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Lavinia e il "ritorno al futuro"

di Andrea Zhok - 21/06/2020

Lavinia e il "ritorno al futuro"

Fonte: Andrea Zhok

Ieri agli Stati Generali dell'Economia è stata la volta delle richieste ambientaliste.
Dopo aver sentito rombare i cannoni di Confindustria è venuto il momento di sentire le proposte di Lavinia, 14 anni, capo della delegazione di Fridays for Future, che, rievocando il titolo di un film degli anni '80, vogliono un "ritorno al futuro".
Ora, è una bellissima cosa che Lavinia, e i suoi coetanei, stiano maturando una coscienza ecologica. E non credo sia giusto irridere loro eventuali ingenuità.
Quello che però mi chiedo è perché i problemi ambientali, problemi sistemici, spaventosi e crescenti, come può scoprire chiunque voglia prendersi la briga di studiare un po', siano trattati politicamente sempre come se fossero una sezione di Disneyland, il monopolio di simpatici teenagers cui si può far fare un coreografico flash mob, per poi tornare alle cose serie.
Dalle epidemie ai problemi migratori, dall'autosufficienza alimentare all'indipendenza energetica, dai conflitti geopolitici per la terra coltivabile a quelli per l'acqua, dai sussidi europei all'agricoltura all'esplosione demografica, tutti i principali problemi che ci troviamo ad affrontare in questi decenni sono direttamente dipendenti da variabili ambientali destabilizzate dall'attività umana.
E diversamente dai problemi strettamente economici e distributivi, si tratta di problemi che ci possono sfuggire integralmente di mano: Mentre sappiamo in teoria come ripristinare una società con minori disparità economiche, andiamo a tentoni quando si tratta di affrontare gli effetti a cascata di uno squilibrio ambientale.
Ecco, io ringrazio Lavinia e i suoi amici per la passione che ci mettono, però mi piacerebbe divenisse sempre più chiaro che queste questioni che ci facciamo raccontare, con paternalistica condiscendenza, dalle bocche dei teenager, non sono il "dessert" dopo il duro lavoro, non sono la guarnizione sulla torta, sono problemi "per adulti", infinitamente più complessi e drammatici dei peana di Confindustria.