La guerra russo-ucraina sta arrivando alla sua fase più pericolosa
di Andrea Zhok - 12/08/2024
Fonte: Andrea Zhok
La guerra russo-ucraina sta arrivando alla sua fase più pericolosa.
Circa una settimana fa l'esercito ucraino ha invaso il territorio russo nell'area di Kursk, lasciata sostanzialmente sguarnita in quanto non facente parte delle aree etnicamente contese. L'attacco, condotto con forze consistenti (tra i 6 e i 10 mila soldati) è penetrato per circa 20 km in territorio russo, apparentemente puntando alla centrale nucleare di Kurchatov, distante però 60 km dal confine.
L'operazione è giunta come una sorpresa non solo per la Russia, ma anche per i governi occidentali, giacché nessun obiettivo militarmente significativo sembra così perseguibile. Si tratta di una zona a bassa densità abitativa, bassa industrializzazione, dove sono presenti solo obiettivi civili. Considerando che l'esercito ucraino sta arretrando in tutte le altre zone del fronte, strategicamente decisive, questa iniziativa sembra una sorta di gesto della disperazione, volto a infliggere un danno d'immagine alla supposta invincibilità russa.
Incidentalmente questa operazione viola tutti gli accordi dichiarati intorno all'utilizzo delle armi fornite dai paesi Nato, ma tutti sanno da tempo come si tratti di patti buoni per le apparenze da Talk Show, violati da almeno un anno (armi Nato sono state usate costantemente sulla popolazione civile dell'area di Belgorod). Che quella in corso sia una guerra per procura tra Nato e Russia è chiaro anche ai sassi e tutto il resto è recitazione o stupidità.
Ma ieri i segnali di disperazione dell'esercito ucraino hanno raggiunto un nuovo livello, quando un attacco di droni ha avuto come bersaglio la centrale nucleare di Zaporizhia, colpendo gravemente l'impianto di raffreddamento. Per quanto si succedano gli annunci tranquillizzanti da parte delle autorità russe e dell'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica), volti a spiegare come la situazione sia sotto controllo e non vi sia un aumento della radioattività in zona, i danni agli impianti di raffreddamento sono tra quelli potenzialmente critici.
Nell'area cabaret troviamo l'immediato intervento di Zelenski, che ha accusato i russi di aver dato fuoco volontariamente all'impianto nucleare nelle proprie mani e che la sicurezza nucleare europea non sarà garantita finché la centrale non tornerà in mani ucraine. (Considerando i precedenti, non abbiamo dubbi che questa fiaba sarà presa con grande serietà dai servi di bottega che gestiscono la maggior parte dei media italiani).
Quello che sembra chiaro è che più la situazione dell'esercito ucraino si fa difficile e più la posizione politica di Zelensky si fa insostenibile sul fronte interno, più avranno spazio questi atti di disperazione, che rischiano facilmente di sfuggire di mano.