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Le fesserie dei filosofi del lockdown

di Alberto Negri - 30/05/2020

Le fesserie dei filosofi del lockdown

Fonte: Alberto Negri

Spero che qualcuno si ricordi le stupidaggini lette sui giornali italiani tipo quella che sarebbe stato l'inizio di un mondo migliore. Sono iniziate raffiche di migliaia  licenziamenti in Europa (Renault, Nissan), in Italia perderemo 400mila posti di lavoro e Bankitalia prevede un calo del Pil del 13%.
I filosofi del lockdown non l’avevano previsto. La Renault taglia 15mila posti di lavoro, Nissan 3mila: eccolo qui il mondo “migliore” post pandemia annunciato dai media.
Spero che qualcuno si ricordi le stupidaggini lette sui giornali italiani e non solo durante i mesi del lockdown che preannunciavano l’inizio  di una nuova era dove tutto e tutti saremmo stati migliori perché durante la chiusura avevamo avuto il tempo e i modi per riflettere sul nostro futuro. Bene è il momento di alzarsi dal divano e di uscire fuori alla svelta per cercarsi un nuovo posto di lavoro perché il vostro sta svanendo, anzi probabilmente non c’è già più.
L'impatto sul mercato del lavoro del lockdown dovrebbe essere di 385 mila occupati in meno nel 2020, di cui 46 mila non regolari, pari al 2,2% dell’occupazione totale. A stimarlo è l'Istat, come riferito in audizione presso la commissione Lavoro del Senato dal direttore dell’istituto, Roberto Monducci. Sulla base delle simulazioni effettuate, che tengono conto sia degli effetti diretti sia di quelli indiretti che si producono in ragione delle relazioni fra i settori, la limitazione delle attività produttive fino a fine aprile dovrebbe inoltre determinare una riduzione dei consumi pari al 4,1% e un calo del valore aggiunto generato dal sistema produttivo nell'ordine del due per cento.
Insomma siamo più poveri e disoccupati. E certamente non soltanto in Italia.
Il gruppo Renault taglierà 15 mila posti di lavoro nei suoi impianti in tutto il mondo. In Francia saranno soppresse 4.600 posizioni lavorative. Il piano di ristrutturazione è stato presentato al Comitato sociale ed economico (Cse), la sigla sindacale dell'azienda.
La produzione calerà da 4 milioni di auto a 3,3 milioni l’anno. In merito alle attività francesi, Renault vuole cedere gli stabilimenti delle Fonderie di Bretagna a Caudan, mentre le attività del sito a Choisy-le-Roy, a sud di Parigi saranno trasferite a Flins, a ovest della capitale. Resta in sospeso il destino della fabbrica a Maubege, la cui produzione potrebbe essere trasferita a Douai.
Eppure il presidente Emmanuel Macron aveva appena annunciato un piano da 8 miliardi di euro per rilanciare il settore auto, passando per la mobilità elettrica con l’obiettivo primario di stabilizzare i 400 mila posti di lavoro a rischio a causa della crisi economica innescata dal Coronavirus. Gran parte del denaro è destinato alla mobilità a batteria. Il presidente ha aumentato gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, da 6 a 7 mila euro per i clienti privati, da 3 a 5 mila euro per le imprese, e di 2 mila euro per i veicoli ibridi. Per promuovere la mobilità elettrica, Macron aveva anche annunciato la realizzazione di almeno 100mila punti di ricarica in tutto il Paese tra il 2021 ed il 2022.
Non mancano, nel piano, incentivi per la mobilità a combustione. Le famiglie a basso reddito potranno richiedere un bonus da 3.000 euro per rinunciare alla vecchia auto inquinante e acquistarne una nuova. Ma attenzione, i fondi messi a disposizione dal Governo francese dovrebbero coprire solo le prime 200.000 domande.
Con un piccolo particolare: anche godendo di incentivi chi ha davvero i soldi per comprarsi una nuova auto elettrica visto che si profila un’ondata di disoccupazione?
Macron aveva accompagnato il piano con un vero e proprio appello ai tre costruttori nazionali, Citroen, Peugeot e Renault per aumentare la produzione manifatturiera nazionale. Beh se questi sono i risultati non c’è da stare allegri. Anche se qualcuno fa notare che l’annuncio dei tagli di Renault potrebbe essere una mossa tattica per fare uklteriori pressioni al governo: la casa automobilistica presieduta da Jean-Dominique Sénard ha intenzione di accaparrarsi ben 5 degli 8 miliardi che lo Stato francese ha messo a disposizione per il rilancio del settore.
Anche i produttori di auto giapponesi hanno dato il via a tagli consistenti all’occupazione. La Nissan ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Barcellona in occasione della comunicazione dei dati di bilancio 2019, per la prima volta in rosso dopo 11 anni. Si perderanno 3mila posti di lavoro diretti e altri 25 mila nell’indotto.
Il marchio giapponese sta affrontando uno dei periodi più complessi della storia, che lo porterà ad una riduzione dei modelli e degli investimenti. Per il 2020 Nissan prevede un volume totale globale dell'industria dell’auto in calo del 15-20% rispetto all'anno precedente a causa della pandemia del Covid-19. I tagli di Renault e Nissan saranno quindi seguiti, con ogni probabilità, da quelli di altre case automobilistiche.
Ecco come arriva il “mondo migliore” preconizzato dai filosofi del lockdwon stesi comodamente sul divano : ma loro non l’avevano previsto.