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La sottomissione della scuola all’ideologia gender

di Antonio Catalano - 12/07/2022

La sottomissione della scuola all’ideologia gender

Fonte: Antonio Catalano

CHI NELLA SCUOLA NON SOSTIENE L’IDEOLOGIA GENDER È DISONESTO E DA METTERE AL BANDO
La “Verità” di ieri ci informa che la Nea, il più grande sindacato della scuola degli Usa, decide di stanziare ben 140mila dollari per sostenere un programma di ricerche al fine di «creare schede informative sulle 25 più grandi organizzazioni che stanno attivamente lavorando per diminuire il diritto degli studenti all’onestà nell’istruzione, alla libertà di identificazione sessuale e di genere e all’autonomia degli insegnanti». Inoltre, sempre la Nea, impegna le sue energie per abrogare la legge introdotta in Florida che vieta la trattazione di tematiche gender nelle scuole elementari. E ancora, naturalmente in nome dell’inclusività, farà di tutto per eliminare la parola “madre” e sostituirla con «genitore partoriente». Giusto un anno fa Joe Biden, intervenendo al meeting della Nea, definì questo sindacato una «delle organizzazioni indispensabili dell’America».
Il progressismo non ha confini, ovunque si muove allo stesso modo: stila liste di proscrizioni (pandemia, Ucraina, riscaldamento climatico, transizione ecologica, genderismo…) in base alle quali poi i “proscritti” perdono come d’incanto i diritti di cittadinanza (dalla semplice esclusione alla partecipazione ai pubblici dibattiti alla perdita del reddito e del lavoro… con Landini che intanto inciucia con Letta, Speranza, Calenda, Fratoianni…).
Nello specifico, il programma di ricerche approvato dalla Nea si pone l’obiettivo di stilare  vere e proprie liste di proscrizione di tutte quelle organizzazioni che non si sottomettono al fanatico credo genderista, che intende rovesciare la legge di natura basata sulla differenza sessuale tra maschio e femmina.  Il resto è solo chiacchiera, altro che discriminazione. Anzi, se proprio vogliamo parlare di discriminazione, questa è operata ai danni della stragrande maggioranza della popolazione “tradizionale”. Insomma per la Nea chiunque si opponga a questa inquietante ideologia diventa pericoloso perché “pretende” «diminuire il diritto degli studenti all’onestà nell’istruzione, alla libertà di identificazione sessuale e di genere e infine all’autonomia degli insegnanti». Notare come la neo lingua di questi cavalieri distopici utilizza la parola onestà: è onesto chi favorisce la libertà di identificazione sessuale e di genere, disonesto chi si oppone a questa fluidità; è onesto chi vuole distruggere la parola madre, disonesto chi solo la nomina.
Nella patria del politicamente corretto si vuole ancor più pesantemente sottomettere la scuola all’ideologia gender, nella prospettiva di “allevare” le giovani generazioni secondo questa antiumana visione della vita e delle relazioni. Qui da noi ancora non siamo a tanto, ma chi conosce la scuola, come il sottoscritto, sa purtroppo che in essa la propaganda gender è ormai prassi costante, spesso nascondendosi dietro il linguaggio fumoso e ipocrita dell’accoglienza, dell’inclusione e del contrasto al bullismo.