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La repressione dei sentimenti come stadio del totalitarismo ultimo

di Daniele Scalea - 01/11/2019

La repressione dei sentimenti come stadio del totalitarismo ultimo

Fonte: Daniele Scalea

1 - Che lo Stato si occupi della repressione di sentimenti, per quanto negativi come l'odio, è una caratteristica che lo spinge al di là dell'Inquisizione (che comunque si occupava di idee e credenze) e lo inserisce a pieno titolo nel totalitarismo, che cerca di controllare corpi, anime e pulsioni dei suoi soggetti;
2 - che questo processo sia accompagnato da frequenti discorsi sul restringimento del diritto di voto conferma solo che ci troviamo di fronte a un grande movimento storico anti-democratico e totalitario, ossia il progressismo globalista;
3 - in tutti i Paesi in cui si sono varate legislazioni "contro l'odio" sono stati messi al bando i discorsi più critici verso immigrazione di massa, multiculturalismo, islamismo e teoria gender;
4 - paradossalmente, viste le personalità e le motivazioni che stanno promuovendo questa nuova Commissione, nei Paesi dove si puniscono i "discorsi d'odio" gli islamisti che odiano Israele ed ebrei risultano molto più tutelati degli ebrei stessi.