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La Dottrina Monroe alla sfida del multipolarismo

di Fabrizio Pezzani - 07/08/2024

La Dottrina Monroe alla sfida del multipolarismo

Fonte: Fabrizio Pezzani

La dottrina Monroe: la storia

La dottrina Monroe ha di fatto ormai 200 anni ed è stata elaborata nel 1823 dall’allora presidente degli Usa James Monroe da cui prende il nome; questa dottrina segnò un momento fondamentale nella storia degli Stati uniti ed ha giocato un ruolo determinante nell’affermazione della sua storia di potenza globale. La dottrina definiva una politica di non interferenza da parte delle potenze europee, allora monarchie, negli affari delle nazioni dell’emisfero occidentale ed in cambio gli Stati Uniti si impegnavano a loro volta nel non intervenire negli affari europei come si stavano delineando dopo il congresso di Vienna che aveva posto fine all’impero napoleonico. Il congresso di Vienna si tenne tra l’ottobre 1814 e il giugno 1815 successivamente alle guerre napoleoniche per ripristinare l'assetto territoriale degli stati europei precedente ai conflitti e restaurare il potere legittimo dei sovrani. Il congresso di Vienna fu in sostanza la base per il futuro equilibrio degli stati europei, impegnati ad arginare la potenza francese di fatto fu la restaurazione dei vecchi poteri. Le potenze europee con il periodo napoleonico avevano in parte dimenticato i possedimenti oltremare specie in Sudamerica, ma la storia aveva ormai voltato pagina come era stato con gli inglesi per le colonie del nord-America.

Così per la dismissione degli interessi e del potere europeo la dottrina servì soprattutto ad aumentare la consapevolezza degli Stati Uniti del possibile ruolo di dominazione nei paesi del Sudamerica così mentre si promuoveva in maniera strumentale per gli ideali di pace e collaborazione si sviluppò la spinta ad espandere la propria influenza ed affermare la sua posizione come forza dominante nelle Americhe. Questo passaggio nel secolo successivo ha segnato la nascita dell'imperialismo statunitense ed ha posto le basi di quella che con sempre maggiore forza avrebbe caratterizzato una politica estera aggressiva crescente con l'aumentare della consapevolezza della propria forza. Così negli anni successivi gli Stati Uniti si avvalsero della dottrina Monroe come giustificazione per interventi aggressivi verso altri stati come in Messico, Cuba ed Haiti compresa l'annessione di aree come il Portorico.; in questo modo si legittimava l'idea di protezione degli Stati Uniti verso gli altri paesi sudamericani ma al contempo per promuovere i propri interessi.

 

La particolarità ed il ruolo degli Usa

Si sviluppa con la dottrina Monroe l'idea della particolarità degli Usa la loro fiducia nel destino ad essi favorevole destinata a diffondere i principi fondanti dei loro padri fondatori di democrazia, di uguaglianza, di libertà e di sviluppo economico.

La dottrina Monroe diventò una scusa per passare negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale ed in particolare dopo gli anni Sessanta ad una forma più dura di governo dettato dalle idee ed esigenze degli Stati Uniti.

La guerra fredda aveva inasprito le relazioni tra l'Occidente ed il patto di Varsavia a partire dallo scontro di Cuba nel 1961 quando si rischiò la terza guerra mondiale. Negli Usa si formò un movimento di pressione verso le forme di politica che si avvicinavano al comunismo dando luogo ad una caccia alle streghe che trovò nel maccartismo la sua più evidente espressione.

Così, nel secondo dopoguerra la paura del comunismo genera una vera e propria caccia alle streghe all’interno del paese. Gli Stati Uniti si trovano di fronte un’Unione Sovietica forte del prestigio della vittoria sul nazismo, del sostegno del movimento comunista internazionale e di parte del movimento sindacale statunitense. Alla politica estera del containment - sotto la forma della “Dottrina Truman” - […], si accompagna all’interno una massiccia campagna politica e culturale per convincere il paese della necessità di un’assoluta sicurezza interna e della preservazione dell’ordine esistente. Il pericolo è quello della cospirazione comunista ordita da Mosca per minare il morale e l’unità della nazione, e ad alimentarla è la possibile presenza di cospiratori all’interno delle istituzioni federali. I grandi scioperi del 1945-46 che videro coinvolti quasi 8 milioni di lavoratori, con le richieste di aumento di salario, spaventano i grandi monopoli statunitensi e diventano la dimostrazione che la minaccia comunista era forte.

Così, quando la protesta verso forme di governo più liberale ed in grado di promuovere l'uguaglianza si rafforzò sull’esempio di Cuba e si sviluppo in diversi paesi del Sudamerica si generò un'opposizione militare e violenta che non accettava nessuna forma lontana dagli ideali del capitalismo americano e furono colpiti via via quasi tutti i paesi sudamericani che si trovarono ad affrontare guerre civili promosse e finanziate dai servizi segreti degli Usa e dei paesi in rivolta.

Fu in questa occasione che prese il via la cosiddetta operazione " condor "promossa dal capo della polizia politica cilena, il colonello Contreras, per una collaborazione tra i paesi in cui si generavano forme di rivolta sia clandestine che manifeste da soffocare. Sono gli anni di una dittatura giustificata dal pericolo comunista ma funzionale agli interessi delle elites locali che volevano mantenere i loro privilegi, sono gli anni del destino di Allende in Cile che viene eliminato ma in altri paesi si formano dittature militari come il generale Stroessner in Paraguay, il generale Banzer in Bolivia così fu la stessa cosa in Brasile, in Argentina salì al potere il generale Videla che promosse il governo militare con disastri umanitari dolorosi.

Il sistema internazionale non si mosse nei confronti di quelle situazioni che non erano dissimili da quelle avviate dal patto di Varsavia con l'occupazione violenta dell'Ungheria , della Polonia e della Cecoslovacchia ; il sistema andava caratterizzandosi sia all'est che all'ovest di una inaccettabile violenza ed ad una totale chiusura verso qualsiasi forma di dialogo , i due mondi opposti si confrontavano e si muovevano all'unisono determinando il dominio dei due paesi sui sistemi a loro collegati. Questa posizione di ostilità e di duro confronto si verificò in quegli anni anche nel nostro paese dando luogo agli anni di fuoco culminati con l'uccisione di Aldo Moro.

Negli anni Ottanta prese piede un'altra iniziativa degli Stati Uniti per destabilizzare il Nicaragua con la rivoluzione sandinista che ha determinato la fine della dittatura di Anastasio Somoza Debayle nel 1979 e la presa del potere da parte del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale che governò il paese fino al 1990.

Per fare fronte alla rivolta ed alla necessità di finanziare le forze di opposizione si creò un meccanismo di finanziamento basato su un traffico illegale di armi vendute all'Iran in guerra con l'Iraq che diede corpo all' Irangate o Iran-Contras che fu uno scandalo politico negli Stati Uniti che si verificò durante il secondo mandato dell'amministrazione Reagan. Tra il 1981 e il 1986, alti funzionari dell'amministrazione facilitarono segretamente la vendita illegale di armi all’Iran, che all'epoca era soggetto a un embargo sulle armi e diede corpo ad un'azione giudiziaria contro il governo Reagan.

L'idea di onnipotenza si scontra con la " Storia ".

Dopo la caduta del muro di Berlino la dottrina Monroe tende a diventare una prassi dell'esercizio di governo del potere militare degli Usa che raggiunge la massima esposizione con le guerre in Medioriente. La posizione di dominanza degli Usa tende a diventare una forma di unilateralismo senza opposizione fino a quando agli inizi del nuovo secolo si costituisce il gruppo dei BRICS che è un raggruppamento delle economie mondiali emergenti formato dai Paesi del precedente BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) con l'aggiunta di Sudafrica (nel 2010) e di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti (nel 2024). Questi paesi condividono una situazione economica in via di sviluppo e abbondanti risorse naturali strategiche, ma, soprattutto, sono stati caratterizzati da una forte crescita del prodotto interno lordo (PIL) e del peso nel commercio mondiale, specie agli inizi del XXI secolo.

Tali economie, dunque, si propongono di costruire un sistema commerciale e finanziario globale attraverso accordi bilaterali non basati sul dollaro (de-dollarizzazione); in particolare, ciò potrebbe avvenire con il lancio di una nuova moneta, potenzialmente condivisa. Questa diventa la sfida multipolare alla dottrina Monroe che comincia a vacillare specie nell'America del sud dove il Brasile ( membro dei Brics) , il Messico , il Venezuela ( ha chiesto di entrare nei Brics ) , il Paraguay ed altri stati minori decidono di contrapporsi alla agli Usa ( la dottrina Monroe ) che li ha governati per quasi 200 anni ed ora inizia una nuova storia e la sfida al monopolio Usa che deve decidere tra l'egemonia o la collaborazione ; nel primo caso la loro guida dell'occidente sembra tenere anche se l'occidente stesso è al collasso e di conseguenza gli Usa che sono prossimi alla recessione.

La fine di un modello culturale

Il modello culturale che si è formato è legato all'idea ingiustificata di uno sviluppo infinito della tecnica su cui gli Usa hanno fondato la loro storia e si sono illusi drammaticamente che il tempo dell'onnipotenza non finisse mai come era successo agli antichi romani. Un liberismo sfrenato senza regole morali ha finito per erodere la loro stessa società da cui invece devono ripartire per avere una coesione sociale in grado di ricostruire una base di valori condivisi perché se non riescono a mettere in discussione il loro modello sociale ed economico non riusciranno mai a capire il nuovo ruolo che il cammino della storia sta chiedendo loro. Se non si riesce a mettere in discussione una società di disuguali, diventa estremamente difficile capire quale ruolo nel mondo globale e multilaterale deve tenere una grande potenza come gli Usa e mettere in discussione un comportamento egemonico che va contro la storia. Il percorso egemonico è stato fatto mostrando sempre una forza bellica per la quale il paese spende il 50 per cento delle spese militari globali, questa scelta ha spinto al riarmo altri paesi come la Cina e la Russia.

Le prossime elezioni presidenziali sono a loro volta un grande interrogativo sul futuro del paese e sul sistema di valori e ruolo dell'intero occidente che sta scivolando verso il baratro di un collasso sociale e spirituale che ne potrebbe disegnare la fine.