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La pace è lontano, la guerra è vicina

di Enrico Tomaselli - 25/02/2025

La pace è lontano, la guerra è vicina

Fonte: Giubbe rosse

Mentre si susseguono i boatos sull’imminente fine del conflitto in Ucraina, chi ha ancora un briciolo di senso della realtà sa bene che le cose stanno diversamente. E anche se all’improvviso sembra sbocciata un’amorevole intesa tra Trump e Putin, il campo di battaglia non ha affatto perso la sua rilevanza.
Mentre nel Donbass continua la lenta avanzata russa, periodicamente punteggiata dalla caduta di qualche piazzaforte ucraina, l’attenzione sembra concentrarsi lungo il confine tra la Russia internazionalmente riconosciuta e l’Ucraina; negli oblast di Kursk ed in quello di Sumy, rispettivamente ad est e ad ovest della linea di frontiera, si combatte infatti anche per una questione simbolica. Kiev, chiaramente scavalcata dall’avvio del dialogo tra Mosca e Washington, continua a puntare sulla possibilità di sedersi al tavolo dei negoziati mantenendo ancora almeno un pezzetto di territorio russo, nella convinzione che ciò rappresenti comunque una pedina di scambio. Per questa ragione, le forze ucraine - nonostante abbiano ormai ben altri problemi - continuano a restare disperatamente aggrappate ad un lembo dell’oblast di Kursk, e continuano a scaricare qui riserve su riserve. Il perno su cui ruota la resistenza è la cittadina di Sudzha, l’ultimo centro abitato ancora controllato dall’AFU in territorio russo, dopo che le forze di Mosca hanno ripreso via via il controllo di quasi tutta l’area conquistata dagli ucraini.
L’esercito russo, dal canto suo, punta chiaramente ad arrivare alla fase negoziale senza che vi siano truppe nemiche sul territorio nazionale, ma sa anche che ci vorranno ancora mesi, prima che si arrivi a questo, e quindi procede - come suo solito - senza fretta. In questa fase, l’obiettivo operativo è tagliare le linee di rifornimento logistico che alimentano le unità ucraine a Sudzha, e per fare ciò stanno cercando di aggirarle.
I paracadutisti Ussuri dell'83a brigata sono entrati in territorio ucraino, e stanno avanzando verso la zona frontaliera di Zhuravka, nella regione di Sumy; più a est le truppe russe, dopo la liberazione di Sverdlikovo, sono entrate nel territorio dell’oblast di Sumy in direzione di Basovka, dove attualmente sono in corso combattimenti. Se le forze russe riusciranno a bloccare la strada Yunakovka-Sudzha, le forze di Kiev in territorio russo resteranno senza logistica, e potrebbero finire una grande sacca, tagliata fuori e costretta - com'è già successo più volte - ad arrendersi oppure a ritirarsi sotto il fuoco dell’artiglieria nemica. Già da Basovka i russi possono tenere sotto tiro la strada, quindi tutto potrebbe risolversi nel giro di qualche settimana.
Va ricordato che già da un po’ di tempo gli ucraini stanno accumulando truppe nelle ampie macchie forestali ad est della città di Sumy, probabilmente con l’intenzione di sferrare un’altra offensiva in territorio russo, in direzione di Belgorod; gli obiettivi potrebbero essere i boschi nel distretto di Klimovo o la riserva naturale Bryansky Les, che si estende fino a Bryansk. Ma se la situazione nel settore di Sudzha dovesse farsi più complicata, potrebbero essere costretti a far intervenire queste unità per cercare di riprendere il controllo delle linee logistiche ed evitare l’accerchiamento delle forze.
Sempre che Zelensky non preferisca optare per un’altra offensiva mediatica, buona per l’apertura dei TG, ma pessima per lo sorti dei soldati.