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La meravigliosa e oggettiva differenza

di Mario Adinolfi - 09/08/2024

La meravigliosa e oggettiva differenza

Fonte: Mario Adinolfi

Oggi Imane Khelif vincerà la sua medaglia d’oro olimpica, Parigi 2024 potrà esporre il suo ideologico trofeo: maschio o femmina non fa differenza, se sui documenti scrivi che sei femmina diventi femmina, pure se hai cromosoma XY, alti livelli di testosterone e rifiuti qualsiasi visita medica o analisi ulteriore. Ulteriore perché chi ti ha visto combattere già in allenamento rifiutava di far incrociare i tuoi guantoni con altre donne, dalla nostra Carini all’intera nazionale spagnola come pubblicamente affermato dal ct Rafa Lozano, ultima medaglia d’oro della boxe spagnola.
E oggi in un’intervista a Repubblica (ripeto, Repubblica) Franco Falcinelli, prima ct della nazionale poi presidente della federazione che ha fatto vincere all’Italia quattordici medaglie olimpiche, dichiara: “Angela Carini non dove salire sul ring con un uomo”. Falcinelli dichiara che i test compiuti dall’Iba che hanno portato alla squalifica di Imane Khelif già ai mondiali 2023 sono state “effettuate da personale altamente qualificato”. Badate bene, in tutta questa storia nessuno ha mai detto che le analisi Iba siano false. Il Cio le ha rifiutate perché “illecite” e contro indefiniti “diritti umani”. Ora, la vicenda Khelif arriva a compimento con la medaglia che l’Algeria attende. Potrebbe essere una trascurabile vicenda per fissati ma non lo è, è una questione cruciale per tre motivi:
1. Perché pretende di fissare il principio che il genere di una persona sia determinato da ciò che attestano i suoi documenti di identità, in una fase storica in cui avanzano leggi che vogliono fissare il principio per cui ognuno può dichiarare quel che si sente di essere a prescindere dal sesso biologico;
2. Perché è stata compiuta una martellante campagna per additare chiunque esprimesse dubbi sulla vicenda, invitando a comparare analisi scientifiche Iba da nessuno dichiarate mai false che determinavano la mascolinità di Khelif con le autocertificazioni che sono bastate al Cio per determinarne la femminilità, impedendo che nel dibattito pubblico potesse anche solo essere affermato che “è un uomo”. Quindi è stata sancita una verità non contestabile, che è però l’opposto della verità scientifica delle analisi, per una ragione meramente ideologica deridendo e umiliando e punendo anche le donne ingiustamente battute sul ring che hanno avuto moti di ribellione all’ingiustizia subita.
3. Perché la finalità dell’intera operazione è impedire definitivamente una risposta alla semplice domanda del documentario di Matt Walsh: what is a woman? Anche le frange più estreme del mondo lgbt, penso in Italia a Luxuria e Zan, hanno ammesso che Khelif ha cromosoma XY e alto livello di produzione di testosterone, usando l’espressione “intersex”. La questione finale e decisiva è: se la presenza di cromosoma XY, di alto livello di testosterone prodotto da testicoli maschili non “scesi”, di una evidente massa muscolare mascolina con conseguente micidiale potenza non differenziano un uomo da una donna, dove risiede la differenza? E qui viene la risposta ideologica: nei documenti di identità. Ma se sui documenti di identità io posso farci scrivere quel che voglio a seconda del come mi percepisco, anche in termini opposti al mio corredo cromosomico e testosteronico oltre che genitale (per questo la federazione algerina rifiuta qualsiasi ispezione medica corporale) cosa resta della definibilità oggettiva del maschile e del femminile? Niente. Non resta niente. E così l’operazione ideologica giunge al suo traguardo rispondendo alla domanda di Matt Walsh che è donna chi si sente donna, perché il concetto stesso di donna è in realtà un “costrutto sociale”, il genere è un abito che ognuno si sceglie e può cambiare per sé, non esiste in sé, non è relazionato alla oggettiva condizione cromosomica, testosteronica, genitale, sessuale.
La conseguenza di tutto questo è di fatto la cancellazione della reale specificità femminile, come capiscono anche le femministe più radicali, con un danno enorme per le donne di tutto il mondo. Perché in questo territorio di ambiguità ci saranno maschi che si diranno donne e prenderanno a pugni le vere donne, mai si verificherà il percorso contrario: non esisteranno mai atleti intersex o con cromosoma XX che decideranno di competere con gli XY, cioè coi maschi. E guardate che tale competizione distorta non sarà un problema della boxe femminile o dello sport. Non a caso negli Stati Uniti la rivoluzione è partita con Bruce Jenner, notissimo ex decatleta olimpionico con quattro mogli e sei figli, che superati i cinquant’anni s’è dichiarato donna facendosi chiamare Caitlyn. Nel giro di pochi mesi ha avuto contratti milionari, un reality tutto suo ed è stato dichiarato da una notissima rivista “donna dell’anno”. Evidentemente a scapito di vere donne che avrebbero potuto svolgere quei ruoli.
Sarà insomma un problema che si abbatterà sull’intero genere femminile, perché ne negherà l’essenza, ne cancellerà di fatto il diritto all’esistenza perché se tutti possono far scrivere su un documento di essere donna e quel documento fa fede, di fatto la donna nella sua meravigliosa e oggettiva differenza dall’uomo non esiste più. Per questo mi ostino a chiedere analisi mediche oggettive e chiarificatrici, realizzabili in poche ore, sulla medaglia che a mio avviso ingiustamente la boxe femminile algerina otterrà da ring, giudici e comitato olimpico accecati dall’ideologia.
Ben Johnson stravinse la finale dei 100 metri alle Olimpiadi del 1988 battendo Carl Lewis con lo straordinario tempo di 9’79” ma agli occhi c’era qualcosa che stonava nella sua muscolatura. Si fecero test approfonditi e dopo tre giorni gli tolsero la medaglia d’oro e record del mondo. Chiedetevi perché in questo caso, invece, analisi già effettuate che già hanno portato alla squalifica al campionato mondiale (squalifica contro cui Imane Khelif non ha presentato appello, Ben Johnson invece lo presentò) vengono non solo rifiutate dal Cio, ma non condurranno ad alcuna analisi ulteriore sui medagliati. Chiedetevelo come domanda retorica, perché le ragioni in questi giorni ve le ho spiegate con insistenza e spero di essere stato chiaro.