La evaporazione del Cristianesimo
di Diego Fusaro - 22/04/2025
Fonte: Diego Fusaro
Se ne è andato nella giornata di ieri Bergoglio, all'età di 88 anni. La dolorosa perdita ci offre se non altro l'occasione per svolgere alcune considerazioni generali sulla sua figura e sul modo in cui ha gestito in questi anni la Chiesa di Roma. La prima doverosa precisazione riguarda il fatto che Bergoglio, tecnicamente, non è mai stato Papa: secondo quanto abbiamo mostrato estesamente nel nostro libro "La fine del Cristianesimo", Benedetto XVI non rinunciò mai al munus petrino, rinunciando soltanto al ministerium: spiegato in termini semplicissimi, Ratzinger rinunciò a esercitare il ruolo di Papa senza però mai rinunciare a quel ruolo. Con l'ovvia conseguenza per cui rimase fino alla fine Papa: per questo motivo, l'elezione di Bergoglio nel 2013 fu un atto nullo più che invalido. Come è noto, il papa può essere uno soltanto e non si fa un nuovo Papa finché quello in carica non è morto o non ha rinunciato al munus, non al ministerium. Dunque, a conti fatti, la sede papale risulta vacante fin dal 31 dicembre del 2022. Per quel che concerne il modo in cui Bergoglio ha amministrato la Chiesa, limitandoci anche in questo caso a sunteggiare ciò che abbiamo scritto nel nostro libro prima citato, possiamo dire che egli ha favorito in ogni modo i processi in atto di evaporazione del Cristianesimo, promuovendo una neochiesa smart e liquida, post-cristiana e aperta all'immanenza nell'atto stesso con cui si è chiusa integralmente alla trascendenza. Quella di Bergoglio è stata una religione del nulla, nella forma di un nichilismo postcristiano che di fatto ha contribuito a svuotare del tutto il cristianesimo rendendolo semplice copertura ideologica della globalizzazione liberalprogressista. Se Ratzinger aveva resistito eroicamente all'evaporazione del Cristianesimo, mettendo al centro la tradizione, la filosofia e la teologia, e per questo motivo venendo osteggiato senza tregua dall'ordine dominante, Bergoglio ha agito nella maniera diametralmente opposta e proprio per questo è stato da subito il beniamino dell'ordine egemonico: anziché resistere alla evaporazione del Cristianesimo, la ha propiziata in ogni modo. Negli anni settanta Pasolini notava che il cristianesimo era a un bivio fondamentale, così cristallizzandolo: o il cristianesimo ripartirà dalle origini e dalla opposizione a un mondo che non lo vuole più oppure si suiciderà e si scioglierà nella civiltà dei consumi. Con Ratzinger abbiamo assistito al tentativo di dar vita alla prima ipotesi di Pasolini. Con Bergoglio viceversa abbiamo rilevato il trionfo della seconda.