che questa idea di Occidente, questa alleanza fatta di valori, di economia, di tecnologia militare duri per sempre?

In uno stile fluido, ben curato, in una prosa pressoché aulica e ricchissima di note esplicative, l’autore è come se ci prendesse per mano e ci narra tutta la storia dell’Occidente tradizionale con le gesta di svariati personaggi attraverso i secoli.
È un saggio sulla salvaguardia dei valori tradizionali, sovranazionali e cristiani a cui necessiterebbe tornare per comprendere, ma anche capire che cosa veramente è l’Occidente e cosa invece dall’inizio del secolo XX vogliono far credere che sia.
La caduta, stabilita sulla carta, dei Tre imperi Centrali al termine della Prima Guerra Mondiale, l’indebolimento della Gran Bretagna, l’ascesa quindi del “controllo” americano in Occidente, quindi gli accordi divisivi al termine della Seconda guerra mondiale, sono tutti fattori che hanno inesorabilmente indebolito l’Occidente.
Con l’attuale guerra in Ucraina, che sta diventando ormai una vittima, in mano al falso Occidente, e si relega Mosca verso Oriente.
Proprio Mosca che rappresentò la “Terza Roma”, dopo la Roma Antica e dopo Costantinopoli (già Bisanzio, quindi Istanbul).
Concludo con le bellissime parole dell'autore, prof. Cardini:

[…] Un’Europa che, come la Luce di Dio, evocata nel “Corano”, “non è né orientale né occidentale”. L’Europa di San Benedetto, delle cattedrali, delle università; l’Europa che ha scelto l’”Ode alla Gioia” di Schiller vestita dalle note della “Nona” di Beethoven. L’Europa libera e unita per la quale sarebbe valsa la pena di morire: e, soprattutto, nella quale sarebbe stato tanto bello vivere. La mia, la nostra dolce, carissima Europa.

L’Europa del Principe Eugenio di Savoia, che amava firmarsi in tre lingue “Eugenio Von Savoy” che dalla gloria di Lepanto in poi rappresentò la Tradizione.
Attualmente c’è una sola Europa economica che ha dimenticato cosa è stata nei secoli trascorsi.