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La visita del presidente iraniano in India

di Vladimir Terehov - 08/03/2018

La visita del presidente iraniano in India

Fonte: Aurora sito

In un memorandum d’intesa l’India accettava di estendere un credito di 500000000 di dollari all’Iran per lo sviluppo dell’impianto portuale di Chabahar, situato nel Golfo di Oman, a 100 km dal confine col Pakistan. Una sezione ferroviaria di 600 km tra Chabahar e Zahedan, attualmente in costruzione, collegherà l’impianto portuale con l’infrastruttura dell’Afghanistan. La ferrovia, a proposito, è un altro progetto comune con l’India. L’India quindi raggiunge un obiettivo strategico molto importante: una via di accesso all’Afghanistan (che inizia con la rotta da Mumbai a Chabahar) che aggiri il Pakistan. Il desiderio dell’India di una certa voce sulla situazione in Afghanistan non è solo dovuta al comprensibile desiderio di opporsi alla partnership Cina-Pakistan: riflette anche un senso diffuso tra l’élite politica indiana che il Paesesia l’erede dell”India britannica’. Se continua a svilupparsi al ritmo attuale, forse non è inverosimile immaginare che un giorno l’India potrà definirsi “erede dell’Impero inglese”, qualcosa che la Gran Bretagna è assai lontana dal poter fare. Nei commenti sul progetto portuale indo-iraniano del porto di Chabahar, gli esperti suggeriscono spesso che potrebbe diventare importante per l’India come il porto di Gwadar (sempre 100 km dal confine Iran-Pakistan, ma dal lato pakistano) per la Cina. La costruzione della struttura portuale, in gran parte finanziata dalla Cina, è in corso da 15-20 anni. Sull’Afghanistan, proprio come 100 o 200 anni fa, è di nuovo al centro del “Grande Gioco” per il controllo dell’Asia centrale e meridionale, ma questa volta non è giocato da Londra e Mosca, ma da un nuovi Paesi. Trovandosi nel fuoco incrociato delle rivalità, il governo di Kabul, cercando di trovare la propria strada nell’arena di forze in competizione, si schiera più o meno apertamente con l’India. Il complesso progetto portuale di Chabahar è quindi particolarmente importante anche per Kabul. Ecco perché, nel maggio 2016, il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani partecipò all’Accordo Trilaterale sulla creazione di un “corridoio di transito” che colleghi Chabahar alle infrastrutture dell’Afghanistan. Quest’ultimo progetto fu confermato da un articolo della dichiarazione congiunta India-Iran firmata quel maggio 2016, durante la visita di Narendra Modi a Teheran. Il progetto consentirà all’Afghanistan di avere accesso al mare attraverso l’Iran ‘amico’, scavalcando il Pakistan, Paese con cui le relazioni, come Kabul dichiara ufficialmente, ‘lasciano molto a desiderare’.
Sulla dichiarazione congiunta adottata durante la visita di Hassan Rouhani in India, va notato, come la dichiarazione congiunta rilasciata due anni fa, faccia riferimento all'”atmosfera cordiale” in cui “ampie e costruttive discussioni si sono tenute su questioni bilaterali, regionali multilaterali”. La dichiarazione esprime soddisfazione anche per i progressi nei vari aspetti della cooperazione tra i due Paesi, avviata con la visita di Narendra Modi a Teheran due anni prima. Il documento indica anche al completamento della prima fase della modernizzazione del porto di Chabahar nel dicembre 2017, ratifica del suddetto accordo trilaterale da parte di tutte le parti e completamento della “prima spedizione di grano indiano” in Afghanistan attraverso la nuova infrastruttura. La dichiarazione congiunta ribadisce la partecipazione di India ed Iran alla creazione di un “Corridoio dei trasporti internazionale Nord-Sud”, coi terminali a San Pietroburgo e Mumbai. Il documento copre quasi tutti gli aspetti delle relazioni internazionali, ma la sezione “Sicurezza e cooperazione nell’industria della Difesa” è particolarmente degna di nota. Non è lunga (solo tre brevi articoli), ma evidenzia ancora una volta il contesto internazionale in cui appare, condizionato dall’Iran all’essere effettivamente dichiarato nemico dal principale possibile alleato dell’India. Nello specifico, afferma che “entrambi i leader hanno accolto con favore la crescente interazione tra i consigli di sicurezza nazionale e hanno deciso di rafforzare le consultazioni regolari ed istituzionalizzarle“. Questo successo nello stabilire legami stretti con uno dei principali Paesi del Grande Medio Oriente è particolarmente importante per l’India, proprio ora, quando la Cina rafforza le posizioni in Paesi come Myanmar, Nepal, Sri Lanka e Maldive, non per menzionare il Pakistan.
Nei commenti, gli esperti indiani hanno evidenziato non solo i chiari benefici che l’India potrà ottenere dallo sviluppo delle relazioni con l’Iran, ma anche le sfide che potrebbe affrontare, connesse con le complessità della situazione politica ed economica nella società iraniana e anche coi problemi relativi alle “divisioni esistenti nel Grande Medio Oriente”, un processo in cui l’Iran è direttamente coinvolto. Ad esempio, l’Iran è ora quasi in conflitto diretto con Israele, un Paese con cui l’India intrattiene da tempo relazioni reciprocamente vantaggiose (ad esempio, ha acquistato materiale militare d’avanguardia da Israele). Queste relazioni sono state confermate dall’ultima visita del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Nuova Delhi. Un’altra sfida seria per Nuova Delhi è il peggioramento delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita e Stati Uniti. Sembra chiaro, tuttavia, che ogni possibile rischio connesso col riavvicinamento tra i due Paesi è ben compreso a Nuova Delhi e a Teheran. La cosa più importante è che, come già detto, tali rischi non impediscano ai leader di entrambi i Paesi di aumentare la cooperazione su una vasta gamma di questioni, che a loro volta saranno importanti nel complesso puzzle politico delle regioni degli oceani Indiano e Pacifico.Vladimir Terekhov, esperto di questioni relative alla regione Asia-Pacifico, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.

Traduzione di Alessandro Lattanzio