La deriva supponente della società moderna
di Riccardo Sampaolo - 16/09/2023
Fonte: Riccardo Sampaolo
La Democrazia Cristiana non è mai stato un partito particolarmente amato dagli Stati Uniti,
tuttavia il notevole seguito elettorale che garantiva ha fatto si, che mantenesse oltreoceano una
interessante funzionalità come argine all'ideologia marxista, ampiamente rappresentata in Italia
dal più grande partito comunista dell'Occidente. È stata quindi indubbia per gli Usa l'utilità di
sostenere la DC, che però dal punto di vista strettamente ideologico marcava una forte distanza dal modello culturale statunitense, fortemente centrato sulle libertà dell'individuo, che la Democrazia Cristiana riconosceva solamente in forme mediate dalla centralità della famiglia e delle tradizioni cattoliche. In sostanza il modello culturale statunitense aveva ben più di una incompatibilità con lo stile di vita imperniato sul cattolicesimo di cui era in parte espressione la
Balena Bianca. In definitiva la DC non era il partito più idoneo per garantire la capillare
penetrazione dell'americanismo nel Belpaese, ma era, in quel momento il più realistico baluardo al contenimento del ben organizzato PCI. Con la caduta del muro di Berlino e il venire meno della minaccia comunista da Est, la funzione di argine della DC della marea rossa perse significato, e l'avvento di tangentopoli favorirà il declino progressivo e la successiva scomparsa
del partito cattolico. Sotto la patina cattolica in progressivo disfacimento già dalla fine degli anni
Sessanta, nella società italiana, iniziava a manifestarsi sempre più convintamente un
progressismo urbano e emancipatorio che trovava nel piccolo, ma agguerrito Partito Radicale, il suo più organico rappresentante. È notorio che questo piccolo partito non ha mai sfondato elettoralmente, ma è altrettanto incontestabile che gran parte delle sue battaglie, sono state fatte proprie da altri partiti, come per esempio l'organizzatissimo Partito Comunista Italiano, che
già negli anni Settanta aderì alle iniziative referendarie dei radicali. Nel corso del tempo,
complice il dissolvimento del socialismo reale ad Est, e la progressiva convinzione in larghe
fasce dell'elettorato della sconvenienza all'abolizione della proprietà privata dei mezzi di
produzione, caposaldo del marxismo, iniziò a verificarsi la capillare erosione dell'ortodossia
ideologica del PCI - PDS, che gradualmente iniziò ad essere sempre più "saturato" dalle istanze provenienti dal Partito Radicale, che in una qualche misura determinò il sempre maggiore avvicinamento del grande partito della sinistra a fasce sociali anelanti individualismo, emancipazione e critica ai retrivi, secondo loro, valori cattolici, popolari e sacrali, visti sempre
più come inutile freno alla sprovincializzazione dell'Italia. È proprio questo "aggancio" del PCI da parte del partito pannelliano e della successiva, graduale e consistente contaminazione valoriale dal piccolo al grande partito, ad aver amplificato la mutazione genetica di quello che fu il più grande partito comunista dell'Occidente, il cui, in parte diretto discendente, l'odierno Partito Democratico guidato dall'energica Elly Schlein si rivolge convintamente a minoranze di ogni tipo, ma ha serie difficoltà ad interloquire con le classi lavoratrici, che ostinatamente non si fidano a liberarsi completamente delle appartenenze nazionali e familiari, per abbracciare un mondo nuovo, che non perde tempo a contrastare la libertà d'espressione e a inseguire principi
astratti. Nel passaggio dal mondo valoriale cattolico a quello urbano-progressista la gran parte
della popolazione si illude di averci guadagnato in termini di qualità della vita, ma è pura
illusione, dato che questo ultimo coacervo valoriale non perde tempo a definirsi migliore per il
solo fatto di anelare un mondo nuovo che ci allontana dal retrivo passato, quando in verità il
frequente ricorso da parte di questa "visione del mondo" a forme di normazione sempre più
ossessiva per imporsi, tradisce la sua reale provenienza, ossia dall'alto, contrariamente al
vituperato "mondo che fu", in gran parte organico a larghe fasce della popolazione e di cui
alcuni partiti di massa del passato, come per esempio la Democrazia Cristiana, si facevano
interpreti, anche se con un legittimo ruolo guida. Lo stesso moralismo cattolico, per quanto
all'epoca, in alcuni casi bacchettone, aveva una tendenza a finire nei tribunali molto meno del
ben più bigotto modello urbano-progressista, favorevolmente accolto dai media conformisti, ben felici di mostrare le nefandezze delle mentalità del passato e sempre pronti a nascondere sotto il tappeto i guasti e i drammi dei nuovi pregiudizi, che vanno da una consistente sottovalutazione dei diritti sociali, alla devastazione dei corpi intermedi, quali la famiglia, con
argomentazioni in puro stile da Partito Radicale, volte a mettere sotto i riflettori casi estremi, non focalizzando a sufficienza aspetti statistici, che seppur nulla toglierebbero alla drammaticità di quel singolo caso, farebbero meglio percepire il quadro generale che si ha di fronte, e gli eventuali strumenti da mettere in campo.
Tra i principali eredi del mondo pannelliano non possiamo non ricordare Emma Bonino, che a
scanso di equivoci, in una trasmissione del 2018, neanche si definì di sinistra, ma una liberale
radicale, e ciò non deve stupire dato che lo stesso Partito Radicale nacque da una scissione a
sinistra del Partito Liberale; ciò che invece dovrebbe far riflettere è come in Italia sia diventato
egemonico e più o meno trasversale tra i partiti politici una visione del mondo, quale è quella
radicale, di tipo liberista, individualista, femminista, filoanglosassone e supinamente atlantista,
così lontana dalle tradizioni storico-culturali dell'Italia. L'americanizzazione dell'intero Occidente, intesa in termini progressisti, è ben percepibile, e non c'è da rallegrarsene granché.
Oggi fanno scandalo famiglie solide e numerose o agricoltori che allevano conigli per
autoconsumo, il tutto in un clima di ostilità al libero pensiero, che induce persino qualche
esponente politico a voler introdurre nuovi reati d'opinione; la società moderna più bigotta di
quella di ieri, con l'aggravante della supponenza.