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La finanza "garrota"?

di Fabrizio Pezzani - 04/10/2024

La finanza "garrota"?

Fonte: Fabrizio Pezzani

La “garrota “era un terribile strumento usato per l’esecuzione dei condannati a morte in vigore in Spagna fino al 1972, attorno al collo del condannato era messa una corda di ferro che veniva stretta fino a provocarne la morte per soffocamento. Oggi la Finanza sembra assumere un ruolo di dominanza, un’invisibile “garrota “nella vita delle società tale da condizionarne i modelli di sviluppo, da inibire e soffocare l’aspirazione a quella democrazia che sembrava il fine da realizzare al mondo dopo la Seconda guerra mondiale quando il 10 dicembre 1948 venne redatta la dichiarazione dei diritti universali dell’uomo. Alla Finanza nei secoli è stato spesso attribuito un ruolo predatorio che veniva di tempo in tempo moderato dalle leggi o dalle guerre, ma quando il debito creato per fare fronte alle debolezze, agli errori ed alle esigenze è nelle mani di un altro se ne subisce la dipendenza e la sottomissione passiva e talora disperata. 

Il modello socioculturale dei nostri tempi ha contribuito a deificare la Finanza come una sorta di magica pietra filosofale in grado di dare ricchezza e felicità in breve tempo; l’uomo è facile preda delle illusioni quando queste promettono di allontanare il dolore della vita e fare apparire tutto come un luccicante casinò dove la vita sembra essersi fermata. Il dramma si presenta quando il gioco ed il croupier che lo regola presentano il conto ed allora si diventa vittime delle proprie debolezze e ci si presta ad un gioco mortale in cui sembra sempre di essere a rischio di essere soffocati come il condannato a morte con la “garrota “.

L’economia e poi la Finanza con la cultura razionale assoluta hanno finito per assumere il ruolo di fine e non più di mezzo e di essere studiate esattamente come scienze esatte innalzandole a verità incontrovertibile. Abbiamo scambiato i fini con i mezzi e finito per accettare, passivamente, come verità assoluta e “pietra filosofale magica “da non discutere una scienza che si è rivelata priva di fondamenti scientifici veri perché le ipotesi su cui si fonda sono diventate totalmente asimmetriche ai risultati; l’esperimento, in questi casi si considera fallito dall’evidenza dei fatti. Già Frederick von Hayek, nel suo discorso di accettazione del Nobel – 1974 -, “La pretesa di sapere “, avrebbe definito questo approccio culturale come “. un’attitudine decisamente non scientifica nel senso vero della parola, poiché prevede un’applicazione meccanicistica e non critica di abiti mentali a campi differenti da quelli in cui si sono formati “. Non è vero che sono scienze esatte, non è vero che più migliora l’economia più migliora la società, non è vero che la natura dell’uomo è ininfluente nelle sue decisioni di allocazione della ricchezza, non è vero che i mercati sono razionali e non sbagliano mai e che a parità d’informazioni gli operatori decidono allo stesso modo (un palermitano come un afgano, un santo come un delinquente?). Ne “Le letture dal sottosuolo “scritto nel 1868, F. Dostoevskij descrive l’inconciliabilità tra il razionalismo assoluto che fa dell’uomo un “tasto da pianoforte “o sempre “duepiùduequattro“ e la libertà individuale del pensiero; il principio sopra indicato della razionalità dei mercati e dei comportamenti simili a parità informativa, nella sostanza, nega “il libero arbitrio“ cioè la creatività e la conoscenza intuitiva che è l’unica che porta avanti le società nei secoli . Questo modello culturale omologante è stato proclamato, coram populo, “Liberismo “ma che in realtà è uno strumento di dominio culturale: che beffa atroce e crudele! Così, abbiamo accettato e subito tutto anche quando i fatti e la logica dimostravano e dimostrano la verità in modo schiacciante; la deificazione della Finanza è stata legittimata dall’Accademia delle Scienze che ha attribuito i premi Nobel a quegli studiosi che affermavano quella verità in modo incontrovertibile. Questa crisi è stata determinata da uomini non da eventi naturali ed imprevedibili e questi uomini si sono spesso laureati nelle migliori università in cui quei non – valori erano impartiti dai sapienti maestri.  Lo stato di deprivazione globale che questo sistema ha creato può essere considerato un delitto contro i diritti universali dell’uomo condannati, spesso ma non sempre, da tribunali speciali?  Un assolutismo subdolamente mascherato dal liberismo?   Sembra, proprio, che l’homo sapiens non sappia mai distinguere il bene dal male ed imparare dal dolore che l’unica magia che lo può aiutare è sempre la scoperta della sua umanità. Sembra che si debba sempre combattere di volta in volta un’ultima battaglia con un qualche “Signore degli anelli “e sperare che i capelli bianchi degli antichi maghi e degli astronomi della favola, il Gandalf del film, che esprimono la saggezza e la memoria della storia sappiano darci la forza per combattere il lato oscuro avido e cattivo dell’animo umano per capire la differenza tra bene e male.

Oggi siamo di fronte al fallimento nei fatti della razionalità della Finanza come l’avevano descritta, insegnata ed imposta; essa è diventata uno strumento che crea un’asimmetria tra le pretese di democrazia dei singoli stati ed un’oligarchia raffigurata da un senato virtuale e sovranazionale che sembra dirigere l’orchestra. La verità diventa continuamente sfuggevole e piena di ombre indecifrabili, la razionalità dei mercati scompare di fronte ad una fluidità dei dati e delle cifre che sembrano danzare al suono di un flauto magico e non seguire quei modelli matematici esatti che avrebbero dovuto sollevarci dai tanti problemi della vita; così è stato tutto il contrario delle attese dei diritti universali dell’uomo. Abbiamo povertà, disoccupazione, degrado morale, corruzione infima, conflittualità esasperata, il superfluo che si sostituisce al necessario.

Eppure, tutti i santi giorni abbiamo la possibilità di guardare il falso gioco dei numeri e cosa si nasconde dietro ma sembriamo incapaci di capire le relazioni che legano il loro andamento con i giochi più alti di cui sono solo l’effetto, i media per primi. Abbiamo un rating, come paese, di BBB-, di fatto la spazzatura, ma lo spread arriva fino a 122 bp come nell’aprile del 2011 quando, però, il rating era ABB+: un’asimmetria che va contro il secondo principio della logica aristotelica quello della non contraddizione ma intanto appare l’ombra della “garrota “; il rating può peggiorare, se è necessario, allo stesso modo lo spread che all’occorrenza può essere alzato alla bisogna. La Finanza dei derivati, dei sub-prime, dei cds, dei futures, dei prodotti tossici e regolamentati solo dagli interessi dominanti ha spazzato via in pochi anni i risultati di secoli di economia reale vanificando gli sforzi di intere generazioni ma anche la lucidità di capire le vere cause dei nostri problemi. In quei mesi ,poi , ci fu l’attacco ai BTP italiani nella pianificata campagna d’Europa ( 2010-2012) ,che era iniziata nel 2010 con l’attacco ai titoli del debito greco facili da indebolire  , con ondate di vendite al ribasso grazie ai cds ( credit default swap ,armi finanziarie di distruzione di massa e non regolate), essendo un mercato piccolo ed illiquido poi l’effetto domino – Portogallo , Irlanda , Spagna - è continuato per arrivare a noi  ; un euro troppo forte è destabilizzante per  il dollaro quindi era necessario spaccare l’Europa in più velocità ? Come è stato facile, usando i media asserviti e troppo abituati a scrivere sotto dettature, convincere e spaventare le società per favorire, poi, l’uso della “garrota “.   Nei recenti mesi , di colpo , il prezzo del petrolio si è di fatto dimezzato , da 110/120 & al barile a quasi 50 & al barile - i produttori arabi aumentano la capacità produttiva pur in presenza di una domanda decrescente , una scelta  diseconomica e contro la loro storia  -, le commodities – grano , frumento ..-  subiscono un crollo dei prezzi quando i paesi in via di sviluppo vivono su quelle , il rublo  attaccato  perde in pochi mesi la metà del valore , pesano le sanzioni da parte degli  Usa i cui metodi di interrogare i prigionieri non sembrano , però , molto civili , che curiose asimmetrie di giudizio…. Sul campo della pace il medio-oriente sembra un percorso di guerra altro che pace, si alza continuamente il livello dello scontro con il risultato di mantenere un continuo livello di instabilità con ondate di violenze inaccettabili che scivolano via; la banalità del male è sempre davanti a noi e ci lascia indifferenti e privi di coscienza morale. È tutto un modo per indebolire i paesi del Bric ed anche la Russia che sembrano, insieme, avere la forza per ridefinire gli equilibri globali che la Finanza di Wall Street non vuole accettare? È un gioco ad incastro per fini che sembrano però essere meno indefiniti? Un puzzle in cui le tessere sembrano fare assumere un contorno generale più chiaro se si cominciano a legare gli andamenti dei mercati finanziari con le scelte di geopolitica globale?  Per contro il valore delle montagne di carta del dollaro è un enigma, non è più legato all’oro dal 1971, è sostenuto da un volume immenso di derivati fatti dalle banche d’affari di Wall Street per ridurre la sua volatilità ma è ancora la moneta di scambio per le transazioni del petrolio, il “petrodollaro “. La Fed continua a rilevare la crescita di un pil che nel primo trimestre è stato - l'1 %, la disoccupazione viene mascherata dalla sottoccupazione; il modello di democrazia è chiaramente evoluto verso l’oligarchia ma il problema continua ad essere l’economia e non i dissesti sociali che alla lunga erodono il sistema. Se anche aumenta il pil ma senza una equa redistribuzione la sua crescita ha un’utilità negativa perché aumenta la disuguaglianza. Se il sistema finanziario costruito sul “petrodollaro “comincia a scricchiolare diventa un problema per la finanza di Wall Street e per gli Usa?  Ma se gli Usa non riescono a mettere in discussione un modello socioculturale che ha esasperato le patologie sociali e la disuguaglianza non potranno mai ergersi a paladini della democrazia. In questo modo tutto sembra instabile smentendo esattamente il principio della razionalità su cui la certezza di quei dati dovrebbe basarsi ma tutto sembra muoversi non per caso ma per seguire un disegno già prefigurato che fa pensare alle origini di questa crisi non colposo perché in questo caso l’ammissione di colpa dovrebbe suggerire i giusti rimedi. 

Quella Finanza senza controllo, il governo usa è incapace di imbrigliarla e la recente legge di bilancio è passata con un emendamento che lascia maggiore libertà alle banche d’affari sull’uso dei derivati, è diventata sovradimensionata all’economia reale, l’economia da solida è diventata liquida ed avendo inondato il mercato di valori finanziari lontano dalla realtà ha staccato il valore reale dei beni da quello negoziato non ci consente più di capire i valori dei beni. I prezzi di oggi, infatti, sono determinati dalle aspettative dei prezzi futuri fatte da sterminate scommesse di pochi operatori che dominano il mercato con una concentrazione di ricchezza senza pari nella storia; così le variazioni non seguono logiche strette di mercato ma la volontà di chi è in grado di indirizzarle, è il croupier che comanda il gioco non la inesistente razionalità dei mercati.

Nel romanzo “L’adolescente “, pubblicato in lingua russa il 1875, F. Dostoevskij descrive il racconto del vecchio saggio al giovane sulla fine degli stati:

“Penso che tutto avverrà nel più ordinario e nel più semplice dei modi. Tutti gli stati, nonostante tutti i bilanci e nonostante la “mancanza di deficit “, un “beau matin “si troveranno nell’imbarazzo, si accorderanno nel non pagare i debiti. Intanto l’elemento conservatore di tutto il mondo si opporrà, poiché essendo appunto azionista e creditore, non vorrà acconsentire al fallimento …. S’inizierà la lotta…Non vedo altro, amico mio né so prevedere i destini che cambieranno l’aspetto del mondo. D’altronde, guarda nell’Apocalisse …”. Allora l’adolescente domanda: “Ma è mai possibile che tutto sia così materiale? È mai possibile che il nostro mondo attuale abbia fine solo per causa della finanza? “ 

Anche noi, oggi siamo ancora qui a farci la stessa domanda e con la stessa angoscia.