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La fortuna di essere analfabeti

di Andrea Cometti - 26/11/2016

La fortuna di essere analfabeti

Fonte: Il Corriere delle regioni

Grillini “innocenti” d’ufficio: firme false e peccati dalle segrete stanze, i veri truffati sono gli italiani. Confessioni di un “Responsabile organizzativo” sul truffaldino sistema di raccolta delle firme per la presentazione di liste elettorali. Il fatto tecnico, reale e incontrovertibile è che oggi in Italia solo il Partito Democratico è in grado, organizzativamente parlando e con discreta possibilità di successo a presentare liste elettorali.

 

 

A voi aspiranti “Martiri della libertà” che vi addentrate oggi nel mondo della presentazione delle liste elettorali o che semplicemente volete apporre una firma su una petizione qualunque, l’unico spassionato consiglio che sussurro è: “Mai ! fermate la penna, fingetevi analfabeti, finchè siete in tempo” potendo essere, per voi tale azione scellerata solo l’inizio di un doloroso calvario tra tribunali, pesanti multe e messa all’indice sui giornali. E guai a candidarvi, anche solo per le elezioni comunali del vostro amato paesello: il resoconto delle spese l’avete presentato? siete veramente “candidabili” a norma di legge e infine siete sicuri di essere a posto con la nuova normativa delle “quote rosa”?

E’ di queste settimane l’attacco al Movimento 5 stelle per gravi scorrettezze sulle presentazioni delle liste in Sicilia ed Emilia Romagna, la cosa mi fa sorridere perché “io”, la verità la conosco bene, e non per temeraria supponenza ma, perché da illuso cittadino italiano ho sempre attivato petizioni, presentato liste elettorali per partiti, movimento o liste civiche: tutte le liste possibili immaginabili con relativi sistemi elettorali, rigorosamente ben diversi tra loro, dai “zuccherosi” comuni sotto i 1.000 abitanti, - gli unici che non abbisognano di firme - ,  fino alle complesse elezioni europee, che nel caso italiano prevede di operare su più regioni per la presentazione di una sola lista, passando per elezioni Provinciali - oggi non più prerogativa del popolo ma dei sindaci territoriali - , Elezioni Regionali, Senato della Repubblica e Camera dei Deputati.

Un’indigestione di manuali ministeriali, leggi nazionali ed europee - che cambiano ad ogni tornata elettorale - , direttive prefettizie, Corecom, Tribunali e Tar con cui un novello Dante Alighieri deve confrontarsi in un impossibile viaggio infernale tra i vizi più nefasti del genere umano, quando si occupa di politica.

Per i lettori piu’ pigri, esprimo già subito la sentenza finale che riguarda i simpatici grillini, ma interessa tutti e un consiglio premessa per il futuro: quando non siete sicuri delle liste statene fuori, rinunciate, si può fare politica e opposizione in mille modi, anche fuori dal sistema, soprattutto se marcio e corrotto; comunque   il fatto tecnico, reale e incontrovertibile è che oggi in Italia solo il Partito Democratico è in grado, organizzativamente parlando, di presentare liste, per elezioni che contano.

Un’affermazione grave perché indirettamente evidenzia che solo un partito nella “democrazia Italiana” ha le carte in regola per governare, ovvero che si tratta di una dittatura mascherata, che parte appunto dalla presentazione delle liste, ma sono sicuro di ciò che affermo e ve lo vado a dimostrare.

Tutto parte da una semplice osservazione: il post-comunista Partito Democratico, già Pci-Pds-Ds è l’unico partito rimasto nel nostro Paese con l’esperienza, l’organizzazione, la scuola, le persone e i militanti, capillarmente presenti sul territorio nazionale capaci di adempiere a quest’opera “organizzativa” ciclopica, con ancora molti tesserati “partigiani” armati di un credo politico che può rasentare il sacrificio fisico per la causa. Augusto Del Noce definiva il Comunismo una religione, “solo che loro, i comunisti, non sanno di esserlo”. Il loro santo protettore, tutt’ora vivente, non potrebbe che essere San Primo Greganti, il compagno “G”, esempio e modello di compagno perfetto, immolatosi in un assoluto silenzio in occasione del famoso processo Enimont di mani pulite, ma erano altri tempi.

Oggi a contendere questo tradizionale primato organizzativo rimane solo il Movimento 5 stelle, con tutta la sua inesperienza – e si vede - ; gli altri del centro-destra si sono già persi per strada, in particolare Forza Italia vero partito di plastica, soprattutto nella versione Popolo delle Libertà, ad esempio incapaci di presentare liste corrette in Lombardia  - Formigoni - e nella regione Lazio con la Polverini. Berlusconi ha cercato di correre ai ripari, ma con i quattrini non si può acquistare tutto, avendo a che fare spesso con soli “mercenari della politica”, optando in tempi recenti per una resa incondizionata sfociata con il trattato del “Nazareno”, che almeno gli salva le sue aziende.

La Lega Nord che in passato aveva maturato sufficiente esperienza e “pelo” per affrontare la battaglia della presentazione delle liste, non ha più la base per affrontare tale scontro-confronto con la sinistra e discorso analogo vale per Fratelli d’Italia, spesso alle prese con sbarramenti elettorali che ne precludono, il rafforzamento e l’esistenza stessa. La crisi della militanza politica è per cui la chiave di tutto, e per tutti, per ogni nuova iniziativa e crescita politica; essa riflette la crisi della politica tutta e della società d’oggi senza etica, miti e riferimenti culturali.

Ora, se si potrebbe affermare, per principio che, non è una colpa in sé essere il Pd, figlio di cotanti padri è altresì importante, per gli stessi principi non manipolare le leggi in funzione esclusiva dei propri scopi a scapito delle regole democratiche, dell’esistenza stessa delle opposizioni, tacciate ormai di intralcio alla democrazia e comunque sempre in danno di un popolo, solo nominalmente sovrano, il cui suffragio universale viene messo - dopo il voto americano - , incredibilmente in discussione.

Questo selettivo, per non dire “truffaldino” sistema di presentazione delle liste, voluto dall’oligarchia partitocratica, de facto frutto di un accordo ab-excludendum per le piccole formazioni e rafforzatosi con il mitico “Porcellum” - in cui gli eletti in parlamento li decidono i pochi segretari degli ultimi partiti rimasti -, si basa tutto sulla capacità di “possedere firme”: chi è in grado di averle, esiste, gli altri spariscono come neve al sole già nella fase di raccolta.

Le “firme” come il petrolio o il frumento, sono diventate un bene materiale, oggetto di scambio, intermediazione e speculazione, un patrimonio in cui biscazzieri senza scrupoli e furbetti informatici del “copia incolla” sguazzano e campano, sempre al servizio dei pretendenti al potere di turno. Si attivano in occasione delle numerose tornate elettorali, hanno archivi ben alimentati da “petizioni” e raccolte già fatte nei periodi morti e mal che vada sono in grado di accedere agli uffici anagrafici dei singoli comuni, dove è custodita come l’oro la materia prima dei loro traffici. Il tutto all’insaputa dell’ignaro cittadino che per assurdo, anche se analfabeta, anche se non ha mai sottoscritto liste o petizioni, anche se non è mai andato a votare si potrebbe trovare invischiato e incriminato in procedure giudiziarie legate a “firme false”.

Altro aspetto poco noto è che i maestri storicamente indiscussi delle “firme” sono i radicali, oggi ovviamente interni ed eletti al Partito Democratico e probabilmente cooptati nelle loro già efficienti fila -  i panelliani con le loro incessanti “raccolte” per referendum, hanno un know-how invidiabile e sono tra i pochi in grado, nonostante l’età dei loro militanti a gestire l’operazione “firme”.

In questa palude poco nota legata alle firme false, in cui i grillini sono gli unici a contendere al partito unico del Pd militanza e firme non possono che essere “innocenti d’ufficio”: la loro colpa essere il terzo “polo” incomodo al banchetto del potere ed abbeverarsi all’ormai illimitato popolo degli astensionisti, popolo che dovrebbe svegliarsi e almeno capire il concetto che:” se non ti occupi di politica, la politica stai certo si occuperà di te”.