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Le due facce della guerra russo-ucraina

di Fabio Falchi - 12/03/2022

Le due facce della guerra russo-ucraina

Fonte: Fabio Falchi

Chi cerca di spiegare le cause di questo conflitto si concentra, non senza ragione, soprattutto sulla questione della espansione ad est della NATO, ma tende a dimenticare la questione del Donbass.
D'altronde, anche la questione della espansione ad est della NATO perlopiù viene trattata prestando poca attenzione ai problemi militari (è noto che in Italia sono assai poco conosciuti gli argomenti che concernono la polemologia o gli affari militari, e perfino la storia militare, sempre che non si voglia considerare tale la paccottiglia giornalistica che abbonda anche in rete).
Difatti, a rompere il cosiddetto "equilibrio strategico del terrore" furono proprio gli americani allorché George W. Bush nel 2002 denunciò il trattato antimissili balistici (noto come ABM) firmato dagli USA e dall'Unione Sovietica nel 1972.
In sostanza gli USA da allora hanno cercato di conquistare una posizione di vantaggio sotto il profilo strategico rispetto alla Russia, giungendo perfino ad installare il sistema antimissile AEGIS in Polonia e Romania.
Dato che gli americani hanno continuato a rafforzare il sistema della NATO in Europa (si deve tener conto non solo della di armi atomiche in diversi Paesi europei, Italia inclusa, ma soprattutto delle basi e delle infrastrutture militari della NATO ai confini della Russia), i russi hanno schierato dei missili Iskander (missili che, del resto, hanno una gittata limitata, ossia 400/500 km) nella regione di Kaliningrad, che comunque è territorio russo.
Per di più, l’anno scorso il Pentagono ha dichiarato di avare avviato un programma per la “trasformazione” del sistema AEGIS, affinché possa lanciare anche missili da crociera e ipersonici. Inoltre, da alcuni anni sottomarini americani stazionano vicino alle coste russe e navi da guerra della NATO compiono regolarmente delle esercitazioni nel Mar Nero. L'anno scorso, ad esempio, si sono svolte diverse esercitazioni della NATO, cui hanno anche partecipato le forze armate della Georgia  e dell'Ucraina, e gli USA hanno rischierato dei bombardieri strategici in Norvegia (si badi che la forte pressione della NATO ai confini della Russia accorcia pericolosamente i tempi di valutazione e reazione da parte della Russia, soprattutto nel caso che si verifichi un grave incidente tra la NATO e i russi).
Ma la Russia considerava ancora più pericoloso per la propria sicurezza nazionale il rafforzamento militare dell'Ucraina, non solo per la posizione strategica di questo Paese, ma per la questione del Donbass.
Infatti, l'Ucraina fin dal 2014 era praticamente in guerra con le due "repubbliche secessioniste" del Donbass (una guerra scatenata dal governo di Kiev, con il sostegno degli USA, e che ha causato circa 14.000 vittime, tra cui centinaia di bambini, che ha distrutto un centinaio di strutture sanitarie e circa 600 asili, orfanotrofi, scuole e istituti scolastici, e che ha costretto circa un milione di persone a cercare rifugio in Russia).
Un conflitto quindi non solo alle porte della Russia ma contro una popolazione russofona che in buona parte ha pure la cittadinanza russa. Ragion per cui Kiev non ha mai voluto implementare gli accordi di Minsk II e al tempo stesso si preparava a riprendersi con la forza il territorio di Donetsk e Lugansk.
Certo le milizie del Donbass riuscirono a mettere in fuga l'esercito di Kiev nel 2105, ma da allora l'esercito ucraino è stato continuamente rafforzato dagli USA e da altri Paesi della NATO, di modo che non avrebbe avuto particolari problemi ad annientare la resistenza delle milizie del Donbass, come dimostra anche la resistenza che adesso è in grado di opporre all'esercito russo.
D'altronde, se in questi anni la "guerra del Donbass" è stata pressoché ignorata dall'opinione pubblica occidentale, certamente non è stata ignorata (né poteva esserlo) dai russi.
Questo non significa "giustificare" l'invasione dell'Ucraina (tanto più che è evidente che gran parte degli ucraini adesso considera i soldati russi degli invasori), ma cercare di comprendere le cause di questa guerra, che peraltro proprio l'America, in un certo senso, ha voluto ad ogni costo.
Tuttavia, il diffondersi pure in Italia dell’odio nei confronti della “Russia di Putin”, che si manifesta anche con una sorta di aberrante caccia al “filorusso”, non lascia quasi più spazio per un’analisi obiettiva della questione ucraina.