La sinistra dalla parte sbagliata della storia
di Antonio Castronovi - 23/04/2025
Fonte: Sinistra in rete
Quelli "di sinistra", spesso intellettuali che si definiscono pure "pacifisti", abboccano come pesci all'amo della propaganda di guerra nazi-NATO-Ucraina, oggi sui morti di Sumy e ieri su quelli di Bucha, senza avere alcun dubbio dell'essere possibili oggetto di manipolazione per alimentare la fobia antirussa. Non si rendono conto che stanno in questo modo essi stessi fornendo carburante per alimentare le fiamme della presunta"guerra giusta" contro la Russia e il mondo multipolare, cioè per giustificare una nuova guerra mondiale. Ragionano con l'emotività scatenata da una comunicazione tossica che neutralizza la razionalità di giudizio e impedisce di vedere la realtà dei fatti e la manipolazione in atto. Devo purtroppo dire che gli ideatori della guerra psicologica della NATO sono proprio bravi! Riescono sempre nel loro intento di convincerci che le guerre che combattono e che fanno combattere siano giuste, che i loro nemici, Saddam - Gheddafi - Assad - Putin, ecc…, siano pericolosi dittatori e autocrati, e che sia giusto eliminarli anche esportando la nostra finta democrazia con le guerre. I "più buoni", i "pacifisti di sinistra", invece preferirebbero eliminarli in modo non violento, appunto con mezzi pacifici. Infatti hanno applaudito le rivoluzioni colorate riuscite o fallite contro i governi sgraditi all'Occidente. Non amano i sistemi politici, i valori dei popoli e delle culture orientali e comunque non liberali, in quanto li ritengono espressione di dittature antidemocratiche di autocrati che opprimono i loro popoli, che vanno quindi liberati per poter aderire finalmente ai nostri valori verso cui anelerebbero naturalmente.
Spesso non lo dicono tutti così apertamente, penso per pudore, ma lo pensano e si comportano di conseguenza.
In questo modo la vecchia cultura di sinistra non solo diventa inservibile per comprendere il mondo attuale, ma produce altresì consensi a quel mostro del moderno globalismo finanziario, espressione ultima dell'imperialismo e del colonialismo occidentale che ha infestato e vampirizzato il mondo e prodotto guerre, razzismo, devastazioni e genocidi di intere popolazioni negli ultimi cinquecento anni.
In questo senso questa cultura non solo è inservibile, ma diventa oggettivamente pericolosa e reazionaria, in quanto serve un mondo di dominatori secolari che non vuole morire e che vuole impedire la nascita di un nuovo mondo di popoli e di stati liberi e sovrani, anche a costo di scatenare un olocausto nucleare.
Il vero pacifismo oggi deve essere "armato", deve saper resistere alle forze criminali dei padroni universali, sostenere chi li combatte anche con le armi, sottrarsi alla propaganda di guerra psicologica condotta col sostegno decisivo del sistema mediatico a loro asservito e che manipola le nostre coscienze e le nostre emozioni. Deve rifiutare loro, di conseguenza, il nostro consenso non mediato da un approccio razionale e critico che una volta i marxisti utilizzavano per analizzare i fenomeni sociali e storici fuori dalla falsa coscienza della ideologia e dell'umanitarismo facile a buon prezzo. Umanitarismo emotivo che serve al massimo a placare la nostra hegeliana "coscienza infelice", ma non serve la causa di una rivoluzione mondiale in atto contro i padroni del mondo, posizionandosi così dalla parte sbagliata della Storia.
La verità amara purtroppo è questa: quella che fu la sinistra in Occidente, tranne poche isolate eccezioni, è diventata un ostacolo politico, ideologico e sociale al nuovo processo storico di liberazione e di autodeterminazione dei popoli che si stanno scrollando di dosso i residui del vecchio colonialismo e delle vecchie dipendenze. Non sta più alla testa dei popoli in marcia per spezzare le catene delle schiavitù, ma marcia accanto ai suoi nemici in nome di un idealismo globalista e democratico-liberale, ritenuto un punto di non ritorno della storia del pensiero e della filosofia politica. Alla faccia di Marx e della rivoluzione socialista.