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La tigre

di Lorenzo Parolin - 20/11/2016

La tigre

Fonte: Lorenzo Parolin

 

 

Il sistema è malvagio e ti opprime? Poco male; basta tenersi a galla camminando sulla testa e sulle spalle del popolo!

Quelli che ci riescono, sono bravi?

Certo che lo sono, ma non sono buoni: sono dei bravi-cattivi, sono uomini per modo di dire: sono opportunisti, approfittatori, omiciattoli. Pensano solo a sé stessi e ai propri interessi: sono spregevoli.

Il bravo-buono, invece, si fa obbligo di galleggiare senza calpestare, accollandosi ovviamente un lavoro doppio rispetto agli altri: stare su di forza propria e scrollarsi di dosso con le buone maniere chi tenti di sottometterlo. Egli, il Sistema, tende a migliorarlo.

Domanda: “È gente soddisfatta della vita quella che cerca di ritagliarsi uno spazio vitale sgomitando e schiacciando gli altri?”

No, perché queste persone non si accorgono di essere tenute dentro una enorme pentola sotto la quale arde un fuoco che cuoce tutti, vincitori e vinti. Il “cuoco” perfido è il Maligno. Per accorgersi di questa beffa occorrerebbe però allargare l’inquadratura, mentre la visuale comune è quella del cavallo con i paraocchi.

Lo so che è umano non farsi calpestare e piuttosto calpestare, ma non è dignitoso; e in ogni caso non è risolutivo. Si dovrebbe cercare di mettere le ali e uscire dalla pentola.

Molti sono quelli che prosperano cavalcando abilmente la tigre feroce. Attenti però! La realtà è influenzabile, ma non governabile a piacere. Essa è molto più potente di qualsiasi umana programmazione, e come tigre infastidita dai peli che le vengono strattonati disarciona chiunque la voglia cavalcare.

 

 

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/799]