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La guerra e la tabula rasa

di Maurizio Murelli - 12/07/2022

La guerra e la tabula rasa

Fonte: Maurizio Murelli

«Il modo migliore di evitare che un prigioniero scappi è assicurarsi che non sappia mai di essere in prigione».
Fëdor Michajlovič Dostoevskij 
«Gli uccelli nati in gabbia pensano che volare sia una malattia».
Alejandro Jodorowsky
Due citazioni che si integrano e che da sole fotografano il tipo umano che oggi imperversa in Occidente. Un essere che pur davanti all’evidenza non ha contezza di essere imprigionato in una gabbia concettuale terrificante e che quelli che ne sono fuori non sono malati: i malati sono loro.
A rendere plastica questa triste condizione del tipo umano occidentale sono le esternazioni delle “Madonne pellegrine” che i Sistema fa far tappa in ogni sede mediatica. Se in questi giorni alcune di queste madonne sonno assenti perché in vacanza in lidi esotici, altre le vediamo rimbalzare di studio in studio a ripetere le medesime aberranti convinzioni. È il caso di bretelle rosse capelli al vento Federico Rampini che va ripetendo:
«La nostra recessione (…) sarà forse la prima vera sanzione economica che farà male sul serio a Putin, perché l’unico modo di danneggiare Putin è ridurre i suoi introiti dalle vendite di energia».
In pratica, per punire Putin, suicidiamoci, mandiamo sul lastrico famiglie e imprese, devastiamo le nazioni della UE… senonché questa mattina apri i quotidiani, senti i TG è ti accorgi che in tutta Europa è un farsela nelle mutande perché si teme che dalla Russia non arrivi più il gas, che Putin chiuda i rubinetti e che in buona sostanza, tutti i desiderata degli occidentali per fare strame della Russia si stanno infrangendo contro una dura realtà: la Russia non si piega e sta mandando in malora tutto l’Occidente, mentre là dove non è Occidente, per riflesso condizionato, i Paesi cominciano ad andare in fiamme: Libia e Siri Lanka per cominciare cui presto vedremo aggiungersi altri. Del resto il modello di “sviluppo” liberista è in tutta evidenza un Re Mida al contrario: tutto quel che nel mondo ha toccato l’ha trasformato in merda e nella merda ha trasmutato gli uomini liberi in inconsapevoli prigionieri simili ad uccelli malati che odiano il volo.
Notoria è l’allocuzione di Karl von Clausewitz: «La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi» e questa idea è sempre stata al centro della concezione europea fin quando l’Europa non si è subordinata all’ideologia statunitense/anglossone di matrice liberale. In quanto la guerra prosecuzione della politica, per gli europei la guerra aveva sempre una soluzione politica, la politica ad un certo punto ritornava centrale. Con l’avvento della concezione americana la guerra è un mezzo di sterminio e annientamento svincolato dalla politica. Non c’è soluzione politica alla guerra classica, ibrida, commerciale, valoriale. Si deve arrivare alla tabula rasa del nemico senza alcuna ciance per la politica.
Da qui le esternazioni alla Rampini, gente che sa benissimo che il costo di una guerra totale che mira all'annientamento del nemico, sarà tutto sulle spalle della classi inferiori, della povera gente e non certo di chi pontifica dall'attico newyorkese. Uomini in gabbia, uomini che non sanno volare e che inchiodati alla loro malsana ideologia non hanno ancora ben capito che razza di guerra è quella in corso, in quale reale situazione oggi ci troviamo e quali saranno le conseguenze della loro pervicacia. E nel frattempo delirano, scambiando i desiderata con la cruda realtà, tipo quella di “uccidere” Putin auto-infliggendoci la recessione (che per inciso non è neppure una delle bestialità più eclatanti sentite ultimamente, ma solo l’ultima).