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La sinistra alla moda secondo Sahra Wagenknecht

di Antonio Catalano - 18/09/2024

La sinistra alla moda secondo Sahra Wagenknecht

Fonte: Antonio Catalano

Dopo le elezioni regionali in Sassonia e Turingia, dato il brillante risultato ottenuto dal partito di Sahra Wagenknecht (BSW), Gentiloni non ha di meglio da dire che bofonchiare: «Ha vinto la peggiore sinistra!». Ho deciso quindi di mettere insieme i passaggi più significativi del primo capitolo del libro della Wagenknecht “Contro la sinistra neo liberale”, per mostrare che in effetti Gentiloni ha ragione, solo che la peggiore sinistra è la SUA. Ho ripreso alcuni passaggi tratti dal primo capitolo intitolato “MORALISTI SENZA EMPATIA” nel quale la Wagenknecht dipinge in modo efficace e realistico le caratteristiche per cui questa sinistra è diventata così mal sopportata dai ceti popolari, proprio quelli che una volta erano la base sociale della sinistra “tradizionale”. Buona lettura!

LA SINISTRA TRADIZIONALE
Molti anni fa le cose non stavano così. “Sinistra” era un tempo sinonimo di ricerca della giustizia e della sicurezza sociale, di resistenza, di rivolta contro la classe medio-alta e di impegno a favore di coloro che non erano nati in una famiglia agiata e dovevano mantenersi con lavori duri e spesso poco stimolanti. Essere di sinistra voleva dire perseguire l’obiettivo di proteggere queste persone dalla povertà, dall’umiliazione e dallo sfruttamento, dischiudere loro possibilità di formazione e di ascesa sociale, rendere loro la vita più facile, più organizzata e pianificabile. Chi era di sinistra credeva nella capacità della politica di plasmare la società all’interno di uno Stato nazionale democratico e che questo Stato potesse e dovesse correggere gli esiti del mercato.

Ma che cos’è ancora di sinistra oggi? E cosa di destra? Molti non ne hanno idea. Danno le vecchie categorie per superate. Solo di una cosa sono certi: ciò che nei discorsi pubblici percepiscono come di sinistra risulta spesso antipatico. E diffidano profondamente del milieu cui lo ricollegano.

ABITUDINI DI CONSUMO E GIUDIZI MORALI SUI COMPORTAMENTI
L’immaginario pubblico della sinistra sociale è dominato da una tipologia che definiremo da qui in avanti sinistra alla moda, in quanto chi la sostiene non pone più al centro della politica di sinistra problemi sociali e politico-economici, bensì domande riguardanti lo stile di vita, le abitudini di consumo e i giudizi morali sul comportamento. Questa offerta politica di una sinistra alla moda mostra la sua forma più pura nei partiti verdi, ma è diventata una corrente dominante anche in quelli socialdemocratici, socialisti e di sinistra un po’ in tutti i paesi. Le sinistre tradizionali potrebbero dire che quanto sto per descrivere non è affatto di sinistra. E naturalmente avrebbero ragione, se si misura il fenomeno secondo parametri tradizionali. Ma si tratta comunque di ciò che oggi rientra sotto l’etichetta di sinistra e che come tale viene percepito.

COSMOPOLITI E PRO-EUROPA
Il rappresentante della sinistra alla moda vive in un mondo completamente diverso e si definisce in base ad altri temi. È cosmopolita e ovviamente a favore dell’Europa, anche se poi ciascuno intende queste parole d’ordine in modo leggermente diverso. Si preoccupa per il clima e si impegna in favore dell’emancipazione, dell’immigrazione e delle minoranze sessuali. È convinto che lo Stato nazionale sia un modello in via di estinzione e si considera cittadino del mondo senza troppi legami con il proprio paese. A riprova, vi è spesso una biografia infarcita di semestri all’estero durante l’università e a volte programmi di scambio già durante la scuola e tirocini in altri paesi. Dal momento che l’esponente della sinistra alla moda non viene quasi mai direttamente in contatto con le questioni sociali, esse lo interessano di norma assai poco. Naturalmente l’obiettivo rimane una società giusta e priva di discriminazioni, ma il cammino per arrivarci non passa più attraverso i vecchi temi dell’economia sociale, ovvero stipendi, pensioni, tasse e ammortizzatori per la disoccupazione, bensì soprattutto attraverso simboli e linguaggio.

PAROLE SCATENANTI E ASTERISCHI DI GENERE
Per questo non si fa altro che esaminare il linguaggio di tutti i giorni alla ricerca di parole che potrebbero risultare offensive per qualcuno e che, dunque, sarebbe meglio evitare. Al loro posto compaiono nuove creazioni linguistiche che, almeno tra gli esponenti più osservanti della sinistra alla moda, portano a un modo di esprimersi così particolare da avere ormai poco a che fare con la lingua tedesca.

CONSUMATORI BIO E CONSUMATORI A LUNGA DISTANZA
Chiunque voglia partecipare alle discussioni della sinistra alla moda senza commettere errori ha bisogno soprattutto di una cosa: sufficiente tempo libero per tenersi sempre al passo nella questione del modo corretto di esprimersi. Il tipico rappresentante della sinistra alla moda vive in una grande città o almeno in un’elegante cittadina universitaria e ben di rado in periferie come Bitterfeld o Gelsenkirchen. Si è laureato o ancora studia, conosce bene le lingue straniere, caldeggia un’economia della decrescita e segue un’alimentazione biologica. I consumatori di carne da discount, coloro che guidano auto diesel o vanno a Maiorca con voli low cost sono il male assoluto. Ciò non significa che lui non guidi o non voli mai. Anzi, se si eccettua il periodo del coronavirus, viaggia con grande piacere e vola per raggiungere mete lontane, perché mobilità e cosmopolitismo fanno parte del suo DNA. Non si tratta però di turismo di massa, ma di viaggi di formazione, che aiutano a conoscere altre culture, osservare gli ultimi esemplari di orangutan ancora superstiti o riscoprire il proprio “io” in un hotel ayurvedico. E per alleggerire la coscienza basta muoversi per la città in bicicletta o con l’auto elettrica.

DALL’ALTO IN BASSO
Ciò che rende i rappresentanti di questa sinistra alla moda così antipatici agli occhi di molti e soprattutto dei meno fortunati è la loro innata tendenza a giudicare i propri privilegi come virtù personali e a presentare la propria visione del mondo e il proprio stile di vita come la quintessenza della responsabilità e del progressismo. È il compiacimento di sé di chi si reputa moralmente superiore, cosa che accade di frequente nella sinistra alla moda, è la convinzione, palesata in modo troppo insistente, di essere dalla parte del bene, del giusto e della ragione. È la supponenza di chi guarda dall’alto in basso lo stile di vita, i bisogni e persino il linguaggio di coloro che non hanno potuto frequentare l’università, vivono in piccoli centri e comprano da ALDI i prodotti per la grigliata perché il denaro deve bastare fino a fine mese. È l’innegabile mancanza di empatia nei confronti di tutti coloro che devono combattere molto più duramente per un po’ di benessere e che forse anche per questo risultano a volte più coriacei e astiosi e spesso di cattivo umore. Anche una certa innegabile bigotteria fa sì che la sinistra alla moda non goda di grandi simpatie. Chi lotta per ritagliare dal suo scarso stipendio quanto basta per concedersi una vacanza all’anno, o deve vivere di una misera pensione dopo aver lavorato una vita intera, non apprezza molto che qualcuno a cui non è mai mancato nulla predichi la rinuncia. E nessuno ha voglia di sentirsi fare i discorsi su come la migrazione sia una ricchezza per la nostra società dagli amici del multiculturalismo, che però fanno ben attenzione affinché i loro figli a scuola debbano confrontarsi con altre culture soltanto nelle lezioni di arte e letteratura.

CAFONI E ANALFABETI FUNZIONALI
Anche cafoni viene volentieri utilizzato per indicare un gruppo di persone su cui ci si può esprimere senza ritegno in termini sprezzanti e rispetto al quale la sensibilità nell’utilizzo di un linguaggio offensivo viene all’improvviso meno. Alla fine del 2019 si è diffusa l’espressione Umweltsau (‘zozzona inquinatrice’) per appellare le persone che acquistano la carne a poco prezzo nelle catene di discount come ALDI, LIDL e simili, con scarsa o nessuna attenzione per l’inquinamento causato dagli allevamenti intensivi che permettono di vendere la carne a prezzi così contenuti.

TUTTI NAZISTI
La sinistra alla moda risulta poco simpatica anche perché, pur sostenendo una società aperta e tollerante, mostra di solito nei confronti di opinioni diverse dalle proprie un’incredibile intolleranza, che non ha nulla da invidiare a quella dell’estrema destra. Questa scarsa apertura deriva dal fatto che il liberalismo di sinistra, secondo la concezione dei suoi sostenitori, non è un’opinione, bensì una questione di decoro. Chi si discosta dal canone dei loro precetti, appare agli occhi dei liberali di sinistra non semplicemente come un individuo che la pensa in modo diverso, ma come una persona cattiva, forse persino un nemico dell’umanità o addirittura un nazi. Così si spiega l’aggressività con cui vengono combattute posizioni, e anche persone, che si muovono al di fuori del modo di pensare del liberalismo di sinistra o violano anche solo uno dei suoi precetti sacri. Del resto, nella lotta contro i nazisti è permesso (quasi) tutto. E la sinistra alla moda è liberale davvero solo nell’orbita del proprio pensiero.

LE OPINIONI DELLA MAGGIORANZA MESSE ALL’INDICE
Questa diffusa insicurezza può derivare anche dal fatto che le concezioni messe all’indice dal liberalismo di sinistra sono perlopiù quelle ritenute corrette da grandi settori se non addirittura dalla maggioranza della popolazione. Così, secondo varie inchieste condotte in tutti i paesi occidentali, tra il 60 e il 70% degli intervistati ritiene che l’immigrazione sia eccessiva e che andrebbero introdotte misure restrittive. Nella lettura ufficiale del liberalismo di sinistra questo basta per tacciarli di razzismo.

I BENESTANTI TRA LORO
Non sorprende affatto, quindi, che gli esponenti della sinistra alla moda restino quasi sempre tra loro, quando scendono in piazza. Poco importa che stiano dimostrando in difesa del clima, a favore dei LGBTQ+ o contro il razzismo. L’ambiente di provenienza è sempre lo stesso: studenti e laureati delle grandi città, in condizioni economiche molto buone o che comunque possono contare su un background familiare che dà loro sicurezza.

MANCANZA DI EMPATIA
Ciò che alla lunga potrebbe aver danneggiato la rispettabilità della protesta in favore del clima è sicuramente l’indifferenza manifestata dai suoi esponenti nei confronti dei bisogni di coloro per i quali la paura di perdere la propria esistenza sociale è più forte di quella del cambiamento climatico, in quanto, a differenza di molti dimostranti di Fridays for Future, convivono quotidianamente con questa paura. Individui che guardano con occhi diversi la tesi secondo cui la lotta di poco conto per il posto di lavoro e per un certo standard di vita dovrebbe passare in secondo piano laddove sia in gioco il futuro del pianeta, in quanto si tratta del loro posto di lavoro e del loro standard di vita. La freddezza e la mancanza di empatia con cui molti attivisti sminuiscono tali timori tradisce la loro origine sociale e ha reso il movimento poco attraente per tutti quei giovani che oltre al futuro del mondo si devono preoccupare anche del proprio.

INDIVISIBILI E DI BUON UMORE
La condizione sociale relativamente agiata dei partecipanti caratterizza anche l’immagine delle manifestazioni, che devono risultare allegre, variopinte e di buonumore, esibire striscioni con frasi critiche ma allo stesso tempo spiritose e trasformarsi, anche, in feste. Ci si differenzia con un certo orgoglio dalle manifestazioni cui partecipano persone che chiaramente non hanno una vita facile, hanno un aspetto scontroso, adirato o semplicemente triste, non sanno esprimersi in modo adeguato, non sono vestite bene e sono persino un po’ adipose, come viene spesso sottolineato con ironia dalla stampa liberal-progressista. E queste persone, difatti, non partecipano più da tempo alle manifestazioni della sinistra alla moda

I GILET GIALLI
Il contrasto diviene particolarmente palese se si mettono a confronto le manifestazioni della sinistra alla moda con quelle del movimento dei gilet gialli in Francia, protrattesi dall’autunno 2019 al tardo 2020. Anche in quelle manifestazioni si sono visti sfilare studenti e laureati, che però non egemonizzavano il movimento. I promotori sono stati un camionista e un’infermiera, madre single, provenienti da una cittadina. Il reddito dei partecipanti era nettamente al di sotto della media francese. E nessuno di loro aveva granché voglia di festeggiare, del resto non ne avrebbero avuto motivo.

A POSTO CON LA COSCIENZA
Spesso le rivendicazioni per cui si manifesta sono talmente eccessive da non avere alcuna chance di divenire realtà. Dovrebbe essere abbastanza chiaro a tutti che, se fosse consentito il libero accesso a chiunque, un paese benestante e densamente abitato si trasformerebbe rapidamente in un luogo in cui nessuno potrebbe più vivere. Ma questo non cambia il fatto che ci si sente bene a scendere in piazza per richiedere confini aperti e diritto di asilo per tutti.

BATTUTA DI CARNEVALE MAL RIUSCITA
Anche Annegret Kramp-Karrenbauer, ai tempi in cui presiedeva la CDU, fu criticata aspramente per una battuta sui bagni unisex. Che invece, nel suo ruolo di ministra della Difesa, avesse aumentato le spese per gli armamenti, che volesse a tutti i costi ospitare in Germania le armi atomiche americane e che ordinasse nuove bombe costosissime, è passato sotto silenzio. Sotto il mirino dei media del liberalismo di sinistra – ovvero di quasi tutti i media – è finita soltanto per via di quella battuta a una festa di carnevale.

ELETTORI IN FUGA
Non deve sorprendere quindi che una simile offerta politica e un simile programma risultino poco attraenti per tutto quell’elettorato che un tempo votava i partiti di sinistra aspettandosi maggiore sicurezza e protezione e un miglioramento delle proprie condizioni di vita spesso difficili. E difatti gli operai delle industrie, i dipendenti con reddito basso, gli autonomi più poveri e i disoccupati non solo disertano le manifestazioni della sinistra alla moda, ma vengono meno ogni giorno di più quali membri ed elettori dei medesimi partiti. Del resto questa è la causa principale del declino in tutta Europa della socialdemocrazia, il cui nucleo duro degli elettori veniva proprio da questi ceti sociali.

PARTITO DI LAUREATI
Oggi i partiti di sinistra sono composti quasi tutti da laureati e vengono votati esattamente da quel milieu cittadino, di buona cultura e con una situazione sociale stabile, che partecipa alle manifestazioni della sinistra alla moda. Nello straordinario libro di oltre mille e cinquecento pagine di Piketty dal titolo Capitale e ideologia, la cui accoglienza nelle correnti dominanti della sinistra liberale è stata piuttosto fredda, si trova un’analisi dettagliata delle trasformazioni dell’elettorato socialdemocratico, socialista e di sinistra.