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La sinistra odia i poveri. Ecco perché non capisce più le piazze e la rabbia popolare

di Valerio Benedetti - 07/04/2021

La sinistra odia i poveri. Ecco perché non capisce più le piazze e la rabbia popolare

Fonte: Il Primato Nazionale

Se uno cercasse di capire i motivi delle proteste di piazza aprendo un giornale di sinistra, si troverebbe questa spiegazione: gli «estremisti di destra» parlano alla pancia del Paese, soffiando sul fuoco della rivolta. Fine: non c’entrano nulla la crisi economica, il coprifuoco, le zone rosse, i soldi che l’Unione europea tiene chiusi nei forzieri e che il governo non dà. No, è tutta colpa dei «fasci» e degli sciamani tricolore. E poco importa che anche gli organi di polizia abbiano parlato di «esasperazione comprensibile e ormai incontenibile». Per la sinistra, la responsabilità è da addebitare sempre e solo ai poveri che – a sentire Michele Serra – non hanno niente di cui lamentarsi, e anzi se ne devono pure stare zitti.

Il dramma della contessa

In un precedente articolo avevamo già riassunto le tappe che hanno portato i «progressisti» a divorziare dalle masse popolari. Ma negli ultimi giorni i liberal hanno davvero toccato il fondo. E così su Repubblica ti capita di leggere il solito allarme sull’«estrema destra e gli ultrà che soffiano sul fuoco dell’Italia che non incassa», poco dopo aver appreso qual è il vero dramma per i globalisti: la solitudine che si avverte nelle seconde case a Portofino. Non è uno scherzo: gli amici di Repubblica hanno intervistato la contessa Antonella Carnelli De Micheli Camerana «in fuga dalla tristezza» nel suo angolo di paradiso ligure. Come ha fatto notare Tpi, la contessa è membro della dinastia azionista di Exor-Fca (di proprietà degli Agnelli-Elkann), che controlla il gruppo Gedi, di cui Repubblica fa appunto parte. E poi uno dice che la sinistra non capisce più i poveri…

L’odio della sinistra per i poveri

Insomma, non c’entrano nulla i «fasci» e gli «hooligan», il vero nemico della sinistra sono i poveri. O meglio la «gente sudata», come li ha definiti Gianrico Carofiglio con aristocratico disprezzo. Perché, si sa, i poveri sono sporchi, incolti e sudati. Mica come la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. D’altronde, non è la prima volta che i liberal hanno mostrato tutto il loro altezzoso disdegno per gli ignoranti e i bifolchi: per François Hollande sono gli «sdentati», per Hillary Clinton sono i «deprecabili». Appestati da evitare, in pratica, o da nascondere in cantina quando si invitano a casa visconte e consorte. Con la loro alterigia da nobili decaduti, sia Hollande che la Clinton hanno fatto una brutta fine. E non è detto che la stessa sorte non tocchi anche ai baroni del clero intellettuale italiano. Di certo se la meriterebbero.

Valerio Benedetti