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La storia ha deciso di andare oltre l'Unione Europea

di Antonio Catalano - 15/02/2025

La storia ha deciso di andare oltre l'Unione Europea

Fonte: Antonio Catalano

Hai  voglia a strillare che serve un sussulto d’orgoglio, hai voglia a mandare lancia in resta l’imperituro Mattarella a pronunciare oscenità storiche, con l’arco parlamentare a esprimergli solidarietà. (Poteva mancare l’immarcescibile buffone di corte Benigni a tesserne le lodi in prima serata a Sanremo?)
Hai voglia a dire, più per convincere se stessa che altri, che l’Ue deve spostare le montagne e mantenere la promessa duratura di pace, come recita nella sua lingua di legno la baronessa von der Leyen.
Il parlamentare ucraino Honcharenko (presente alla conferenza di Monaco) definisce il discorso di J.D. Vance l’umiliazione totale di tutti i leader europei e riferisce che in sala le persone erano scioccate, che durante il discorso del vicepresidente Usa i leader e i funzionari europei «si sono guardati l’un l’altro e non ci sono stati quasi applausi». Con la Picierno a sbavare e a ripetere che l’Ue deve armarsi, che l’Ucraina deve vincere e Vincerà! (Soddisfatta per la chiusura del c/c di VisioneTv da parte di Banca Intesa?).
Un’Ue a pezzi, che non si dà pace che la Russia abbia vinto nonostante la Nato gli avesse scagliato contro la forza militare e finanziaria dei suoi 30 paesi, che cinicamente hanno usato la popolazione ucraina come carne da cannone.
Il travolgente cambio di passo degli Usa costringe l’eurocrazia a balbettare, sepolcro imbiancato destinato a precipitare nell’abisso dell’irrilevanza storica. L’umanità farà a meno della sua arroganza, della sua levigata ipocrisia, del suo suprematismo mascherato di virtuosismo.
Facilmente Vance affonda il coltello nelle purulenti carni Ue, lei che si ritiene la patria universale dei diritti, lei che ancora sorregge un governo (Zelensky) che utilizza stemmi e linguaggi di banderiana memoria, lei che sostiene un conformismo totalitario politicamente corrotto funzionale alle distopie disegnate in quel di Davos, lei che sbandiera il vessillo dell’uomo nuovo transgender, lei che punta sull’immigrazione per indebolire e sbandare i propri popoli, lei che annulla le votazione romene perché il vincente Georgescu non è gradito a Bruxelles, lei che impone una transizione verde con le bollette che salgono a ritmo di tip tap.
Facilmente Vance irride a questa Europa che si straccia le vesti per Musk, dopo averlo per anni osannato insieme agli altri grandi oligarchi turbocapitalisti: «Se la democrazia americana può sopravvivere a dieci ani di critiche da parte dell’attivista Greta Thunberg, l’Europa può sopravvivere a qualche mese di Elon Musk». Sulla censura: «La censura in Europa è una minaccia più grave di Vladimir Putin». Sull’annullamento delle elezioni romene in base al pretesto di condizionamenti social di hacker russi o di Tik Tok: «Se la vostra società democratica può essere distrutta da qualche migliaio di dollari di pubblicità sui social media, dovreste riflettere su quanto sia debole la vostra comprensione della volontà popolare».
E non mi si venga a ricordare che l’America è sempre l’America, che Trump è un miliardario, che Musk è un pericoloso tecno-capitalista eccetera eccetera eccetera. Come, finora andava bene? Proprio non ci riuscite a capire che non si tratta di tifare per l’uno o per l’altro, che Trump non è il bene e neanche il meno peggio? Che è semplicemente l’espressione di un moto materiale, determinato dall’accumulo delle mille contraddizioni non più contenibile nell’involucro globalista come disegnato dagli anni ’90 in poi?
Questo potente cambio di marcia apre nuovi orizzonti, e il cielo finalmente si libera da quella cappa opprimente sotto la quale non si poteva che respirare affannosamente. Storia, en marche!