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La verità su Stati Uniti, NATO e Unione Europea

di Jeffrey Sachs - 09/03/2025

La verità su Stati Uniti, NATO e Unione Europea

Fonte: Arianna editrice

Se c’è un Paese che ha commesso atrocità indicibili nel mondo, sono gli Stati Uniti d’America. Loro non si preoccupano dei diritti umani. (N. Mandela)


Jeffrey Sachs è una personalità statunitense che ama dire la verità. Direttore del Centro per lo sviluppo sostenibile della Columbia University, dopo avere insegnato per anni all’università di Harvard, conosce da vicino le leadership mondiali, in particolare quelle di Washington, Mosca, Kiev, Bruxelles. In un  recente discorso tenuto al Parlamento europeo, ha svelato i retroscena della politica di Usa, Nato, Ue, Russia a proposito dell’Ucraina e del Medioriente. Dato il silenzio dei grandi media, ne riportiamo i passi più significativi, perché illuminanti (oltre che coincidenti con le nostre riflessioni).

“Nel 1990-91, dopo il crollo dell’Urss, gli Stati Uniti si convincono di poter governare il mondo senza più tenere in conto le ‘linee rosse’, il diritto internazionale e il quadro normativo dell’Onu. (…) Tra il 1991 e il 2008 gli Usa decisero che l’unipolarismo significava un’espansione della Nato verso est, senza alcun limite. La decisione la prese Bill Clinton nel 1994. Eppure il 7 febbraio ’91 Genscher [ministro degli Esteri tedesco, n.d.r.] aveva tenuto una conferenza stampa, garantendo che la Nato non si sarebbe espansa verso est e non avrebbe approfittato del crollo del Patto di Varsavia. La dichiarazione avveniva in un contesto preciso: era in corso la negoziazione della fine della seconda guerra mondiale con la riunificazione della Germania.
Con l’espansione verso est gli Usa erano certi che la Russia, avendo una vocazione europea, non avrebbe fatto nulla. Una cosa è certa negli Stati Uniti: sappiamo sempre in anticipo ciò che faranno i nostri avversari, e sbagliamo sempre.
La ragione per cui sbagliamo sempre è che non si parla mai con l’altra parte, si sa già che cosa pensa. E’ un sistema meraviglioso…, fa risparmiare tempo e diplomazia… Così per 30 anni. Nei quali l’Ucraina e la Georgia sono state le chiavi di questo progetto.
(…) Gli Usa hanno imparato tutto dagli inglesi, siamo un impero britannico mancato… L’impero britannico comprese già nel 1853, grazie a lord Palmerston, che era necessario circondare la Russia nel Mar Nero, negandole l’accesso nel Mediterraneo orientale. Quello che vedete oggi è esattamente la stessa cosa nel XXI secolo. L’idea era quella di formare un blocco composto da Bulgaria, Romania, Turchia, Ucraina e Georgia per privare la Russia di ogni status  internazionale, riducendola a potenza locale.
Ho conosciuto tutti i presidenti e i loro staff, non è cambiato molto da Clinton a Bush, da Obama a Trump, fino a Biden. Passo dopo passo le cose sono peggiorate e Biden è stato il peggiore. Forse anche perché negli ultimi tempi non era più lucido. Non lo dico per una battuta sarcastica.
Siccome quello americano è un sistema mediatico, basato sull’immagine e la manipolazione, si può avere un presidente che non è in grado di governare, eppure si candida per la rielezione. Se non fosse stato per un errore, se non fosse dovuto stare su un palco da solo per 90 minuti, la sua candidatura sarebbe andata avanti senza problemi. Questa è la realtà. E tutti vanno avanti facendo finta di nulla. E’ considerato maleducato dire le cose come stanno. Oggi, nel nostro mondo, non si dice la verità quasi su nulla.
(…)Ufficialmente l’espansione della Nato è iniziata nel 1999, con l’ingresso di Ungheria, Polonia, repubblica Ceca. La Russia ne fu molto contrariata. Protestò, ovviamente senza alcun risultato.
Il successivo ciclo di allargamento avvenne nel 2004, con l’ingresso di sette Paesi: le tre Repubbliche baltiche più Bulgaria, Romania, Slovenia, Slovacchia. A quel punto la Russia era davvero furiosa. Si trattava di una totale violazione dell’ordine post-bellico concordato al momento della riunificazione tedesca.
Nel 2007 Putin disse chiaramente: ora basta, fermatevi! La risposta degli Usa fu di imporre all’Europa l’allargamento della Nato a Ucraina e Georgia. Dobbiamo essere grati ad Assange  per aver portato a conoscenza i documenti relativi, altrimenti non sapremmo nulla.
La Russia non aveva nessuna mira di occupazione dell’Ucraina, lo so perché ero lì in quegli anni. Ciò che negoziava era un semplice contratto di rilocazione, fino al 2042, per la base navale di Sebastopoli. Nessuna rivendicazione territoriale, niente Crimea, nessun piano per il Donbass. L’idea che Putin cercasse di ricostruire l’antico impero russo è pura propaganda infantile.
La realtà è che gli Usa decisero che il presidente ucraino Yanukovic doveva essere rovesciato. Questo è il lavoro della Cia, è ciò che fa per vivere... Quando scoppiò Maidan, nel 2014, fui contattato dagli ucraini, volevano i miei consigli per l’economia. Mi dissero chiaramente che il tutto era stato organizzato dagli Usa.
Poi arrivarono gli accordi di Minsk, in particolare di Minsk 2, che era modellato sull’autonomia del Sudtirolo.  Stabiliva che le regioni dell’est Ucraina dovessero godere di autonomia. L’accordo fu approvato all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ma gli Usa e l’Ucraina decisero che non doveva essere applicato, e l’Europa ebbe il solito ruolo di comparsa. Trump aumentò l’aiuto di armamenti e migliaia di persone morirono sotto i bombardamenti nel Donbass.
Poi è arrivato Biden… Un tempo ero membro del partito democratico, ma ora ho deciso di non iscrivermi a nessun partito, perché entrambi sono la stessa cosa. I democratici col tempo sono diventati completamente guerrafondai.
Alla fine del 2021 Putin fece un ultimo tentativo, con due proposte di accordo sulla sicurezza, una con l’Europa e una con gli Usa. Il 15 dicembre 2021 Stati Uniti risposero. Quel giorno ebbi una chiamata di un’ora con Jake Sullivan [consigliere per la Sicurezza nazionale, n.d.r.], pregandolo di evitare la guerra. ‘Tutto quello che devi fare’, gli dissi, ‘è dire che la Nato non si espanderà in Ucraina’. Lui rispose: ‘La Nato non si espanderà in Ucraina, non preoccuparti’. Gli chiesi di dichiararlo pubblicamente. Risposta: no, no, non possiamo dirlo pubblicamente. Gli dissi: state per scatenare una guerra per qualcosa che non accadrà nemmeno? E lui: non preoccuparti Jef, non ci sarà nessuna guerra…
Queste persone non sono molto intelligenti, ho avuto a che farci per 40 anni. Parlano solo fra loro. Costruiscono una strategia a tavolino, questo è il cuore della loro visione. L’idea più stupida della Nato è quella della cosiddetta ‘porta aperta’: essa si riserva il diritto di espandersi ovunque voglia, senza che nessun Paese confinante abbia voce in capitolo. Tutto questo è assurdo, non è neanche geopolitica per bambini. È non pensare.
Quale era l’intenzione di Putin? Posso dirlo chiaramente: il suo obiettivo era indurre Zelensky a negoziare la neutralità dell’Ucraina, come avvenne entro pochi giorni dall’inizio dell’invasione. Dovreste capire questo. Quella per cui Putin voleva conquistare tutta l’Ucraina è una sciocchezza. L’obiettivo era mantenere la Nato lontana dal confine russo. Niente di più, niente di meno.
Aggiungo un punto fondamentale. Nel 2002 gli Usa avevano abbandonato unilateralmente il trattato sui missili antibalistici ABM, ponendo fine al controllo degli armamenti nucleari. Questo è un punto cruciale da comprendere. Il trattato serviva a impedire un attacco nucleare preventivo, quindi si trattava della sicurezza in un quadro globale.
Pochi giorni dopo l’inizio della guerra, grazie ai mediatori turchi,  era stato redatto un documento di accordo fra Kiev e Mosca. Già approvato da Putin, Zelensky si ritirò unilateralmente. Glielo imposero gli Usa, che gli spedirono Boris Johnson a spiegargli che in gioco non c’era l’Ucraina, ma l’egemonia occidentale. Da allora più di un milione di ucraini sono morti o gravemente feriti.
I senatori americani, che sono tanto cinici e corrotti quanto si possa immaginare, hanno detto che questa guerra costituisce una spesa meravigliosa per il nostro denaro, dato che nessun americano sta morendo. E’ la guerra per procura perfetta.
Senonché il progetto è fallito. L’idea di base era che i russi avrebbero ceduto, il rischio nucleare li avrebbe dissuasi, le sanzioni economiche li avrebbero affossati e… li distruggeremo con i missili Himars, con gli F16 ecc. Onestamente: ogni giorno sento parlare il mio governo e il mio Paese con questa retorica, e ogni giorno dicono sciocchezze.
Ho un rapporto consolidato con gli ucraini, li ho di continuo pregati di fermarsi, gli ho detto: salvate le vostre vite, il vostro territorio, siate neutrali, non ascoltate gli americani. E ho ripetuto loro il famoso adagio di Henry Kissinger: ‘Essere nemici degli Stati Uniti è pericoloso, ma essere loro amici è fatale’. Vale pari pari per l’Europa.
Trump non vuole portare avanti una battaglia persa. Per questo è probabile che questa guerra finisca. Si accorderà con Putin, e se l’Europa continua con il suo atteggiamento guerrafondaio, non importa, la guerra finirà comunque. Fatevene una ragione. Ditelo ai vostri colleghi.
E finirà, perché Trump non vuole essere associato a una sconfitta. Tutto qui. Non c’è nessuna morale. Semplicemente Trump non vuole caricarsi sulle spalle un perdente.
Ho provato a incoraggiare i leader europei, ma essi non vogliono sentire nulla da me… Ho detto: non andate a Kiev, andate a Mosca, discutete con i vostri colleghi… Siete l’Europa, 450 milioni di persone, un’economia da 20 trilioni di dollari, dovreste essere il principale partner commerciale della Russia, è un legame naturale.
(…)L’amministrazione Trump è imperialista nella sua essenza, crede nel dominio delle grandi potenze nel mondo, la sua logica è: faremo ciò che vogliamo quando possiamo. Saremo più efficienti di Biden e taglieremo le spese dove necessario.
(…) Siamo in una fase politica molto diversa rispetto a prima. L’Europa dovrebbe  avere una politica estera realistica, che capisca la situazione della Russia, la situazione dell’Europa, che capisca che cosa sono gli Stati Uniti, che cosa rappresentano, e che cerchi di evitare che l’Europa venga invasa dagli Usa. Perché non è impensabile che un giorno gli Usa decidano di sbarcare truppe in territorio danese, non sto scherzando, e nemmeno loro lo stanno facendo. [Guarda caso: nel messaggio sullo stato dell’Unione, il 5 marzo, Trump, riferendosi alla Groenlandia ha ribadito le mire di conquista, dicendo testualmente: “La prenderemo in un modo o nell’altro”, n.d.r.]
(…) Voi europei dovete convivere con la Russia per molto tempo, quindi negoziate. Ci sono effettive questioni di sicurezza sul tavolo, ma la propaganda e la russofobia non stanno servendo la vostra sicurezza né quella dell’Ucraina dopo la folle avventura americana, di cui siete divenuti i principali sostenitori, e tutto questo non ha risolto nulla.
(…) Sul Medioriente, gli Usa hanno completamente ceduto la loro politica estera a Netanyahu  già 30 anni fa. La lobby israeliana domina la politica americana, non abbiate alcun dubbio al riguardo: potrei spiegarvi per ore come funziona, ed è estremamente pericoloso. Spero che Trump non distrugga la sua amministrazione, e peggio ancora il popolo palestinese, a causa di Netanyahu, che considero un criminale di guerra, giustamente incriminato dalla Cpi.
Bisogna dirlo chiaramente: ci deve essere uno Stato di Palestina entro i confini del 1967. Non ci sono alternative. E’ l’unico modo per avere la pace. C’è un solo ostacolo a questa soluzione: il veto degli Usa al Consiglio di Sicurezza. Se l’Europa vuole avere un minimo di influenza, dovrebbe dire agli Usa di ritirare il loro veto. Questo è un campo dove l’Europa potrebbe avere una grande influenza, eppure l’Europa è rimasta in silenzio, per esempio anche sull’Iran.
Il più grande sogno di Netanyahu è una guerra fra gli Usa e l’Iran. Non ha mai smesso di perseguirla e non è impossibile che accada. E’ tragico, è incredibile, ma è così.
Infine, una cosa sulla Cina. Essa non è un nemico, è semplicemente una storia di successo. Ed è proprio per questo che gli Usa la considerano un nemico. Perché la Cina ha un’economia più grande di quella americana. Tutto qui”.