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La faccia e la questione

di Miguel Martinez - 17/03/2019

La faccia e la questione

Fonte: Kelebek

In questi giorni, è successo qualcosa di straordinario, a livello mondiale.
Fino a qualche settimana fa noi eravamo:
1) qualche esperto che ci capisce davvero di biologia, clima, meteorologia, scienze, ma non riesce  a farsi ascoltare da quasi nessuno
2) qualcuno come me che non ci capisce nulla, ma intuisce che l’espansione infinita è inconciliabile con un pianeta finito
A noi, non ci si filava nessuno, per ovvi e validissimi motivi.
Ugo Bardi, ad esempio, è straordinariamente libero da dipendenze identitarie, è dotato di un umorismo diabolico e ha una mente instancabile, ma appena sentono che insegna all’università, lo prendono sul serio e si annoiano.
Poi arriva una ragazzina con 250.000 seguaci su Twitter, e dice più o meno quello che diciamo “noi”, e tutto cambia.
Il primo risultato è che si personalizza la questione.
Non riesco a immaginare nulla di più impersonale di ciò che stiamo vivendo: è difficilissimo e in fondo irrilevante capire se ci sono dei “colpevoli”.
Io butto una bottiglia di plastica nella “plastica” (virgolette, perché a Firenze si chiama giustamente “contenitori”), e mi sento apposto con la coscienza.
Poi oggi una geologa mi dice che se c’è l’etichetta di carta, dovrebbe andare nel misto. E che comunque, se nella “plastica” c’è più del 10% di indifferenziato, lo devono rimettere nel misto. E ci vuole pure uno sforzo in più.
E quindi sono di nuovo colpevole.
O è colpevole chi non mi ha informato?
O è colpevole il produttore che ha attaccato la carta alla bottiglia di plastica?
O è colpevole il governo che…
fermi tutti, ma cosa c’entra una geologa?
E se lei fosse colpevole di avermi detto qualcosa che solo un tecnico dei polimeri mi avrebbe dovuto dire?
O sono colpevole io a fidarmi di lei?
Allora a quel paese tutti quanti, me compreso.
Eppure, siamo fatti così: non riusciamo a schierarci su una questione, finché non la identifichiamo con la faccia; ma la faccia ovviamente non è la questione.
Il guaio è che la faccia diventa poi la questione.
La gravità è la faccia (e la mela) di Newton; e se si venisse a scoprire che Newton metteva le corna alla moglie, vorrebbe dire che le mele non cadono, ma fluttuano libere nello spazio.
A tutti voi sarà capitato di farvi un mazzo così per qualcosa che ritenete davvero importante, e sentirvi prendere in giro dopo da gente che non ha fatto un tubo, perché avete la erre moscia o perché vi siete messi i calzini spaiati.
In questi giorni molto particolari, succede a raffica, perché c’è gente che si è presa l’impegno di manifestare in tutta Italia “per il clima”.
Venendo immediatamente presa in giro.
Ammetto di essere il primo a trovare un sacco di pretesti per prendere in giro.
Vedo il sedicenne al corteo qui a Firenze che ha preso un pennarello e ha scritto su un cartone chiaramente strappato a una scatola la frase bicolore PORCO2.
Dove in sei caratteri posso trovare da ridire sull’offesa agli animali, la mezza bestemmia e la presunta cattiveria del CO2, che in realtà è una sorta di specchio neutrale del consumo energetico, l’assenza di ogni riferimento alla storia della “civiltà dei consumi”, la sottintesa critica al ruolo della Chiesa che invece forse non ha particolari colpe in questo caso, la mancanza di accenni alla demografica, la totale mancanza di proposte alternative, l’assenza di riferimenti ai meccanismi dell’economia mondiale, l’uso di un facile gioco di parole invece di trecento pagine di studi scientifici su un tema complicatissimo…
Però a prendere in giro, se non gestisci una giostra, arrivi a poco.
Se voglio criticare davvero qualcosa, devo sostenere una precisa tesi contraria, che sia coerente con le proprie premesse e che spieghi quanto succede.
Trovo finalmente qualcuno che ha il coraggio di sostenere una tesi coerente, su un sito che si chiama Vox News.
Vale la pena di leggere tutto il pezzo:

Rita Pavone contro Greta Thunberg: “Sembra il personaggio di un horror”
Quella ” bimba ” con le treccine che lotta per il cambio climatico, non so perché ma mi mette a disagio. Sembra un personaggio da film horror…
Per chi non lo sapesse, la ragazzina in questione è la nuova creazione in laboratorio di media di distrazione di massa e globalisti per distogliere l’attenzione dai reali problemi. Proposta dai socialisti a Premio Nobel per la ‘Pace’. Dopo Obama, vale tutto.
‘Lotta’ contro il ‘cambiamento climatico’. Un po’ come dire al sole di non sorgere.
Non per nulla è svedese. Invece di pensare al futuro in burqa che l’attende, pensa ad un problema che non esiste o che comunque non dipende da azioni umane.
E’ tipico degli esseri umani impegnarsi in questioni non esistenti invece di problemi reali. Perché i primi non devi risolverli. Quindi non puoi fallire.
Ma chi è questa ‘bambina’? Il giornalista svedese Andreas Henriksson ha svelato dietro Greta e il suo personaggio della “ragazzina ambientalista” un entourage di adulti affaristi.
Il format dello sciopero scolastico davanti al Parlamento non sarebbe altro che parte di una strategia pubblicitaria finalizzata al lancio del nuovo libro della madre di Greta, la celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision. E il grande deus ex machina di questa campagna sarebbe Ingmar Rentzhog, esperto di marketing, che avrebbe sfruttato a sua volta l’immagine di Greta per la promozione della sua start-up.
Un horror, insomma.

L’articolo pare che sia anonimo, per cui chiameremo il suo autore semplicemente Vox.
La citazione di Rita Pavone va benissimo: Greta Thunberg non sostiene di essere una climatologa, pone solo domande ai potenti sul clima, e quindi di per sé non conta più di Rita Pavone. La battuta di Rita Pavone è carina, anche se non ci dice nulla su Greta, ma qualcosa sull’immaginario dei film dell’horror ispirati forse a Cappuccetto Rosso.
Ma ammiro Vox, perché invece di prendere in giro, presenta una posizione chiara e contraria alle tesi Greta Thunberg.
I critici di Greta si limitano di solito a dire che manifestare non serve a niente, che non è una critica molto utile: da persona poco portata all’arte, credo che dipingere non serva a molto, ma non è un motivo per prendermela con i pittori.
Vox invece accusa Greta di fare un danno preciso, togliendo potenziali manifestanti da una causa vera e lanciandoli in una causa fasulla.
La causa vera sarebbe il pericolo di islamizzazione della Svezia, che entro la vita di Greta, la porterà a essere costretta a indossare un notorio costume indossato da una minoranza afghana, i pashtun. Ogni manifestante “per il clima” è un manifestante in meno contro la pashtunizzazione, insomma.
Badate che Vox non dice che ci saranno quartieri ghetto o attentati in Svezia, ma prevede la conversione forzata nel prossimo futuro anche di persone come Greta, che sono di origine palesemente non afghana.
Questo ci dà un’ipotesi precisa su cui ragionare. Ad esempio partendo dal dato che gli afghani in Svezia sono 34,754.
Sarebbe da capire quanti di quei 34.754 siano di origine pashtun e quanti tra quelli di origine pashtun occupino posizioni in grado di imporre a Greta di indossare il burqa, ad esempio perché dirigenti di partiti politici, imprenditori con ruoli chiave nell’economia nazionale, proprietari di importanti catene mediatiche.
Ma è proprio l’onestà di Vox che ci permette di discutere di dati concreti come questi.
La causa per cui Greta invita a battersi riguarderebbe “un problema che non esiste o che comunque non dipende da azioni umane.”
E qui abbiamo una precisa affermazione sul sistema climatico mondiale, su cui possiamo ragionare, partendo da tre domande:
    1) il cambiamento climatico esiste?
    2) il cambiamento climatico è causato da azioni umane?
    3) il cambiamento climatico, qualunque ne sia la causa, è risolvibile da azioni umane?
Per operare la “distrazione di massa”, apprendiamo che Greta sarebbe stata creata “in laboratorio” da “globalisti”.
Qui ci sarebbe piaciuto capire meglio, chiedendo magari a Vox di definire i globalisti, che a noi sembra indicare sostenitori accesi del co0mmercio internazionale.
Ora, non sono al corrente di specifiche dichiarazioni  di Greta sul commercio internazionale, ma sicuramente la più accesa avversaria mondiale del sistema commerciale globale è un’altra svedese sicuramente ecologista, Helena Norberg-Hodge. E c’è una logica: più importiamo mandorle dalla California invece che dalla Sicilia, più inquiniamo, più produciamo CO2, più maltrattiamo il clima.
Ma siamo sicuri che Vox saprà precisare meglio anche questo argomento, visto che vi fa solo un accenno fugace.
Vox ha affermato correttamente le premesse del proprio argomento.
Non solo,  introduce un secondo argomento, indipendente dal primo.
Ci dice che la madre di Greta vorrebbe scrivere un libro e ha un amico esperto di marketing.
Non contestiamo affatto questa ipotesi, ma ci sembra corretto contestualizzare.
Facciamo un esempio.
Magdi Allam afferma alcune cose sul pericolo islamico; Magdi Allam scrive libri.
Il secondo fatto ci potrebbe far sospettare che lui voglia esagerare il pericolo islamico per poter vendere dei libri, ma non ci dice nulla sua verità o falsità del “pericolo islamico” in sé.
Quindi è bene distinguere tra la domanda primaria e quella secondaria.
La domanda primaria, nel caso di Magdi Allam, è:
“un miliardo e mezzo di musulmani sono pericolosi?”
La domanda secondaria è:
“Magdi Allam, che probabilmente non conoscete, ma è un immigrato egiziano in Italia, è o no interessato a promuovere i propri libri?”
Insomma, il carattere personale di Magdi Allam non ci dice nulla, nel bene o nel male, a proposito del problema che lui denuncia.
Con Greta, le due domande equivalenti sono:
“Ci stiamo avviando verso l’autodistruzione della specie umana, e possiamo farci qualcosa?”
“la mamma della sedicenne Greta Thunberg ha intenzione di scrivere un libro?”
Ci auguriamo che Vox voglia rispondere su questo blog, dove – come è noto – vige la massima libertà di espressione. Non solo tra i commenti, saremo felici di ospitare le sue repliche direttamente tra i post.