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Le file (presunte) per il Reddito di cittadinanza e la retorica (vera) antimeridionale

di Ernesto Ferrante - 10/03/2018

Le file (presunte) per il Reddito di cittadinanza e la retorica (vera) antimeridionale

Fonte: Opinione pubblica

Il problema del Meridione sono i ‘poveri cristi’ che si sono recati al Caf o al Comune per chiedere informazione sul Reddito di cittadinanza. Se non lo sapevate ancora, lo sapete adesso.

La sciagura del Sud Italia, badate bene, non è il numero spropositato di meridionali senza lavoro (1,4 milioni di cui quasi 900mila sono disoccupati cronici, ovvero in cerca di un impiego da più di 12 mesi) o quell’altro milione di persone residenti nel Meridione che devono accontentarsi di un impiego sottopagato oppure di un contratto di part-time involontario (leggasi forzato) ma le poche persone che hanno osato immaginare cosa significa poter mangiare senza dover rinunciare al riscaldamento o all’energia elettrica.

L’esito del voto che ha sgonfiato Renzi e disarcionato Berlusconi, continua a provocare dolorosi mal di pancia a chi evidentemente considera esodati, pensionati e disoccupati di lunga durata alla stregua di extraterrestri. Il 4 marzo ha costretto tantissimi classisti, annidati soprattutto nel centrosinistra, ad uscire allo scoperto.

L’effetto della mega-trombatura per mano popolare del Pd, è sotto gli occhi di tutti. Le immancabili analisi sociologiche di sedicenti professori italiani in servizio presso prestigiosi atenei esteri e le pillole di antropologia di studiosi di aria fritta “democratica”, stanno inondando le bacheche dei social e le pagine dei quotidiani.

Il Sud incensato quando si è trattato di incoronare i Bassolino, i Vendola, i De Luca, i Crocetta, gli Emiliano e la dinastia Pittella (solo per citarne alcuni), è diventato terra di bifolchi e populisti gravemente ammalati di assistenzialismo pernicioso.

La pietra dello scandalo non sono i 2 milioni di meridionali in condizione di povertà assoluta, il cui numero è lievitato per l’inconsistenza delle politiche del lavoro e l’insufficienza delle misure di contrasto della povertà dei governi Letta, Renzi e Gentiloni ma queste “scottanti” rivelazioni di tale Franco Lacarra, responsabile di un centro servizi per l’impiego a Bari: “Sono una cinquantina le persone che tra ieri e oggi hanno chiesto i moduli per ottenere il reddito di cittadinanza, si tratta soprattutto di giovani. Non si tratta di folle oceaniche, ma comunque è certo che molta gente è alla ricerca dei moduli per ottenere il reddito di cittadinanza e ci chiede informazioni”.

Apriti cielo: il caso monta e diventa in poche ore il problema dei problemi, con titoloni ad effetto. Tutti cercano l’impavido Lacarra che, da una veloce ricerca su Internet, risulta far parte della segreteria del PD di Bari ed essere il responsabile di Porta Futuro un’agenzia pubblica del lavoro del comune di Bari (http://www.pdbari.it/segreteria/).

Tra l’altro, dopo l’iniziale polverone, qualcuno decide di uscire dal gregge e vederci chiaro. L’autore dell’articolo su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Mino Ciocia, incalzato da qualche tignoso collega, precisa che “a rivolgersi ai Caf non saranno state più di 20 persone in condizioni economiche critiche e di non elevato livello culturale, che probabilmente avranno confuso il provvedimento proposto dai 5 Stelle con il Reddito di Inclusione”.

Ciocia spiega a Valigia blu (https://www.valigiablu.it/reddito-cittadinanza-caf-bari/) anche di aver intercettato la notizia tramite un Caf locale (senza voler precisare quale nello specifico) e di aver verificato l’accaduto contattando altri Centri di Assistenza Fiscale e il Comune. Sempre a Valigia Blu, Nicola Massari (altra persona intervistata nell’articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno), del Caf Italia di Giovinazzo, ha raccontato che al suo ufficio “si sono presentati una quindicina di cittadini, per lo più giovani, più 3 o 4 persone sposate, che hanno di recente perso il posto di lavoro”. Si tratta, ha aggiunto Massari, di persone di non alto livello di scolarizzazione già conosciute dal Caf.

Caso chiuso, dunque? Assolutamente no. Tanti, soprattutto sotto le insegne piddine, continuano ad alimentare questa bufala, con tanto di moduli farlocchi per umiliare gli eventuali interessati, che offende non solo la Puglia ma tutto il Sud.

Fare la fila per poter mangiare, non è mai vergognoso; essere genuflessi a pancia piena e con uno stipendio sicuro, invece è una colossale schifezza. Soprattutto quando ci si dimentica volutamente di quella marea di figli del Sud (1,7 milioni) che negli ultimi 15 anni hanno dovuto lasciare la propria terra per coltivare la speranza di una vita dignitosa.