La linea del Dniepr
di Fabio Mini - 02/08/2022
Fonte: Il Fatto Quotidiano.
Sappiamo qualcosa della leadership ucraina e poco o nulla del popolo ucraino. Di certo è un popolo martoriato e disorientato la cui voce è filtrata e soppressa dalla propaganda o dalla repressione ultranazionalista. Come al popolo russo era stata annunciata una “operazione speciale” limitata e transitoria, a quello ucraino è stata annunciata la vittoria certa non tanto per la resistenza popolare quanto per l’assistenza, da lontano, di tutto il mondo che “conta”. Questo popolo comincia a non capire più cosa sta succedendo e il presidente eletto per “servire il popolo” ora se ne serve per scaricare su altri le proprie velleità e i fallimenti. Del diluvio di miliardi di dollari ed euro rovesciati sull’Ucraina nemmeno una goccia ha raggiunto il popolo. Il debito ucraino aumenta vertiginosamente e viene spacciato per aiuto umanitario. Di fatto l’Ucraina è da tempo incapace di pagare gli interessi sui debiti contratti prima della guerra. È già in default tecnico e l’aumento degli “aiuti” la ridurrà al fallimento. La promessa della vittoria è corredata da quella della ricostruzione che renderà l’Ucraina “più bella e forte che pria”. La vittoria sarà certa perché l’Ucraina sta salvando il mondo fornendo grano. Ma è stato fatto notare che l’accordo voluto da Onu e Turchia prevede anche lo sblocco del grano russo e comunque neppure assieme potranno risolvere un problema che era evidente già prima della guerra. Un problema che durante la guerra ha soltanto spostato il profitto da uno speculatore all’altro, alla faccia del mondo in crisi alimentare.
Il popolo ucraino non capisce perché saltino fuori all’improvviso le faide interne al governo e le purghe di centinaia di funzionari traditori. Il popolo ricorda benissimo che lo stesso Zelensky è divenuto ostaggio di una fronda estremista interna dopo il primo discorso d’insediamento. Se oggi crede veramente in quella fronda o è spaventato a morte o è vittima della sindrome di Stoccolma e si è innamorato del sequestratore. Il popolo ucraino ricorda bene ciò che hanno fatto i russi agli ucraini ma sa anche che tutti i paesi confinanti, a partire dalla Polonia, rivendicano brandelli di Ucraina. Il popolo comincia a sospettare che appunto l’Ucraina sarà fatta a brandelli. A partire dal Donbass. Zelensky in questo è stato chiaro: farà saltare tutti i ponti sul Dniepr e i russi “dovranno passarlo a nuoto”. Strano ragionamento per chi prevede di riconquistare tutti i territori ucraini finora perduti. Ma fa caldo e se ora Zelensky avverte i russi che dovranno superare il grande fiume a nuoto significa che dà già per scontata l’occupazione dell’Ucraina ad est del fiume. Vale a dire della metà più ricca e industrializzata del paese. Non è un buon segnale da lanciare al popolo che però è talmente stanco della guerra da rassegnarsi anche all’occupazione russa.