La manifestazione guerrafondaia progressista esprime la volontà di una guerra civile
di Riccardo Paccosi - 07/03/2025
Fonte: Riccardo Paccosi
La guerra civile è in corso, da molto tempo, tanto negli Stati Uniti quanto in buona parte dei paesi europei.
Per il momento, si tratta di un conflitto non già deflagrato, bensì trattenuto e dissimulato grazie agli strumenti della democrazia elettiva ma, evidentemente, non c'è bisogno che si spari e che scorra del sangue perché sia lecito parlare di guerra civile: essa sussiste in latenza condizionando la società, infatti, nel momento in cui viene meno la condivisione d'una cornice normativa generale nonché l'attribuzione di legittimità democratica all'aversario.
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La manifestazione della sinistra liberale che si terrà a Roma il 15 marzo in favore della guerra, rappresenta un punto di non ritorno del procedere verso la guerra civile, una frattura definitiva e insanabile che potrà essere ricomposta solo in seguito alla completa sconfitta storica d'una delle parti in conflitto.
Specificamente, la manifestazione del 15 marzo definisce per sempre i seguenti punti di frattura in seno alla società italiana:
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1) Il fronte guerrafondaio - composto principalmente dalle grandi testate giornalistiche e dal PD - considera la guerra un impegno di destino facente sì che tutti coloro che sono invece contrari, debbano essere considerati nemici in senso assoluto e dunque - come auspicato dall'esponente PD Pina Picierno pochi giorni fa - da estromettere in massa dalla legalità.
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2) La pregiudiziale antifascista su cui si è basata l'identità repubblicana per mezzo secolo, perde oggi qualsiasi significato e senso.
Il fatto che organizzazioni di massa nominalmente e storicamente antifasciste come ANPI e CGIL scendano in piazza a favore della guerra e lo facciano, soprattutto, ponendo le proprie bandiere di fianco agli stemmi col tridente del neonazismo banderista, depriva di ogni residuo senso storico la categoria dell'antifascismo.
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3) Se da una parte la sinistra liberale continua a utilizzare lo sparaucchio del fascismo e, in maniera opposta e speculare, il trumpismo-qanonismo utilizza quello del comunismo per mantenere in vita la putrefatta distinzione categoriale fra destra e sinistra, dall'altra questa manifestazione del 15 marzo segna una trasversalità di frattura troppo palese per essere occultata.
L'unico effetto indirettamente positivo di questa iniziativa, in altre parole, è il suo contribuire a disvelare la mendacità della contrapposizione destra-sinistra e la sempre più netta evidenza di quella fra ideale globalista e ideale di sovranità popolare.