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La riforma delle pulci

di Giannozzo Pucci - 20/04/2021

La riforma delle pulci

Fonte: Giannozzo Pucci

Nel Medioevo la nuova morale pubblica ritenne giusto evitare le tentazioni che sicuramente c’erano sotto i fòrnici, cioè le volte dei bagni romani, ancora diffusi in ogni grande e piccola città d’Italia. Indulgendo troppo spesso a queste tentazioni sessuali si era diffusa nel linguaggio l’espressione “fornicare” da ciò che spesso avveniva sotto i fornici di quei luoghi d’igiene. Risultato della riforma fu, salvo qualche piccola eccezione lungimirante, la scomparsa dei bagni pubblici da quasi tutto il paese. L'abolizione delle tentazioni che nascevano nei bagni fece moltiplicare in modo esponenziale le popolazioni di pulci che cominciarono a fiorire normalmente perfino nelle barbe dei re. Però si continuò a fornicare lo stesso.
L’ideologia della riforma che ha tolto le responsabilità ai politici, le riforme degli appalti, le complicazioni burocratiche sempre nuove per l’accesso ai fondi dell’Unione Europea o di altri tipi di finanziamenti, hanno reso più difficile trovare i responsabili e hanno allontanato la responsabilità dei semplici esseri umani, cioè proprio coloro che possono migliorare la qualità dell’insieme. Hanno dato il potere ai grandi apparati di pulci, cioè organizzazioni e istituzioni che hanno a disposizione tanti gnomi esperti in cavilli ed espressioni burocratiche, le cui “parole ameba” come “sostenibilità” cambiano con le mode. Non si può fare leggi con la superbia e illusione di eliminare la tentazione del peccato, togliendo la responsabilità. Si possono ostacolare i grandi e responsabilizzare i piccoli, verso i quali influisce la cultura, il senso del bene nelle comunità dove vivono, limitazioni naturali che non scalfiscono nemmeno le mafie, le grandi organizzazioni finanziarie o industriali, i padroni e produttori di gnomi, cioè di pulci.