La guerra freddissima
di Pino Cabras - 26/01/2025
Fonte: Pino Cabras
Si parla assai in queste ore della telefonata con cui il presidente USA Donald Trump ha rovesciato sulla premier danese Mette Fredriksen ogni forma di sgradevolezza che un boss spietato e potentissimo potrebbe rovesciare su un picciotto indisciplinato ma debolissimo. Le ha significato la pretesa di papparsi la Groenlandia, un'isola con una popolazione uguale a quella di Cuneo ma con una superficie di oltre 7 volte l'Italia, risorse naturali formidabili e la posizione geostrategica giusta per prendersi metà dell'Artico. Prevedo che entro breve tempo la Groenlandia sarà soggetta alla sovranità di Washington senza che Copenaghen né nessuno in UE possa opporre resistenza militare.
I danesi raccolgono quel che hanno seminato. Nel 2003 parteciparono all'aggressione all'Iraq sulla base di pretesti inventati. Nel 2008 riconobbero la secessione del Kosovo, con conseguente menomazione della Serbia come esito finale dell'aggressione alla Jugoslavia da parte della NATO. In entrambe le occasioni era primo ministro Anders Fogh Rasmussen, che poi divenne segretario generale della NATO, impegnandosi nella sua espansione aggressiva verso Est, nell'intensificazione della russofobia del dibattito europeo, nell'aggressione diretta alla Libia e in quella indiretta alla Siria. Rasmussen poi, come un Di Maio qualsiasi, è diventato consulente politico ben remunerato, con incarichi anche presso i presidenti ucraini Poroshenko e Zelensky, ossia i terminali corrotti del più concentrato, opaco e gigantesco trasferimento di denaro pubblico degli ultimi decenni.
In questi anni, la signora Fredriksen è stata tra le più generose personalità politiche impegnate a sguarnire i propri arsenali per partecipare al suicidio geostrategico continentale dell'Europa Occidentale.
Il boss d'Oltreoceano ha potuto fare perciò una cosa semplice: ha telefonato a un'emerita nullità che rappresentava una classe dirigente - quella danese - senza alcun credito morale, etico, politico, senza armi, senza peso, senza relazioni politiche significative, desertificate da decenni di abusi occidentali a cui si è prestata con la più squallida ipocrisia (sai, "l'ordine internazionale basato sulle regole", come no?). Trump, nel quadro di un racket planetario conclamato dove gli europei tanto innocenti non sono, sa che c'è del marcio in Danimarca e si perita di ricordare chi è che sta in cima alla catena alimentare. È appena l'antipasto.